Riflessioni per Nutrire l'Anima

Spiritualità & Filosofia

Riflessioni per nutrire l’anima: sete di testimoni e di verità

2019-09-29 07:54:25

Ascoltando le persone, mi accorgo che emerge la nostalgia di figure dal grande spessore morale che siano in grado di parlare della loro esperienza di vita con sincerità a cuore in mano.

Quando assisto ai laboratori nell’ambito del master triennale di counseling noto come gli allievi  si emozionino  di fronte a esperienze forti, dirette, che li coinvolgono.

Queste sensazioni importanti vengono generate da conduttori in grado di fare presa.

Ascoltando i  feedback dei partecipanti, immagino che passa nel loro cuore un’energia che li tocca nel loro profondo.

Il più delle volte sono sensazioni di gioia, ma non mancano emozioni di rabbia, perché le persone attraverso un’esperienza nel qui e ora possono avere dei link nel passato e rievocare sensazioni positive e negative.

Queste esperienze forti sono utili nell’individuo perché generano una spinta alla verifica interiore e quindi sono precursori di crescita personale e di gruppo.

Quando ero piccolo, la domenica sera verso l’ora del vespro, mio padre soleva accompagnarmi, in piazza, alla messa nel duomo di S.Lorenzo.

All’epoca officiava la liturgia mons. Valentino Vecchi.

Era un prete di alta statura con una grande chioma bianca di capelli.

Vestiva in modo semplice con una tunica bianca che metteva in evidenza la mole e dava solennità al suo incedere.

Le sue omelie erano profonde, dettate da un vissuto reale e vero ed era in grado di infiammare i cuori.

La chiesa si riempiva di tante persone, di ogni estrazione sociale e confessione  per cui era facile vedere i poveri appoggiati alle pareti della chiesa e i ricchi seduti sulle panche, come vedere il laico incallito vicino al credente fervente.

Alla domanda che mio padre faceva, rivolto a talune persone che non si sarebbe mai immaginato di vedere, del tipo: “anche Voi  qua?”, riceveva sovente la seguente risposta: “mons. Vecchi è unico parla così bene, chiaro e vero che la mia anima si nutre e non posso mancare a questo appuntamento settimanale”.

Quando mons. Vecchi parlava, infatti,  vedevo i volti delle persone cambiare, come illuminarsi e c’era un silenzio di ammirazione che scorreva veloce.

Scuoteva gli animi nel profondo, anche quelli più inariditi, e metteva le persone di fronte alla loro verità.

Mio padre entrava segnato dalla stanchezza della settimana e usciva dalla chiesa più sereno quasi fosse stato attraversato da un’energia nuova.

Questo prete, che non scendeva a compromessi, che parlava di alzare il livello di sensibilità dei cittadini, di attenzione alle persone in difficoltà, di corresponsabilità, lui che durante la seconda guerra mondiale inscenava falsi funerali per trasferire in barca gli ebrei da un rifugio all'altro, segnò in modo indelebile molte anime della mia città.

Era un maestro e un testimone della verità al contempo.

Papa Giovanni Paolo II soleva ripetere: “l’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni  che i maestri, o se ascolta i maestri, lo fa perché sono dei testimoni

A volte  alla persona occorre molto tempo per chiarire qualche avvenimento nella sua vita, per trovare il senso pieno della sua esistenza, oppure il contatto con determinate persone che io definisco “geni della spiritualità, anche in senso laico” può determinare un’accelerazione del processo di comprensione a tal punto che l’individuo  si trova misteriosamente davanti alla sua verità.

Sembra che l’uomo d’oggi abbia sete di verità e senta il bisogno di rispecchiarsi in persone che parlano del proprio vissuto, con semplicità, senza fronzoli, senza nascondere i tormenti e le incertezze.

Solo chi ha il coraggio di gettare la maschera di circostanza per parlare di se stesso con serena lucidità, senza vergogna, perché congruente, riesce ad essere maestro e testimone e fungere da guida e ristoro per molti.

Auguro a ognuno di noi  di trovare “lo spirito guida, il testimone” capace di aprire e confortare il nostro cuore.

Un caro saluto.

Antonio

by Antonio Masoch