Anna Lisa Francoglio

Founder President

DOVE PORTA IL GIUDIZIO?

2019-04-07 17:17:53

Fermati un attimo, qualunque cosa tu stia facendo e ascoltati

A chi non è capitato di sentirsi bloccato, perso, senza sapere dove andare e sommerso da mille domande?


“Come è possibile che dopo tutto il lavoro fatto io non sappia ancora qual è la mia strada? Qual è la mia missione? Cosa ci faccio qui e perché tutto il lavoro fatto non è servito  a nulla?”.


Si cade così, nella frustrazione, nel vuoto, nessuna risposta e tanta confusione, ma don’t worry  è tutto normale.


È normale che ci siano dei momenti in cui ci si blocca e si pensa che tutto il lavoro fatto non sia servito a nulla, la chiave per superare questi momenti è l'accettazione e sentire cosa dal profondo richiama la nostra attenzione.


E' stare in quel vuoto senza tentare di riempirlo con compensazioni, il principio dell'alchimia è “il ricordo di sè osservazione e astensione da ogni giudizio”. Non giudicare il lavoro fatto e non giudicare il punto dove ora ti trovi come non "giusto", perchè così non fai altro che allontanarti da ciò che invece in questo momento ti serve. Serve anche il vuoto, la confusione, la solitudine, non c'è una strada da trovare, dal punto di vista dell'anima il passo che stai facendo ora è sempre quello che ti serve in questo preciso momento, è la macchina biologica che crea attrito giudicando ciò che c'è.


Abbiamo ingurgitato per anni informazioni attingendo a più corsi, più libri, più seminari, abbiamo chiesto aiuto a facilitatori, shamani, costellatori e via dicendo per trovare i nostri blocchi e superarli,  ogni cosa a suo modo è servita ed è stata perfetta per noi.


Tutto questo lavoro interiore ci ha portato a credere di “essere svegli” perché ora sappiamo molte più cose che ognuno di noi, nella maggioranza dei casi, nemmeno una decina di anni fa ignoravamo completamente.


Ci siamo preparati, istruiti, abbiamo rimosso i blocchi più grossi, ma via via abbiamo dovuto affinare sempre di più il lavoro di pulizia tra ciò che eravamo (credevamo di essere), e ciò che strada facendo abbiamo imparato su noi stessi e sull’universo  che abitiamo.


Però cari miei ora ponetevi alcune domande, quando mangiate dove siete? 

Quando parlate con qualcuno dove siete? Quando camminate o guidate chi compie queste azioni?


Essere “risvegliati” non significa aver acquisito conoscenza, ma muoversi  con consapevolezza, “esserci”, è solo così che la coscienza si apre e attraverso il “ricordo di sé” e l’osservazione si costruisce passo passo  il corpo di gloria, anima, angelo umano, date il nome che preferite, e sono proprio i momenti down del nostro cammino quelli in cui dobbiamo sforzarci di essere maggiormente presenti.


Il pensare che “in questo momento non dovrei stare così”, è la dimostrazione che ancora non abbiamo smesso di giudicare e che non c’è accettazione totale, il vero alchimista sa stare dentro quella sensazione e la sfrutta, sfrutta quell’energia come fuoco che brucia ciò che ancora impedisce alla vera presenza di scendere in noi.