Andrea Giusti

Le diete in ospedale per i malati di tumore sono sbagliate

2019-08-08 09:39:47

Ormai è noto a tutti quanto una corretta alimentazione possa fare la differenza per la nostra salute, anche in caso di tumore. E’ stato provato, infatti, che alcuni cibi aumentano il rischio di recidive ma, nonostante questo, vengono serviti quotidianamente in molti ospedali anche ai pazienti

oncologici. 


Le ricerche scientifiche hanno mostrato più volte negli ultimi anni come una dieta appropriata possa essere molto utile ai malati di tumore operati per evitare recidive.


Una statistica del Karolinska Institute, ad esempio, ha evidenziato come seguire un certo tipo di alimentazione permetta una guarigione più veloce e di conseguenza anche un risparmio sulle spese mediche.


C’è poi uno studio, pubblicato su Plos One, che ha preso a campione oltre 500 pazienti oncologici dimessi dopo un intervento e che ha evidenziato come dieta e attività fisica siano un binomio vincente per evitare una morte precoce.


Esistono poi, per aiutare medici e pazienti ad affiancare la corretta alimentazione alle cure mediche, delle vere e proprie linee guida per i pazienti oncologici che forniscono consigli sui cibi da assumere e su quelli invece sconsigliati per riprendersi in seguito ad un intervento, evitando di ritrovarsi alle prese nuovamente con questo brutto male. 


Si trovano sia nel “Codice europeo contro il cancro che nel documento del “Fondo mondiale per la ricerca sul cancro“.


Il problema è che la maggior parte degli ospedali non tiene affatto conto di queste indicazioni e dunque ai pazienti viene proposta una dieta sbagliata che, probabilmente se non correttamente informati, continueranno a seguire anche una volta tornati a casa.


Sull’argomento è intervenuto un vero esperto in materia, il professor Franco Berrino, sempre in prima linea quando vi è da sottolineare l’importanza della dieta nella lotta ai tumori:

Ma quali cibi in particolare possono favorire il tumore e le recidive? A questa domanda ha risposto chiaramente Berrino stesso in più occasioni:


Come sappiamo poi, Berrino sconsiglia ai malati di tumore (ma in realtà un po’ a tutti), il consumo di farina bianca, pane e in generale di tutti i prodotti raffinati o industriali.


Fortunatamente esistono degli ospedali dove invece le linee guida alimentari in campo oncologico vengono rispettate da chi prepara i pasti per i degenti. Ci sono ad esempio il Policlinico San Donato di Milano, il Policlinico Sant’Orsola di Bologna o l’Ospedale di Mantova.


In queste strutture i pazienti vengono visitati da un nutrizionista o ricevono indicazioni chiare in merito all’alimentazione da seguire da chi li assiste in reparto, portandosi dietro questo bagaglio di conoscenze anche una volta usciti dall’ospedale (gli vengono fornite indicazioni scritte in fase di dimissione sulla dieta corretta per il proprio caso).


Al Sant’Orsola di Bologna, ci tengono a far sapere che si è fatta la scelta per i pazienti oncologici di ridurre l’uso di alimenti di origine animale a favore delle proteine vegetali e delle verdure.


L’ospedale di Mantova ha invece attivato un bel progetto “Chef in ospedale” che coniuga le conoscenze di una nutrizionista con quelle di uno chef stellato riuscendo così a creare dei menù per i pazienti che siano allo stesso tempo gustosi e sani.


Inoltre, sempre in questa struttura ospedaliera, sono state sostituite le bevande zuccherate con acqua o con altre bevande senza zuccheri aggiunti.


Ci auguriamo che sempre più ospedali seguano l’esempio di queste strutture d’eccellenza che hanno capito come l’alimentazione possa essere, in ogni caso, un valido sostegno alle terapie mediche.


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