Riflessioni per Nutrire l'Anima

Spiritualità & Filosofia

Riflessioni per nutrire l’anima: il tesoro nascosto

2020-11-29 08:39:28

Mi capita spesso di incontrare, nei percorsi di ascolto, persone che non sanno di essere belle e piene di risorse perché oppresse dai propri giudizi.

La società in cui viviamo incute modelli di vita troppo alti e questo genera in diverse persone sensi di colpa.

Molti clienti si sentono inadeguati, incapaci di soddisfare il proprio giudice interiore.


Hanno una parte cognitiva molto sviluppata e nel parlare di se stessi sono ipercritici.

A fatica accettano un complimento perché non sono abituati a guardare la parte buona che è dentro se stessi.


Parlano della loro vita con dettaglio e traspare un’esistenza fatta di grandi competenze e passione.


E’ il dramma del bambino dotato che fatica a riconoscerlo.


In questo caso occorre attivare una relazione che lo sostenga. 

Lavorare sull’autostima.


Attraverso il racconto della persona, cerco di individuare le parti buone della persona per poterle mettere in luce e mostrarle all’interessato.


Il counselor è chiamato a fare il “cercatore d’oro” dove il prezioso metallo coincide con i talenti della persona.


Riconosco che all’inizio non è facile mostrare il tesoro nascosto.


La persona tende a demolire ogni affermazione positiva perché replica all’infinito il suo schema mentale di giudice implacabile.


Occorre prendere la persona per mano, come un padre fa con il suo bambino, e insegnare al cliente a guardare la vita con l’occhio della gratitudine.


Il  counselor è chiamato ad essere positivo, congruente, accettante ed empatico.


Spesso provo a mettermi le scarpe dell’altro per capire le sue difficoltà e sento tutta la fatica di una vita vissuta alla ricerca della perfezione.


Di solito dietro questo copione, trovo genitori molto esigenti che hanno impresso nel mio cliente una sorta di ossessione:

...devi essere il migliore”,

...se arrivi secondo sei già un perdente”.


In questa ricerca, con i più esigenti, chiedo di farmi spiegare, di vedere insieme, di essere parte attiva nell’esplorazione.


Di solito queste persone, che hanno subito e subiscono osservazioni, sono molto sensibili e basta un minimo per ferire la loro sensibilità.


Non vogliono contattare le proprie emozioni, perché guardarsi dentro fa male.


Noto che con la dolcezza, una buona dose di umiltà e molto ascolto non giudicante si aprono delle porte.


Passo, dopo passo scopro persone autentiche, ironiche e intelligenti.

Come quell’impiegata, segretaria d’azienda, che siede da molti anni al tavolo dei propri capi, spalla a spalla con la sua titolare e pensava di non valere nulla.


Pensava di essere alla fine del proprio mandato.


Si, perché nello studio  dove lavora, si guarda alla produttività, occorre lavorare a testa bassa e non ci sono orari, non c’è spazio per una vita privata, non c’è futuro per chi non rende.


Strada facendo ha scoperto di essere “il saggio dell’azienda”, il depositario della storia dell’impresa, e che le sue considerazioni vengono  tenute di grande conto.


Così ha deciso di essere grata alla vita, ha pensato di diventare un “buon invitato alla mensa dei suoi capi”.


Di colpo la sua vita è cambiata, le persone accanto hanno compreso che dietro il suo comportamento del passato, di donna riservata, gran lavoratrice e di poche parole, si cela una persona socievole, bella e gradevole.


Ha capito che il suo mondo grigio può essere illuminato e può cambiare la prospettiva.


Lei ha capito che per cambiare la propria vita, occorre partire da se stessi.


Penso che sia una questione di vista, spesso usiamo occhiali sfuocati, appannati, che travisano la realtà, ma basta un semplice tocco di spugna e la prospettiva cambia, mostrando un mondo più bello e più umano.


Auguro a tutti di “mettere a fuoco” per gioire della propria vita.


Un caro saluto.

Antonio

by Antonio Masoch