Arte e Bellezza come via per l'Infinito.
Leonardo Da Vinci #1 © genialtutor.com & intuizionidarte.wordpress.com
Leonardo, artista rinascimentale per eccellenza, approfondì il concetto di “Tutto” attraverso l’osservazione della natura, del cosmo e degli eventi naturali. Nessun altro, prima di lui, seppe coniugare l’osservazione della realtà al piano scientifico nell’eterno divenire delle cose. tiZen & EliSa.
Leonardo Da Vinci e il rivoluzionario concetto di "Tutto".
La figura dell'artista scienziato è propria dell'età rinascimentale. Poiché in Leonardo la dimensione artistica e quella scientifica si incontrano e trovano punti di contatto, tutto ciò che l’artista osserva in natura diventa motivo di riflessione ed evoluzione artistica.
Il Genio di Vinci rappresenta sé l’uomo ideale che indaga ogni campo del sapere, capace di apportare alla scienza quella fantasia che appartiene all’arte e, viceversa, di donare all’arte l'accuratezza che è propria del metodo scientifico.
Si è detto e scritto molto, spesso erroneamente, circa la scarsa aderenza dell’artista alla dimensione religiosa. In realtà, Leonardo ricercava la possibilità di avvicinarsi al concetto di “Tutto”, anche attraverso la natura, che riteneva un canale privilegiato, approcciandosi ad essa con l’ansia di comprendere i fenomeni e le leggi naturali. Per questo la sua mente non poté evitare di spaziare nel “Tutto” e per questo motivo conoscere bene la natura era per lui un atto necessario.
Poiché ogni cosa che osservava era per lui degna di indagine, si interrogò su molte cose. Tentò di spiegare il colore azzurro del cielo e studiò i pianeti, arrivando a ipotizzare la misura del diametro terrestre! Quando iniziò a studiare i pianeti Leonardo era ancora a Firenze, e aveva meno di trent’anni; il primo disegno di astronomia risale all’incirca al 1480.
Ebbe grandi intuizioni sugli astri, fu il primo uomo di scienza ad osservare la Luna in modo scientifico. Meditò addirittura di stendere e pubblicare un proprio “Trattato sulla Luna”, che per nostra sfortuna, non scrisse mai. Aveva però compreso che la Luna è un pianeta che riceve luce dal Sole, come si deduce da quanto scrisse nel Manoscritto A (conservato all’Istituto di Francia), dove leggiamo che “la Luna non è luminosa per sé, ma è atta a ricevere la natura della luce a similitudine dello specchio e dell’acqua, o altro corpo lucido”. Similmente, nel Codice Leicester afferma che “la Luna non avendo lume proprio, riceve da altri la luce”. La Luna lo affascina, lo attira, perciò la osserva e la studia. Tra i vari fenomeni, nota anche quello della cosiddetta “luce cinerea”, alla quale dà una propria e personalissima spiegazione. Sarà capitato anche voi, nella fase di novilunio, o nei giorni appena precedenti, di notare la parte della Luna “nera” leggermente illuminata da una luce di tonalità grigio-azzurra: è la “luce cinerea”, cosiddetta perché il suo colore ricorda proprio quello della cenere. Il fenomeno consiste in una riflessione multipla della luce solare la quale, una volta illuminata la Terra, raggiunge in parte la Luna; quindi viene di nuovo riflessa dalla Luna sulla Terra. La luce riflessa dalla Terra permette così di vedere, accanto alla falce bianca, anche la parte al buio della luna, che vediamo ‘tinta’ di colore grigio-azzurro.
In un disegno conservato nel ‘Codice Atlantico’, Leonardo spiega il fenomeno della luce cinerea della Luna. Ma poiché in Leonardo l'artista e lo scienziato convivono e l'uno rimanda all'altro, il Genio applicherà la sua intuizione scientifica nella sua produzione artistica, conferendo ai suoi dipinti nuovi effetti di luce che possiamo ritenere una sua ‘invenzione’ pittorica: lo ‘sfumato’.
Così, se nell'Annunciazione le ali dell'angelo sono le ali d'uccello osservate durante volo, in altre opere il fenomeno della luce cinerea, notato osservando la Luna, diventa motivo di un’ulteriore evoluzione artistica, dimostrando, ancora una volta, come lo scienziato e l'artista costituiscano in lui un binomio inscindibile.
La tecnica pittorica dello sfumato vinciano scioglie i contorni, consentendo passaggi chiaroscurali delicatissimi e restituendo grande suggestione alle sue composizioni. La stessa suggestione che senz'altro invadeva Leonardo quando osservava il satellite terrestre: il Genio di Vinci ne era rapito. Osservando la Luna, aveva compreso che la luce riflessa risulta più tenue e smorzata, togliendo alle figure il loro contorno, rendendole così “in costante divenire”. Esattamente come la sua arte, che ‘diviene’ sotto il nostro sguardo, in continua ricerca della soluzione di un mistero.
Leonardo osserva il divenire delle cose, della vita naturale e dell'uomo. Comprende che tutto è in perenne movimento, che ogni cosa è in continua evoluzione. Nulla di ciò che è vivente è fermo, nulla è statico nell’Universo; in natura la staticità non esiste. E poiché anche il suo pensiero non conosce la quiete ed è in perenne movimento, ecco che un fenomeno astronomico come la ‘luce cinerea’ porta una mente attiva come la sua a introdurre in pittura un nuovo modo di illuminare i corpi e di restituire la componente ‘luce’. D’ora in poi, l’artista adotterà questo elemento nelle sue composizioni, per farne dei Capolavori assoluti, che valicano il tempo…
Prof.ssa Elisabetta Sangalli
intuizionidarte.wordpress.com
500leonardodavinci.com
genialtutor.com