Pic nic ad hanging rock - Il sublime ed il mistero non tramontano mai
Picnic ad Hanging Rock, cult cinematografico del 1975, è ancora oggi ritenuto un film talmente tanto etereo e puro nella sua rappresentazione dell’idea del sublime (insieme al suo darsi come un’interessante riflessione sul male) da aver persino causato in tempi recenti la produzione di un remake..
La trama
Un gruppo di studentesse del collegio Appleyard, poco distante da Melbourne, si reca ad Hanging Rock per l’annuale picnic di San Valentino insieme a due insegnanti. Durante il pomeriggio, alcune ragazze ottengono il permesso di osservare più da vicino le rocce di origine vulcanica del luogo, ma tre di loro non faranno inspiegabilmente ritorno. Grazie all’allarme lanciato da Edith, accortasi della scomparsa delle amiche, inizierà una ricerca delle ragazze che tuttavia, nelle sue fasi iniziali, finirà per causare anche la scomparsa di una delle insegnanti.
Recensione
La peculiarità principale di Picnic ad Hanging Rock, come anticipato, risiede soprattutto nella sottile noncuranza con la quale il mistero della scomparsa delle ragazze viene affrontato. Il punto risiede altrove: il mistero sta nella natura stessa, nel suo dispiegarsi di fronte a noi, immensa, indescrivibile. Peter Weir indugia più volte nel riprendere Hanging Rock, la sua conformazione, i suoi dettagli, insieme allo snodarsi dei suoi percorsi, presentandoci la magnificenza della natura e rendendola di fatto una protagonista attiva del film. Quelle che normalmente fungerebbero da establishing shots per mostrarci il contesto di riferimento della trama del film diventano invece dei veri e propri modi per sottolineare a dovere l’emergere dell’inspiegabile. La misteriosa scomparsa delle ragazze non ha risposta: la natura (forse) le ha reclamate, in un’insorgenza inenarrabile che trascende i confini di ciò che può essere compreso dalla mente umana.
A margine, Weir inserisce in Picnic ad Hanging Rock anche un approfondimento sensibile sull’orientamento dello sguardo spettatoriale. I pochi personaggi maschili presenti nell’opera svolgono il ruolo dello spettatore maschile stesso, che in qualità di predatore incapace di poter raggiungere la sua preda viene ridotto a un mero osservatore incapace di agire attivamente su ciò che desidera. Michael, un giovane aristocratico inglese in vacanza, osserva le ragazze passeggiare insieme al suo domestico Albert. Per i due inglesi, l’oggetto del desiderio è distante e irraggiungibile (emblematica in tal senso è la sfrenata ricerca delle ragazze scomparse svolta in seguito da Michael stesso), e l’unica cosa che possono effettivamente fare non è nient’altro che l’atto stesso di osservare passivamente, commentando volgarmente le qualità corporee delle giovani ragazze, impossibilitati dal poterle effettivamente possedere.
Il regista: Weir e l'eterno conflitto natura vs cultura
Il confronto tra uomo e natura è stato affrontato moltissime volte nel cinema e talvolta utilizzato come solo oggetto di contemplazione paesaggistica. In alcune pellicole ci viene mostrato quanto la natura possa essere opprimente e ostile verso l’uomo che la affronta inconsciamente, mentre in altre viene mossa una forte critica alla moderna civiltà occidentale, che sfrutta l’ambiente che ci circonda nel nome del progresso e che inconsapevolmente avvia un processo di autodistruzione. Nel film Picnic ad Hangin Rock, tuttavia, il conflitto non è solo espediente narrativo per un confronto con l’uomo, ma è anche protagonista stessa del film grazie alle sue impenetrabili e misteriose montagne, ai suoi paesaggi mozzafiato e alla sua brutalità. Hanging Rock è infatti una “piramide” di rocce magnetica ed enigmatica che cattura l’occhio dello spettatore, grazie alla favolosa fotografia, agli immensi campi lunghi e alla trascinante colonna sonora.
Il conflitto fra natura e cultura, peraltro, è presente in maniera marcata in tutte le opere del grande regista australiano, in particolare ne "L'attimo fuggente" e in "The Truman Show", autentici capolavori ai quali presto dedicherò due articoli