Andrea Ferrini

Founder Junior

Scadenza o termine minimo di conservazione?

2020-12-06 09:41:24


Come fa un’azienda a decidere se scrivere sulle confezioni dei prodotti “da consumarsi entro il…” oppure “da consumarsi preferibilmente entro il…”? Per fare chiarezza, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha creato uno strumento in grado di aiutare i produttori a capire quando deve essere

Come fa un’azienda a decidere se scrivere sulle confezioni dei prodotti “da consumarsi entro il…” oppure “da consumarsi preferibilmente entro il…”? Per fare chiarezza, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha creato uno strumento in grado di aiutare i produttori a capire quando deve essere indicata una data di scadenza da non superare, oppure un termine minimo di conservazione. Una questione non da poco: la Commissione europea stima che fino al 10% dello spreco alimentare prodotto nei paesi dell’Ue sia legato all’indicazione della data di scadenza.
La data di scadenza, a cui corrisponde la dicitura “da consumarsi entro il…”, riguarda la sicurezza degli alimenti e si usa quando un prodotto può essere consumato solo fino a una certa data, oltre la quale non è più sicuro, anche se non ci sono alterazioni nell’aspetto e nell’odore. La dicitura “da consumarsi preferibilmente entro il…”, invece indica il termine minimo di conservazione e si riferisce alla qualità del prodotto, che si può consumare anche dopo la data presente etichetta. Gli inconvenienti potrebbero essere un peggioramento delle caratteristiche organolettiche o una perdita della fragranza, o di aroma.

L’Efsa ha creato uno strumento per aiutare i produttori a decidere se indicare una scadenza o un termine minimo di conservazione

“Informazioni chiare e corrette sulla confezione sui pericoli biologici – afferma Kostas Koutsoumanis, presidente del gruppo di esperti dell’Efsa –  e una miglior comprensione e applicazione dell’indicazione della data appropriata sugli alimenti da parte di tutti i soggetti coinvolti possono contribuire a ridurre gli sprechi alimentari nell’UE, pur continuando a garantire la sicurezza degli alimenti.” Per questo motivo Efsa ha a messo ha analizzato i fattori da considerare per stabilire la scadenza di un prodotto a confezione chiusa conservato secondo le indicazioni riportate sull’etichetta.

Lo strumento elaborato dell’Efsa prevede una serie di domande a cui il produttore deve rispondere, per determinare quale indicazione mettere in etichetta. Per esempio, si chiede se ci sia già una data di scadenza prescritta dalla legge per il prodotto, se l’alimento subisca trattamenti particolari, se verrà manipolato ancora prima del confezionamento, e quali siano le condizioni di conservazione.

Gli esperti  dell’Efsa hanno anche analizzato i fattori che devono essere presi in considerazione dagli operatori del settore per stabilire il “termine di conservabilità”, ovvero la finestra temporale durante la quale un alimento resta sicuro e/o di qualità adeguata per il consumo, presupponendo che la confezione resti intatta e il prodotto venga conservato secondo le istruzioni.
(GZ)

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