Alessia Lenoci

Founder Junior

Tibet, il tetto del mondo

2019-05-14 09:20:19

Oltre ad occupare il luogo più alto del pianeta (14 cime che si ergono al di sopra degli 8.000 mt tra cui il celebre Monte Everest, (alto ben 8.848 mt.), il popolo tibetano è unico per la sua visione della vita.

La loro identità nazionale è imperniata sul buddismo. Per il popolo del Tibet il Dharma (la Dottrina) è tutto. Nell’arco di oltre mille anni, a partire dal re Songtsen Gampo (inizi del VII° secolo) fino al regno del V° Dalai Lama (il “Grande Quinto”, inizi del XVII° secolo), la cultura tibetana ha subito un laborioso processo di trasformazione: da etnocentrica, guerriera e imperialista è diventata universale, spirituale e buddista. Per più di trecento anni i tibetani, per propria scelta, non hanno avuto un esercito. Hanno volutamente posposto la crescita materiale a quella spirituale. Per secoli hanno utilizzato le risorse finanziarie principalmente per mantenere i monasteri e consentire ai monaci e alle suore di studiare. Non hanno considerato la ruota solo come un mezzo di trasporto ma come uno strumento per generare la preghiera, l’energia sacra del mantra “OM MANI PADME HUM”. I loro governanti, dopo aver trionfato su dinastie sanguinarie, provenivano 

da lignaggi spirituali di saggezza e compassione. 

E’ una cultura di valore inestimabile, che fa da contrappunto alla nostra, perché proiettata verso l’interiorità allo stesso modo in cui noi diamo invece peso alle cose esteriori. Potrebbe fornirci preziose indicazioni per aiutarci a ristabilire l’equilibrio del pianeta e a restituire un equilibrio spirituale a quanti sono stati follemente travolti dall’eccessivo materialismo. E’ una cultura che vive in clandestinità in patria e in libertà solamente in esilio.