Annalisa Cabrini

Lo chiamavano Jeeg robot: quasi un istigazione al femminicidio !

2019-03-15 19:05:51

Questa sera Rai Tre trasmette Jeeg Robot, che la critica italiana ha definito (ingiustamente) il film rivelazione e rivoluzione del 2016. A me (che pur sono quanto di più lontano ci possa essere dalle idee boldriniane sulla parità di genere) è quasi sembrato un istigazione al femminicidio. Questo per come è rappresentato il personaggio femminile, Alessia. Mi spiego.Il film ha tre personaggi principali: Enzo, il protagonista; Fabio, il cattivo; Alessia, il love interest di Enzo.Fabio e Enzo sono personaggi sfaccettati, hanno personalità. Fabio è un assassino spietato, ma soffre perché si rende conto di essere circondato dallo squallore. Enzo è disadattato ma in fondo di buon cuore, alla fine capisce la lezione: l’importante è liberarsi dal degrado che hai dentro.Lei è Alessia (Ilenia Pastorelli), con i suoi disegni.Alessia (Ilenia Pastorelli), con i suoi disegni.Alessia è una donna di trent’anni, bellissima, che pensa e si comporta come una bambina. Ha problemi psichici, a causa degli abusi sessuali subiti fin da piccola da parte del padre e degli assistenti sociali.Non affronta i suoi demoni, non trova una nuova dimensione, niente. La sua sofferenza serve solo in funzione della crescita del personaggio di Enzo. Vi sono due dimensioni e due chiavi di lettura della pellicola ed in entrambi i casi il personaggio femminile ne esce male: nella dimensione sociale Alessia è appiattita dal protagonismo dei due maschi, in quella psicologica subisce un'annichilimento talmente atroce che di peggio c'è solo il femminicidio

Annalisa Cabrini

Full metal jacket - Il tema (sempre attuale) dell'alienazione umana

2019-03-06 11:53:13

Il film di Stanley Kubrick, uscito nel 1987, offre una prospettiva diversa e cruda della guerra in Vietnam, seguendo il percorso di addestramento e poi le esperienze sul campo di un gruppo di Marines.La storia ci porta nel 1967, all’interno del campo di addestramento dei Marines di Parris Island. È qui che l’inflessibile sergente Hartman ha il compito di plasmare i futuri militari che dovranno difendere gli Stati Uniti dalla minaccia vietnamita. Tra gli altri spiccano proprio Joker, Cowboy e Leonard Lawrence, presto soprannominato Palla di Lardo per via della sua forma non proprio impeccabile. Diventato il bersaglio dell’ira di Hartman e dei suoi compagni, Lawrence inizia a mostrare le proprie doti con il fucile, ma ben presto scivola verso una condizione mentale precaria. L’intento primario di Kubrick è, per l’appunto, rappresentare la follia e la psicosi che contraddistinguono qualunque tipo di potere o istituzione civile. Potremmo, sostanzialmente, affermare che FMJ è un film sulla guerra intendendo quest’ultima come un prodotto dell’irrazionalità e dell’alienazione umana; quest’ultime si nutrono ovviamente della prevaricazione, dell’odio e dell’intolleranza verso i nostri simili, mostrando, paradossalmente, una lucidità e una razionalità spaventosa nella pianificazione e organizzazione di campi di sterminio o mezzi di distruzione di massa.Qui Kubrick coglie ancora una volta l'occasione per mostrare l'irrazionalità dell'uomo quando ha un obiettivo da raggiungere, come quando un Marines spara all'impazzata da un elicottero a chiunque, ed afferma che per lui è più facile ammazzare donne e bambini in quanto corrono più lenti. Nell'ultima spedizione del film il plotone guidato da Cowboy dovrà vedersela contro un micidiale cecchino nascosto che decima la sua squadra. I Marines si sentono inermi in quanto colpiti da qualcosa che non riescono a vedere. Alla fine i pochi rimasti vivi dopo una tragica carneficina riescono a trovare il cecchino all'interno di un palazzo, che si scopre essere nient'altro che una donna, perlopiù una prostituta con cui i soldati erano stati. Sarà proprio Joker a darle il colpo di grazia, in un momento di pietà nel quale vuole evitare di farla soffrire ulteriormente. Il film si chiude con i soldati che marciano cantando la canzone di Topolino, facendo ancora riferimento a quel lato oscuro della psicologia umana che si attiva tutte le volte in cui c'è omologazione, spersonalizzazione dell'individuo, annichilimento delle sue caratteristiche uniche (per le quali ognuno di noi è diverso dagli altri): tema quantomai attuale ai nostri giorni, perchè anche se non siamo alle prese con una guerra in vietnam, sempre più ci vediamo ridotti a meri numeri da un sistema burocratico, ipertecnologico, che ci schiaccia verso il basso

Annalisa Cabrini

Focus su Christian Bale (e le sue incredibili trasformazioni)

2019-03-05 14:29:06

Christian Bale è uno degli attori più sottovalutati di Hollywood: ha vinto, infatti, soltanto un premio Oscar (miglior attore non protagonista per The Fighter, 2010, tra l'altro non è la sua interpretazione migliore) quando ne avrebbe meritati almeno altri 2 sia per l'intensità con cui interpreta personaggi del tutto differenti fra loro, sia per le sue qualità di trasformista che gli hanno reso possibile interpretare personaggi radicalmente opposti per il loro aspetto fisico. Ed è proprio della preparazione maniacale di Bale che intendo parlarvi, ripercorrendo alcuni (tutti sarebbe lunghissimo !) dei suoi ruoli. Bale afferma che «l’abito è il monaco. E non solo l’abito, anche i capelli […]. Mi piace farmi contagiare da tutti gli aspetti di un personaggio, sia fisici che psicologici». Come spesso ha dichiarato l’attore, il motivo che lo spinge ad entrare nella parte per un film è anche alimentare una sfida con se stesso. Per questo Bale è considerato uno dei grandi «trasformisti» di Hollywood, capace di perdere e aumentare la massa muscolare del corpo a suo piacimento in pochi mesi. Per la gioia degli spettatori, lo sprezzo della sua salute e la preoccupazione dei registi...https://www.innaturale.com/dieta-vip-tutte-le-trasformazioni-christian-bale/

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