Jo Jo Rabbit: il film rivelazione di inizio anno
Premessa: avendo visto il film, non sono d'accordo con la recensione entusiastica di GQ che tuttavia condivido - https://www.gqitalia.it/show/article/jojo-rabbit-film-cult-recensione - perchè evidenzia i punti salienti di un film che, in un mare di mediocrità, è comunque un'originale rivelazione...
Lascia che tutto ti accada: bellezza e terrore.
Si deve sempre andare:
nessun sentire è mai troppo lontano - Rilke
La citazione è riportata in chiusura, poco prima dei titoli di coda e a mio avviso è la chiave di lettura per comprendere fino in fondo un film strano, affascinante, divertente ma troppo discontinuo - alcune parti sono banali e lente, altre ridondanti - per essere un capolavoro. E infatti, a differenza di quanto riportato nell'articolo recensione di GQ, Jo Jo Rabbit secondo me non è un capolavoro, ma un film rivelazione questo si: una lettura originale, introspettiva, spietata di quello che è stato il nazismo.
Una lettura della quale c'era bisogno, perchè sinceramente il buonismo di film come "La vita è bella" e simili, il vittimismo degli ebrei, aveva rotto da tempo i cosidetti...
Siamo tutti uguali, nessuno è migliore degli altri
Nel film Jo Jo Rabbit, l'ebrea nascosta in casa del protagonista, è tutto fuorchè una vittima: una ragazza adolescente sicura di sè, determinata a sopravvivere ad ogni costo, anche abbastanza cattivella.
L'esatto contrario di Jo Jo: un bambino che aspira ad essere nazista solo perchè il regime gli ha fatto il lavaggio del cervello, ma che in realtà è un bambino insicuro, fragile, privo del padre e della sorella, al punto di inventarsi Hitler come amico immaginario e di innamorarsi della sua "nemica"
In tutto ciò, pregevole l'interpretazione di Scarlett Johanson nel ruolo della mamma di Jo Jo, la quale costantemente ripete al figlio che ciascuno è unico nella sua diversità e nessuno è migliore degli altri e che l'orrore ultimo del nazismo consiste proprio nel far credere il contrario