Alex Masini

Una "tortura" inaspettata

2019-09-10 21:24:38

Fanfiction nel fandom di Harry Potter Personaggi/coppia: Sirius Black/Lucius Malfoy Genere: Erotico, Song-fic (violence, dei Tender), Introspettivo Avvertimenti: Lemon, Contenuti forti, Violenza, Bondage Rating: Rosso La storia partecipa al contest: tenderly – destroy me indetto nel forum di EFP

Capitolo 1: Notte


All I need is someone to save
Want to be remembered
Want you to know my face
All I need is rest
Get that pain off my chest
All I need is silence
Give me sex and violence
It's all the same
It's all the same to me
-"Violence", Tender


La strada è deserta.

La notte qui a Diagon Alley è sempre tranquilla, non si può certo dire lo stesso per la vicina Nocturn Alley. Quest'ultima di notte è piena di "vita", popolata in massa dai Mangiamorte. Le strade sono ricoperte di maghi con un lungo mantello nero e una maschera a nasconderne il vero volto.

Si nascondono, hanno paura di essere scoperti.

Hanno paura di noi. Paura dell'Ordine.

Come i miei compagni sono in missione, dobbiamo cercare di identificarne il più possibile, mettergli pressione e fargli commettere passi falsi.

Mi trasformo, un cane nero si mimetizza abbastanza bene nell'atmosfera lugubre nella quale presto mi troverò.

Passo sotto l'arco ed eccomi in piena città, i locali sembrano chiusi ma in realtà sono più che aperti. Il via vai di gente è incessante.

Magie Sinister è uno dei più gettonati, insieme al Pub in angolo.

Sono diverse sere ormai che bazzico da queste parti e penso di aver individuato Malfoy, sono quasi certo sia lui. Dopotutto in pochi possono vantare dei capelli come i suoi.

Li nasconde sotto il cappuccio e la maschera ma alcune ciocche, l'altra sera, con il vento lo hanno tradito e sono, se pur per un secondo, entrati nel mio campo visivo.

L'ho seguito ma non mi ha condotto a nulla. Però prima di smaterializzarsi mi ha fissato negli occhi ed io ho potuto memorizzarne la maschera.

Mi ha fissato negli occhi come se sapesse chi ero. 

Mi ha fissato negli occhi e il mio sangue ribolliva. 

Mi ha fissato negli occhi...

Un rumore mi risveglia dai miei pensieri. Sembra che nel pub qualcosa non vada per il verso giusto.

Mi avvicino e poco dopo vedo tre maghi uscire seguiti da altrettanti Mangiamorte con le bacchette puntate contro i poveri malcapitati. Scruto le loro maschere e riconosco quella che per me appartiene a Lucius.


I tre seguaci di "Colui che non deve essere nominato" rientrano nel pub e d'improvviso mi viene una malsana idea. Cerco un vicolo isolato e mi ritrasformo in umano, evoco, dal mio armadio, un mantello identico a quello dei Mangiamorte ed entro da Magie Sinister per vedere se posso trovarmi una maschera. Quel posto è davvero raccapricciante, contiene un'infinità di oggetti oscuri. In un angolo, nascosto vicino al retro bottega, noto un lampo argentato, mi avvicino e scopro un cesto pieno di maschere che fanno proprio al caso mio. Ne indosso una e, fintamente interessato, continuo a vagare nel negozio. Studio quello che fanno gli altri e decido che per non farmi scoprire è meglio se acquisto qualcosa. La mia attenzione è catturata da uno specchio, non sembra nulla di speciale eppure deve avere delle qualità. Lo prendo e mi dirigo verso la cassa. Il proprietario mi guarda incuriosito, segna l'acquisto e dopo averlo pagato mi congeda con un saluto che ricambio malamente, esco e mi dirigo al pub.


Non mi ci vuole molto ad individuare il mio obbiettivo, prendo un wiskey incendiario e mi siedo a un tavolino a portata d'orecchio.

Dopo una ventina di minuti sento dei passi dirigersi verso di me, uno strano oggetto si posa sulla mia spalla ed un corpo quasi mi sovrasta. Una voce flebile, ma che non ammette repliche, mi sussurra all'orecchio «Vieni con me cagnetto».

Il sangue mi si gela all'istante, il cuore accelera i suoi battiti e inizio a sudare freddo.

Mi alzo, assecondando il mago alle mie spalle, sento la sua bacchetta pungermi la schiena e farmi strada verso l'uscita.

Alla luce del lampione scorgo un bagliore argentato sulla mia spalla, non può essere altro che il bastone da passeggio di Lucius.

Sono stato catturato dalla mia preda.

Mi guida fino ad un vicolo lontano da occhi indiscreti e poi ci smaterializziamo.

Cerco di capire dove mi porterà ma niente di ciò che vedo per me ha un senso, non trovo indizi o significati.

Arriviamo.

Siamo in una strada isolata, di fronte a noi una squallida dimora probabilmente abbandonata.

La presa di lui sulla mia spalla si è fatta più serrata, mi obbliga ad entrare e salire le scale dislocate che si trovano all'interno.

Raggiungiamo una stanza, al cui centro si trova un letto. Non c'entra nulla con tutto il resto, è un letto a baldacchino molto grande e spazioso.

La bacchetta, che fino a pochi istanti prima mi perforava con forza la schiena, viene elegantemente manovrata per tutta la stanza.

Sono certo che prima di accendere la luce abbia bloccato ogni uscita.

Mi rendo conto di essere in trappola, di essere completamente solo con un Mangiamorte.

Solo con un Mangiamorte in una camera da letto. 

Nella mia mente si formano milioni di scenari lugubri.
Potrei ritrovarmi squarciato vivo dopo esser stato torturato con la maledizione Cruciatus.
Potrebbe mettermi sotto Imperio e costringermi ad ammazzare i miei amici.
Potrebbe usarmi per qualsiasi suo scopo e poi farmi suicidare.
Potrebbe anche farmi finire ad Azkaban, sicuramente è un destino molto peggiore alla morte.

Tutte queste opzioni sono realistiche, molto più di quella che si sta realizzando sotto il mio sguardo incredulo.
Lucius si è levato la maschera rivelando il suo volto e la sua chioma biondo platino.
Mi sta fissando dritto negli occhi, io sono come ipnotizzato dal suo intenso sguardo glaciale.
Sembra che mi stia leggendo nell'animo, sento balenarmi alla mente pensieri che mai avrei pensato di poter fare. Non verso Lucius, non verso un Mangiamorte.
Eppure, mi ha catturato.
Oppure mi sono fatto catturare? Forse speravo di trovarmi solo con lui, volevo che mi scoprisse.
Perché mi ha portato in questo posto? Perché in una camera con un letto così invitante?

Mentre sono perso, nuovamente, nei miei pensieri lui si è avvicinato a me.
Il suo viso è praticamente incollato al mio.
Il suo corpo è completamente nudo.
Nell'istante in cui me ne accorgo sento la testa girare, il cuore battere all'impazzata e il flusso di sangue concentrarsi soltanto tra le mie gambe.
Un'erezione estremamente rapida ed estremamente dolorosa.
Estremamente piacevole.
Tutto questo è folle eppure lo voglio.
Voglio essere suo, voglio che faccia di me tutto ciò che vuole. Voglio essere il suo giocattolino erotico.
Voglio sentire il suo sesso in ogni parte di me, voglio che mi domini. Voglio che usi tutta la violenza che il suo corpo virile mi lascia presagire.
Voglio che mi faccia dimenticare tutto il dolore che lui, insieme ai suoi compagni ed al loro capo stanno facendo vivere al mondo.
Voglio prenderlo io tutto quel dolore, tutta quella rabbia, tutta quella violenza.

Mi afferra i polsi, me li lega dietro la schiena. Fa la stessa cosa con le caviglie.
Sono sospeso a mezz'aria, legato come un salame.
Mi strappa via il mantello, con gesti rapidi della bacchetta mi ferisce, mi lacera gli indumenti lasciandomi anche graffi e tagli sulla pelle.
Sono ormai praticamente nudo, con solo la maschera che mi copre il viso, il corpo provato a quel dolore così piacevole, così eccitante.
Lo so che quel dolore ha eccitato anche lui, il suo membro marmoreo, perfettamente eretto verso di me, ne è la conferma.
Quanto vorrei averlo dentro di me...
Con il suo inconfondibile bastone da passeggio mi scaraventa al suolo.
L'impatto è stato tremendo.
Tremendamente piacevole...
Con un balzo è sopra di me, mi punta un piede tra le scapole, mi blocca a terra.
Lo sento chinarsi, la sua erezione ora è estremamente vicina al mio posteriore, completamente alla sua mercé.
Ora mi blocca con un ginocchio, lo sento spingere... sta entrando dentro di me.
Urlo. Il dolore è terribilmente acuto, sembra che mi stia spaccando a metà.
L'arroganza con cui è entrato mi ha fatto sussultare, non ero pronto a tanto foga.
Eppure è esattamente quello che desideravo.
Lui ride, si diverte a farmi del male.
La sua risata mi fa eccitare ancora di più.
Lucius continua con le sue spinte, entra ed esce, sempre più forte, sempre più in profondità.
Sempre più dolore, sempre più eccitazione.
Ho il fiato corto dalle urla che non riesco a trattenre, il corpo scosso dai tremiti ad ogni sua spinta.
Il suo membro dentro di me si sta ingrossando, sta per venire è palese.
Ha smesso di ridere.
I nostri gemiti viaggiano all'unisono.
Vorrei riuscire a toccarmi, a prendermi il cazzo, liberarmi. Lo sento turgido, estremamente ingrossato, ho paura che possa esplodere se non soddisfatto.
Lucius ancora una volta sembra leggermi nel pensiero, sento come se si insinuasse, anche, nella mia mente.
Una delle sue mani, che mi stringevano il bacino per farlo collidere il più possibile con il suo basso ventre, si sposta e pochi istanti dopo sento una presa ferrea sul mio membro.
Non resisterò più di qualche secondo, gli verrò in mano all'istante.
Aspetta... ma... non sembra una mano.

Dolore... un grido disumano esce dalla mia bocca. Non ho più aria nei polmoni ed il corpo è tutto in fiamme.
Tra le mie gambe il centro di tutto, una corda mi ha intrappolato il pene ed ora è costretto, quasi accartocciato su se stesso, contro il mio stesso ventre. La corda incantata prosegue il suo giro, mi vola dietro i polsi e giù dalle caviglie, per poi fermarsi al centro della schiena, unendo ancora di più le mie estremità.
Lucius mi solleva e mi scaraventa sul letto. L'atterraggio questa volta è morbido ma strisciando le corde mi lacerano ancora di più la pelle.
Le lenzuola candide sono state intrise del mio sangue.
Lui è di nuovo sopra di me, questa volta lo riesco a guardare negli occhi.
Quanto vorrei che mi togliesse la maschera.
Quanto vorrei che mi guardasse davvero, che vedesse il mio volto e si ricordasse di me.
Eppure sono certo che lui sappia...

Ancora una volta mi penetra.
Una spinta, due, tre...
Un'esplosione di grida e fluidi mi invade. Sento il suo sperma viaggiare dentro di me.
Sento le corde allentarsi, sono libero. Il cambio di pressione mi fa gemere ancora, sono allo stremo delle forze e del piacere.
Un liquido viscoso scende lungo la mia coscia, il mio pene ha smesso di dolore tremendamente, ora è solo un po' intorpidito.
L'eiaculazione è stata un tremendo sollievo, ho ripreso a respirare quasi normalmente.
Lucius mi si piazza di fronte, il suo uccello ancora in tiro è a pochi millimetri dal mio volto.
Non mi ero nemmeno accorto di essere di nuovo a terra, con la schiena appoggiata al bordo del letto.
La sua mano sinistra si avvicina e me, il marchio bello visibile e così estremamente sensuale in questo momento. Mi afferra la maschera e la toglie con un unico, brusco, gesto.
Non ho il tempo di fare o pensare nulla.
Mi ritrovo il suo cazzo spinto prepotentemente in gola.
Lo lecco, lo succhio. Voglio che venga ancora, voglio assaporare il suo seme.
Sento che si ingrossa e che è pronto a sparare.
Ora ho le mani libere... con una afferro il suo scroto, l'altra la posiziono sulle sue natiche per spingerlo ancora di più dentro di me.
Lo lecco ancora una volta e mentre percepisco il gusto amarognolo di lui gli lascio un piccolo morso, ma molto doloroso, sul glande. Il sapore ferroso del sangue si unisce a quello dello sperma.
Lui grida, è un grido di goduria e allo stesso tempo di dolore.

Capitolo 2: Giorno


I don't want to talk about it
I don't want to dream anymore
I don't want to talk about it
Is it love?
Is it war?


We've all got damage done
I'll pretend to be someone
But I don't want to talk about it
I just want the violence to overgrow
-"Violence", Tender


Mi sveglio completamente indolenzito, ho male in ogni singolo centimetro del corpo. La mente praticamente svuotata, non ricordo nulla della notte appena trascorsa.

Non so dove mi trovo, non è casa mia e nemmeno quella di James.

La stanza sembra abbastanza squallida ai deboli raggi del sole che entrano da una finestra oscurata da giornali.

Provo a scorgere qualche informazione utile ma sono gazzette del profeta di decenni fa.

Provo ad alzarmi ma le gambe non reggono, dopo vari tentativi riesco a mantenere l'equilibro. Faccio qualche passo e mi sento bloccato, la gamba destra non riesce più ad avanzare.

Sono legato.

Mi giro e vedo un letto a baldacchino.

Sono nudo.

Un flash assurdo balena nella mia mente. Ho una visione di Lucius Malfoy che mi possiede.

Non può essere. Sarei morto se mi avesse davvero beccato a spiarlo.

Sì ma allora che ci faccio qui? E dov'è qui?

Cerco la bacchetta ma, come i miei vestiti, non sembra esserci.


Nella penombra riesco a identificare una figura incappucciata in un angolo.

Ecco sono spacciato, ora muoio.

La figura, richiamata dai miei movimenti, si avvicina rendendosi meglio riconoscibile.

Mi trovo faccia a faccia con un Mangiamorte, eppure non ho paura.

Sono legato, senza bacchetta ma non ho paura. Una parte del mio cervello dice che non ce n'è bisogno.

Non mi succederà niente, non ora.

L'uomo, con un elegante movimento della bacchetta fa comparire il mio mantello ai miei piedi e mi fa cenno di indossarlo.

Eseguo gli ordini e mi accorgo che nella tasca, al suo posto, la mia bacchetta è intatta e finalmente a mia disposizione.

Sono subito sull'attenti, mano alla bacchetta, pronto a reagire al minimo movimento dello sconosciuto.

O forse non così tanto...

La maschera che indossa mi girovaga, familiare, nella mente.

La corda si allenta, sento il sapore della libertà.

Mi allontano, andando un po' alla cieca verso una delle pareti, la più lontana dal Mangiamorte.

Un luccichio attira la mia attenzione, all'estremità della sua bacchetta risalta una testa di serpente argentata con gli occhi color rubino.

Avrei riconosciuto quell'oggetto tra mille, quella era la bacchetta di Lucius Malfoy e di conseguenza l'uomo mascherato non può essere altri che lui.

Se non fosse stata una visione ma un ricordo? Possibile che...



«Smettila di fingere di non ricordare, non ti ho Obliviato. Sì questa notte sei stato mio, ti ho posseduto e abbiamo goduto insieme. Non ti abituare alla cosa, non si ripeterà.»
La sua voce, tutto d'un tratto rompe il silenzio e le parole che mi consegna sono come un pugno nello stomaco, mi manca il respiro. Non credo alle mie orecchie, eppure ha tutto un senso, il dolore che sento ovunque e quel senso di appagamento che non avevo da anni. Non stavo così bene dai tempi della scuola quando mi sono lasciato andare con un mio compagno di casa, quando ho assecondato un puro istinto animale.
No, basta... Non sono così, non sono un animale. Ho dei sentimenti.
Però mi è piaciuto, lo ricordo bene ora.

«Ti ho detto che è inutile. Non succederà mai più. Mi sono divertito con te, mi sono svuotato e ti ho fatto capire chi è il più potente qui. Sei stato un bravo sottomesso.
Ho trovato estremamente semplice sopraffarti, non immagini quanto sarebbe stato facile ucciderti. Non sai quanto lo sia anche ora.»
No, basta... smettila di parlare.
«Cos'è non dici niente? Sei perso ancora nei ricordi o forse mi stai sognando?» Ride, beffardo. Sa esattamente cosa penso, mi sta leggendo la mente. L'ho capito, è da ieri che lo fa. Non riesco ad impedirglielo.
Non mi importa di niente, voglio solo smettere di parlarne, smettere di sognare anche ad occhi aperti.
«Allora? Hai perso la lingua cagnetto?»
«Taci Malfoy! Non parlarmi, non farlo mai più.» Estraggo la bacchetta e gliela punto contro. Lui risponde subito al gesto e attacca.
Inizia un duello estremamente eccitante, sento un formicolio pervadermi il corpo.
La nostra è una danza, una danza pericolosa ed estremamente violenta, a tratti dolorosa.
Vengo schiantato più di una volta, sento le ossa che scricchiolano, si frantumano sotto la potenza dei suoi colpi. La mia difesa è sempre più debole, sto soccombendo eppure mi sembra sia l'unica cosa che desidero in questo momento.
Lui lo sa, io sono di nuovo suo.
Ma lo sono davvero o è solo una mia controfigura? Sono davvero io o è solo una maschera?
Mi riscuoto, è il momento di reagire. Devo trovare la forza di dimostrare chi sono, o meglio chi fingo di essere.
Indosso nuovamente i panni Sirius Black, uno dei più stimati membri dell'Ordine. Colui che ha rinnegato la sua famiglia, che è stato eliminato dall'arazzo eppure è diventato un uomo sano e forte, senza problemi. Sirius Black che è davvero se stesso quando è "il cagnetto".
L'uomo che tutti credono io sia non è suo, ma io sì. La vera maschera è l'uomo che si presenta ogni giorno, non il sottomesso che Lucius ha conosciuto questa notte. Io desidero la violenza.
Lui lo sa. Non posso nasconderglielo. Però dobbiamo giocare, dobbiamo combattere.
Dopotutto siamo in guerra.
Ma davvero siamo in guerra? Magari questo è solo amore?

Sferro un attacco, spiazzandolo e per mantenere il vantaggio gli sputo in faccia un piccolo particolare che forse gli è sfuggito «Non penso di essere stato poi così passivo. Quando ne ho avuto l'occasione ti ho morso il cazzo, avrei potuto staccartelo se solo avessi voluto.»
Le mie parole non hanno avuto l'effetto sperato. Lucius non si è scomposto nemmeno un po', anzi si è messo a ridere e poi tornando estremamente serio mi spegne, palesandomi la realtà dei fatti sotto il naso «Hai detto bene, se tu lo avessi voluto. Io sapevo che non volevi, non lo faresti mai ti piace troppo. È vero, mi hai dato un piccolo morso ed è stato estremamente eccitante. Doloroso, certo, ma è stato il momento più eccitante della mia vita.»
È tutto così dannatamente vero che rimango impalato, con la bocca spalancata.

Dopo qualche istante Lucius si avvicina a me e mi tira un pugno così ben assestato che mi spacca la mandibola. Sputo sangue e rido.
Voglio essere ricoperto dalla violenza, dalla sua violenza.
Provo a parlare, con estrema fatica e un dolore lancinante che mi distrugge ad ogni minimo movimento. Alla fine riesco a dirgli «Tu sei la cosa più eccitante della mia vita. Il sesso e la violenza. Siamo entrambi danneggiati e ci comprendiamo. Siamo danneggiati e la violenza è tutta la nostra vita. Voglio essere ricoperto dalla tua violenza.»
Chiudo gli occhi e mi preparo per il colpo che so arriverà a soddisfare la mia richiesta.
Lucius non si fa attendere, scatena tutta la sua rabbia con il mondo. Mi pesta fino a rompermi tutte le ossa, anche quelle che non sapevo esistessero.
Lancia maledizioni cruciatus a ripetizione.
Mi contorco dal dolore, beandomi di tutta quella violenza. Beandomi di tutto quell'amore.
Beandomi della guerra che esiste tra noi e tra i nostri cuori. Così differenti eppure così uguali.
Ha terminato, ha il respiro affannoso, io quasi non riesco a prendere aria, la gabbia toracica ha un movimento così tanto limitato che potrei soffocare da un momento all'altro.
Tra le macchie che mi annebbiano la vista, i sensi che ormai sto perdendo, vedo Lucius allontanarsi. Apre una porta e, prima di abbandonarmi lì, punta la bacchetta su di me ed immediatamente sento un moto di sollievo.
Sono tornato a respirare normalmente, mi sta guarendo.

Sparisce, si è smaterializzato. Sento un vuoto nel petto e il dolore è di nuovo vivido.
Devo andarmene da qui prima che qualcuno mi scopra.
Devo andarmene prima di morire. Ho bisogno di vere cure.

Faccio svariati tentativi per rimettermi in piedi, all'ennesima facciata che tiro al pavimento, rinuncio.
Decido di provare a strisciare vicino alla mia bacchetta, che nella colluttazione è volata dall'altra parte della stanza.
Dopo quella che sembra un'eternità ci riesco, con le ultime forze che mi sono rimaste mi smaterializzo.
La destinazione non può essere che casa di James.

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