Storia dell'Hellas Verona Football Club (2°Parte)
IL DECLINO Il proprietario Chiampan cercò in tutti i modi di mantenere il Verona ad alti livelli negli anni post-scudetto.
Nella stagione 1985-1986 i campioni d'Italia in carica parvero rifiatare e non riuscirono a ripetersi, anche per le partenze di alcuni protagonisti del tricolore (Fanna, Garella e Marangon) non adeguatamente sostituiti, chiudendo con un anonimo decimo posto. Nel 1987 la squadra tornò ai vertici, disputando un'ottima stagione e conquistando la quarta piazza, con annessa qualificazione in Coppa UEFA. L'anno successivo la formazione scaligera disputò un buon girone di andata e sembrò poter di nuovo lottare per l'Europa, ma dopo essere stati eliminati ai quarti di Coppa UEFA dal Werder Brema i gialloblù sembrarono perdere di colpo fiducia, energie e motivazioni; dopo aver raggiunto la certezza della salvezza crollarono sul finale di stagione, ottenendo solo 2 punti nelle ultime 8 partite e chiudendo la stagione al decimo posto.
Per la stagione 1988-1989 la squadra venne notevolmente rinnovata e dei campioni di pochi anni prima rimasero ormai soltanto il tecnico Osvaldo Bagnoli e i calciatori Bruni, Galderisi e Marangon, al ritorno dopo una stagione passata lontano da Verona. Questo Hellas rimaneggiato e in crisi economico-societaria ottenne la salvezza solo all'ultima giornata dopo aver raccolto ben 19 frustranti pareggi nell'arco della stagione.
Assai più triste fu invece il finale del campionato successivo (1989-1990): alla ricerca di fondi, il presidente Chiampan fu costretto a cedere quasi l'intera rosa, presentando al tecnico Bagnoli un organico totalmente rivoluzionato. Se ne andarono anche gli ultimi scudettati rimasti, l'ultimo a partire fu Marangon a gennaio, mentre è da segnalare il ritorno di Pietro Fanna, fresco vincitore dello scudetto dei record con l'Inter di Trapattoni. Mister Bagnoli ebbe poco tempo per portare la nuova formazione in condizione e di conseguenza la prima parte del campionato fu catastrofica (solo 4 punti in 12 partite); ma dopo questo avvio deficitario la formazione gialloblù si sforzò di reagire, rimontando dall'ultimo al terz'ultimo posto e riaccendendo alcune tenui speranze.
I veneti riuscirono perfino a battere il Milan per 2-1 alla penultima giornata, dimostrandosi ancora "fatali" ai rossoneri che persero nuovamente il titolo a Verona. Grazie a questo risultato gli scaligeri tornarono clamorosamente in corsa per la salvezza: una vittoria nella trasferta di Cesena, con i romagnoli a quota 26 punti contro i 25 dell'Hellas, avrebbe significato evitare la retrocessione. Nello scontro diretto dell'ultima giornata, in cui entrambe le squadre misero tutto in palio, a prevalere furono però i padroni di casa che si imposero per 1-0. Dopo otto stagioni consecutive passate in Serie A, contornate da uno scudetto e da due finali di Coppa Italia, il Verona tornò quindi in Serie B.
Le difficoltà tra vecchio e nuovo millennio
Gli anni 1990 furono molto difficili per il club scaligero che, in seguito alla pessima gestione societaria di cui si è già parlato, fallì nel 1991. I giocatori guidati dall'allenatore Eugenio Fascettiterminarono comunque il campionato (1990-1991) nel migliore dei modi, ottenendo un'insperata promozione in Serie A. La squadra retrocesse però di nuovo la stagione successiva, con diverse giornate di anticipo. Il Verona iniziò così a fare altalena tra la massima serie e quella cadetta. Nel 1995 il club acquisì nel frattempo il nome di Hellas Verona Football Club che mantiene ancora oggi (dopo aver usato per quattro anni il nome Verona Football Club in seguito al fallimento e alla rapida rinascita del 1991).
Dopo due promozioni (1990-1991 con Eugenio Fascetti e 1995-1996 con Attilio Perotti) seguite da immediate retrocessioni, la vittoria nel campionato di Serie B nel 1998-1999 sotto la guida del rampante Cesare Prandelli (il quale mise insieme quell'anno una striscia di 8 vittorie consecutive tra la 6ª e la 13ª giornata, record che verrà poi battuto da Mandorlini) sembrò aprire una nuova fase nella storia del club.
Salvezze e retrocessioni
Il nuovo millennio iniziò con gli scaligeri ancora allenati da Prandelli che dopo un inizio difficile avviarono una serie di risultati utili consecutivi nel girone di ritorno, chiudendo il campionato di Serie A al nono posto. L'anno successivo (2001), invece, la squadra allenata da Attilio Perotti faticò molto e affrontò una stagione difficile che si chiuse con un doppio spareggio salvezza vinto contro la Reggina (1-0 all'andata in casa, 1-2 al ritorno con il decisivo goal di Cossato a pochi minuti dal termine)
Il campionato 2001-2002 si concluse invece nel peggiore dei modi: una squadra composta anche dai futuri campioni del mondo Gilardino, Oddo e Camoranesi, oltre al giovane Adrian Mutu e al più esperto Mario Frick, non mantenne lo slancio iniziale che aveva portato gli scaligeri nella zona alta della classifica.
Nel girone di ritorno la squadra mostrò segni di stanchezza e iniziò a perdere colpi su colpi. L'Hellas salì a quota 39 punti dopo aver superato l'Udinese per 1-0 alla quartultima giornata, ipotecando la salvezza, ma poi uscì sconfitto in tutte e tre le ultime partite di campionato: all'Olimpico contro la Lazio in una rocambolesca gara terminata sul punteggio di 5-4 per i padroni di casa; al Bentegodi contro il Milan in lotta per la Champions, in una sfida risolta nei minuti finali da Pirlo (1-2); e una brutta sconfitta esterna subita nello scontro diretto contro il Piacenza (3-0). Gli scaligeri finirono così con lo scivolare in zona retrocessione per la prima volta in tutto il campionato proprio all'ultima giornata, retrocedendo in Serie B.
Seguirono alcune annate anonime disputate in cadetteria, con il Verona che non andò oltre a sudate salvezze. La squadrà sfiorò poi il ritorno in massima serie nel 2005, quando concluse la stagione al 7º posto, con un solo punto in meno dell'Ascoli (promosso in Serie A dopo la squalifica del Genoa e i problemi economici di Perugia e Torino).
Nei due anni successivi la società, complice anche l'ex presidente Pastorello avviò un lento ma inesorabile declino che raggiunse il suo apice nel 2007. In quella stagione la squadra iniziò molto male il campionato e ottenne solo quattro vittorie in tutto il girone di andata. Incerottata dal nuovo presidente Piero Arvedi, nella seconda parte del torneo i gialloblù risalirono lentamente la classifica inanellando 11 risultati utili consecutivi, ma alcune sconfitte di troppo impedirono la salvezza diretta degli scaligeri. Il Verona concluse infatti al sestultimo posto a pari punti con la Triestina e, per la regola degli scontri diretti, dovette disputare i play-out contro lo Spezia nei quale ebbe la peggio (2-1 a La Spezia e 0-0 a Verona). Il Verona chiuse la stagione con il peggior attacco della cadetteria (solo 34 reti segnate) e venne retrocesso in terza serie dopo sessantaquattro anni.
Gli anni in Lega Pro
Era dagli anni 1940 che la società scaligera non si trovava in così grave difficoltà. Nella stagione 2007-2008, partito con l'obiettivo di vincere il campionato e di essere "la Juventus della Serie C", il Verona chiuse ultimo in classifica a pari punti con il Manfredonia, evitando la retrocessione diretta solo grazie agli scontri diretti a favore. Mai prima di allora il Verona si era trovato a dover lottare per la permanenza in C1. Nella stagione peggiore di tutta la storia scaligera, una squadra allo sbando totale venne salvata dal tecnico delle giovanili Davide Pellegrini, con i gialloblù che mantennero la categoria solamente dopo i vittoriosi play-out contro la Pro Patria – e coi minuti finali che risultarono decisivi, visto il gol vittoria di Morante al 5' di recupero nell'andata a Verona (1-0), e quello della definitiva salvezza all'88' nel ritorno a Busto Arsizio (1-1) –, scongiurando il rischio di un'ennesima retrocessione.
Nel campionato 2008-2009 la squadra chiuse al settimo posto, dopo essere a lungo stata ai margini della zona play-off. Nel gennaio 2009, l'imprenditore Giovanni Martinelli divenne proprietario e presidente della societàsubentrando al conte Pietro Arvedi d'Emilei, che il 21 dicembre 2008, di ritorno dalla partita Cesena-Hellas Verona, subì un incidente stradale le cui conseguenze lo portarono a morire qualche mese dopo. Martinelli salvò in quel modo il club dal fallimento.
Nella stagione 2009-2010 i gialloblù regalarono l'ennesima delusione ai tifosi: la squadra costruita durante l'estate dal direttore sportivo Nereo Bonato e affidata in panchina al riconfermato Remondina, dopo aver dominato la prima metà del campionato e accumulato un vantaggio di sette punti sulle inseguitrici (Pescara e Portogruaro), crollò sul finale di stagione e chiuse al terzo posto in classifica; fatale risultò lo scontro diretto dell'ultima giornata contro il Portogruaro che vinse 1-0 al Bentegodi e venne promosso al posto degli scaligeri. Ingaggiato Giovanni Vavassori come nuovo allenatore per i play-off, il Verona superò il Rimini nelle semifinali (0-1 a Rimini, 0-0 a Verona), ma finì poi con l'essere eliminato in finale dal Pescara in migliori condizioni fisiche (2-2 a Verona, 1-0 a Pescara). I gialloblù rimasero in C e Vavassori se ne andò dopo essere stato l'allenatore del Verona per un solo mese.
Nonostante le delusioni, i tifosi del Verona dimostrarono un grande attaccamento ai colori gialloblù con la media spettatori che nei quattro anni di Lega Pro non fu mai al di sotto delle 10 000 unità, con picchi di quasi 15 000spettatori nella stagione 2009/2010. Il record assoluto di pubblico venne fatto registrare il 9 maggio 2010, in occasione della partita Verona-Portogruaro (0-1) dinanzi a oltre 25 000 tifosi dell'Hellas.
Il ritorno in cadetteria
Anche la stagione della promozione (2010-2011) era iniziata negativamente, tanto che il tecnico scelto durante l'estate dalla dirigenza (Giuseppe Giannini) era stato esonerato a novembre dopo aver raccolto solo 13 punti in 12 partite. Al suo posto venne ingaggiato un tecnico che in Romania aveva vinto di tutto: Andrea Mandorlini. L'Hellas aveva concluso il girone d'andata in piena lotta per non retrocedere, ma sotto la guida del nuovo tecnico iniziò una lunga rincorsa che portò i gialloblù ad agganciare il 5º posto (l'ultimo utile per disputare i play off) nelle ultime giornate di campionato. Gli scaligeri ottennero la loro seconda finale play-off consecutiva, stavolta contro la Salernitana, dopo aver eliminato il Sorrento (2-0 a Verona, 1-1 a Sorrento). Le due squadre disputarono la sfida decisiva a Salerno dopo aver richiamato quasi 50 000 tifosi fra l'andata e il ritorno, un record per la categoria. Gli scaligeri risultarono infine vincitori del play-off nonostante la sconfitta patita in trasferta (1-0), in virtù della vittoria per 2-0 ottenuta nella gara di andata. Il Verona tornò quindi in Serie B, chiudendo il ciclo più negativo di tutta la sua storia.
Nella stagione 2011-2012, al ritorno in cadetteria, i gialloblù disputarono subito un campionato di eccellente livello, realizzando nel girone di andata una serie di nove vittorie consecutive tra campionato e Coppa Italia, issandosi al secondo posto della classifica a un punto dal Torino. Si tratta della striscia di vittorie consecutive più lunga di tutta la storia del club scaligero: il precedente record era di otto vittorie, ottenuto dal Verona allenato da Prandelli nel 1998-1999. Altro record personale battuto fu quello delle vittorie consecutive in trasferta, 5: Cittadella, Bari, Empoli, Parma e Livorno. Un altro record eguagliato dalla squadra scaligera riguarda la striscia di vittorie consecutive interne (12) che ha portato l'Hellas ad affiancare nell'albo d'oro la striscia del Genoa ottenuta nella stagione 2006-2007. Il Verona chiuse la stagione regolare al quarto posto, qualificandosi per i play-off. In semifinale il Varese si impose però nel doppio confronto, vincendo per 2-0 nella gara di andata e pareggiando al Bentegodi (1-1). In Coppa Italia la squadra scaligera eliminò dal torneo Vicenza (1-2), Sassuolo (5-7 d.c.r.) e Parma (0-2), raggiungendo gli ottavi di finale dopo quindici anni (1996-1997). La corsa del Verona si fermò all'Olimpico di Roma, dove i padroni di casa della Lazio si imposero per 3-2.
Al termine del campionato il presidente Martinelli, spossato da una lunga malattia dalla quale non si sarebbe più ripreso, lasciò la quota di maggioranza del club (80%) a Maurizio Setti, ex vicepresidente del Bologna, che divenne così il nuovo proprietario del club scaligero. Subentrò a Mauro Gibellini come nuovo direttore sportivo anche Sean Sogliano, mentre Giovanni Gardini prese il posto di Benito Siciliano come direttore generale. Con questo nuovo trio al comando, il Verona si preparò a una nuova corsa verso la Serie A.
Altalena tra Serie A e Serie B
Nella stagione 2012-2013 i gialloblù chiusero il girone di andata al terzo posto con 40 punti, con sei lunghezze di distacco dal Livorno. Dopo la brutta sconfitta patita in casa nel derby contro il Padova (0-2) all'ottava di ritorno, gli uomini di Mandorlini reagirono con rabbia e non persero più una partita fino alla fine della stagione, mettendo insieme 12 risultati utili consecutivi (8 vittorie e 4 pareggi) superando infine il Livorno in classifica dopo un lungo testa a testa. Il 18 maggio 2013, grazie al pareggio per 0-0 ottenuto in casa contro l'Empoli, l'Hellas conquistò il 2º posto con 82 punti, a tre lunghezze dal Sassuolo vincitore del torneo (85) e soprattutto con due di vantaggio sul Livorno (80): gli scaligeri tornarono così nella massima serie dopo undici anni.
Nel campionato di Serie A 2013-2014 Il Verona disputò un ottimo girone d'andata chiuso al sesto posto in classifica, in lotta per l'Europa, risultando la sorpresa del campionato; protagonisti della stagione furono in particolare l'argentino Iturbe e i due italobrasiliani Jorginho e Rômulo, al talento dei quali si sommarono i numerosi gol di un Luca Toni (ben 20 in totale) che, arrivato durante l'estate, si rivelò un bomber ancora eccellente, dando fiducia e motivazioni ai più giovani compagni e divenendo ben presto capitano della squadra.
Nel girone di ritorno i gialloblù accusarono una flessione, conquistando tuttavia un'agevole salvezza e chiudendo la stagione al decimo posto, dopo aver eguagliato sia il record di sei vittorie consecutive in casa, che quello del maggior numero di successi in una singola stagione di massima serie (16). Vennero poi anche infranti curiosamente sia il record di reti fatte (62, contro le 44 messe a segno nella stagione d'esordio '57-'58) che quello di reti subite (68 reti, superando le 64 incassate nel campionato '96-'97) in una singola stagione di Serie A.
Nella stagione 2014-2015 il Verona chiuse al tredicesimo posto; Luca Toni si laureò capocannoniere della serie A con 22 reti, diventando il primo attaccante a fregiarsi di tale titolo con il club scaligero e contemporaneamente il miglior realizzatore di sempre dell'Hellas Verona nel massimo campionato. Durante l'estate il direttore sportivo Sogliano salutò il Verona dopo tre stagioni e lasciò il posto a Riccardo Bigon.
Nel campionato 2015-2016, complice la fallimentare campagna acquisti condotta dal nuovo d.s e un serie di infortuni che colpisce gli elementi-chiave della squadra, il Verona si ritrova confinato costantemente in zona retrocessione. A fine novembre la carenza di risultati porta all'esonero di mister Mandorlini, che sedeva sulla panchina scaligera da 5 anni; al suo posto viene ingaggiato Delneri. Il cambio di panchina non porta però la svolta nei risultati, con la squadra che chiude il girone d'andata all'ultimo posto con 8 punti e nessuna vittoria. L'Hellas retrocede infine matematicamente in Serie B con tre giornate di anticipo, dopo tre anni di massima serie, chiudendo la stagione all'ultimo posto con 28 punti.
Alla vigilia del campionato di Serie B 2016-2017 il Verona, allenato da Fabio Pecchia e assemblato dal neo direttore sportivo Filippo Fusco, venne indicato dagli esperti come il principale favorito per la vittoria finale. Nel girone di andata il Verona, desideroso di riscattare la pessima stagione di A appena conclusa, rispettò le previsioni iniziali conquistando il titolo di campione d'inverno con 41 punti dopo aver battuto per 3-0 il Cesena al Bentegodi. Ben meno esaltanti nella seconda metà della stagione, i gialloblù persero il primato a causa di diverse partite disputate sottotono; giovò del calo degli scaligeri soprattutto la SPAL che chiuderà poi il torneo al primo posto con 78 punti. L'Hellas riesce comunque a conservare quantomeno il secondo posto e a conquistare la promozione diretta all'ultima giornata, grazie al pareggio per 0-0 ottenuto in casa sempre del Cesena, chiudendo il campionato a quota 74 punti alla pari con il Frosinone ma in vantaggio rispetto ai ciociari negli scontri diretti. L'Hellas torna quindi in Serie A dopo un solo anno di purgatorio