Mystic River: film controverso e misterioso
Inizio l'approfondimento dei migliori films con Sean Penn (in futuro mi occuperò anche dello Sean Penn regista) da Mystic River, perchè è il film più controverso e misterioso (fra quelli che avete votato), sia per il suo finale, sia per le sue accuse velate (e non troppo) alla Chiesa...
La sete di vendetta accecante determina l’andamento di tutto Mystic River, uno dei più emotivamente controversi film di Clint Eastwood, che intreccia abusi e sospetti in una storia impossibile da districare. Le vicende che si incrociano sullo sfondo del Mystic River sono le stesse narrate sulle pagine del romanzo La morte non dimentica di Dennis Lehane (autore anche di Shutter Island): tre bambini si divertono per strada, quando una macchina accosta e fa salire uno di loro con la scusa di riportarlo a casa. Quando Dave arriva a casa qualcosa è inesorabilmente cambiato e l’ombra del sospetto aleggia su tutta la storia del giovane. 25 anni dopo i tre uomini sono cresciuti conducendo vite molto diverse tra loro, custodendo ognuno segreti molto importanti. L’omicidio della figlia di uno di loro scatena una serie di incomprensioni e dubbi la cui risoluzione sarà a dir poco drastica, quanto fuori fuoco.
Spiegazione del finale: https://www.mondofox.it/2018/12/06/mystic-river-trama-spiegazione-finale-film-clint-eastwood/
https://www.cinematographe.it/rubriche-cinema/focus/mystic-river-spiegazione-analisi-finale/
Mystic River...fra segreti e accuse
https://www.corriere.it/spettacoli/cards/liti-ricordi-autobiografici-accuse-velate-chiesa-10-segreti-mystic-river/film_principale.shtml
Un'esplosione di drammaticità crescente...con protagonista Sean Penn !
L’innocenza estirpata per sempre dagli occhi di Dave non potrà far altro che patire la sua fragilità; ma l’infanzia rubata è soltanto una delle dimensioni messe in gioco dall’abile regia di Eastwood. A farvi da amplificatore, nella nitida geografia del dolore che l’autore americano delinea, un dolore altrettanto devastante e crudele: la giovane vita di Katie, figlia di Jimmy, spezzata nel fiore degli anni per mano di una gioventù sola, annoiata e allo sbando, ma armata – sono i ragazzini di Elephant e Bowling a Columbine – e destinata a sua volta ad esistenze incompiute. Ed è qui che comincia l’indagine alla ricerca del colpevole, secondo la struttura della tragedia classica che avvicina Jimmy, il boss del quartiere al cospetto del quale familiari ed amici si relazionano come sudditi, all’Edipo Re di Sofocle. La trama che si delinea intreccia traiettorie spezzate, percorsi appena abbozzati e bruscamente interrotti. E la macchina da presa li segue, a tratti bassa e ostile, a tratti alta e inesorabile: testimoni, interrogatori, segni e sospetti si accumulano invano sottraendo certezza. Tutti frammenti parziali, vicoli ciechi che confondono e destabilizzano un essere umano fragile e sconnesso, totalmente in balia del destino. Perché ciascuno, a suo modo, è un uomo ferito; lo è il rabbioso Jimmy come l’apparentemente imperturbabile Sean. Ma è soprattutto Tim Robbins ad incarnare magistralmente questa condizione di impotenza e di svuotamento. È il suo destino personale a portare alla luce la parabola universale in questa tragedia tutta americana e contemporanea, dal forte sapore shakespeariano. Implosa nella complicità degli sguardi tra Sean e Jimmy durante la parata del Columbus Day, la tensione si spegne, lasciando cinicamente affiorare la visione di un cielo indifferente, sotto il quale un’umanità smarrita per sempre è sola di fronte ad un destino di dolore e solitudine