Alessia Lenoci

Founder Junior

Siamo pronti a "decrescere"?

2019-07-30 07:18:15

Stiamo vivendo un grande momento di crisi globale. L'impatto dell'uomo sull'ambiente sta producendo conseguenze visibili e catastrofiche. E' arrivato il momento di cambiare direzione (in realtà sono almeno vent'anni che si parla di invertire tendenza) e di iniziare a ripensare alle nostre vite.

Non è più pensabile continuare a sfruttare le risorse del pianeta, già scarse, in maniera sconsiderata e inconsapevole, soprattutto a scapito delle generazioni future.


Cosa possiamo fare?

Innazitutto imparare a fare a meno del superfluo e iniziare a concepire lo spreco delle risorse come la più stupida e ingiusta delle azioni. 


Avete mai sentito parlare di "decrescita felice"? 

"Il concetto di decrescita è alla base di una corrente di pensiero politico, economico e sociale favorevole alla riduzione controllata, selettiva e volontaria della produzione economica e dei consumi, con l'obiettivo di stabilire relazioni di equilibrio ecologico fra l'uomo e la natura ovvero sviluppo sostenibile in termini di indici di sviluppo di fronte anche al rapporto sui limiti dello sviluppo, nonché di equità fra gli esseri umani stessi.

Come ha affermato Serge Latouche, uno dei principali fautori della decrescita, essa è innanzitutto uno slogan per indicare la necessità e l'urgenza di un "cambio di paradigma", di un'inversione di tendenza rispetto al modello dominante della crescita basato sulla produzione esorbitante di merci e sul loro rapido consumo".  (Wikipedia)


Il circolo delle “otto R” di Serge Latouche identifica otto passi fondamentali da compiere per realizzare la Decrescita.

  1.  Rivalutare  (Riconsiderare i valori in cui crediamo e in base ai quali organizziamo la nostra vita )
  2. Riconcettualizzare (Riappropriarsi dei concetti rubati, delle parole distorte ad uso e consumo pubblicitario e tornare ad usare il pensiero critico, interrogandosi razionalmente sul senso delle cose).
  3. Ristrutturare (Adattare e convertire in funzione del cambiamento dei valori le strutture economico–produttive, i modelli di consumo, gli stili di vita, così da orientare la società verso la decrescita)
  4.  Ridistribuire (Garantire a tutti gli abitanti del pianeta l’accesso alle risorse naturali e ad un’equa distribuzione della ricchezza, assicurando un lavoro soddisfacente e condizioni di vita dignitose per tutti quei paesi sottosviluppati le cui ricchezze e risorse sono sfruttate colonialmente dalle grandi superpotenze democratiche.)
  5.  Rilocalizzare (Consumare essenzialmente prodotti locali, a km zero, frutto della biodiversità endemica dei luoghi).
  6.  Ridurre (Sia l’impatto sulla biosfera dei nostri modi di produrre e consumare che gli orari di lavoro. Il consumo di risorse va ridotto sino a tornare ad un’impronta ecologica pari ad un pianeta)
  7.  Riusare (Riparare le apparecchiature e i beni d’uso anziché gettarli in una discarica, superando così l’ossessione, funzionale alla società dei consumi, dell’obsolescenza degli oggetti e la continua abitudine allo spreco che caratterizza i paesi ricchi da ormai mezzo secolo.)
  8.  Riciclare (Recuperare tutti gli scarti non decomponibili derivanti dalle attività umane, prendendo come modello i virtuosi paesi scandinavi e i sistemi più moderni ed efficienti di raccolta differenziata porta a porta.)


Tutto ciò comporta una forte presa di coscienza, e non si può sperare che un simile sforzo possa partire dall’alto delle istituzioni, è necessario che i singoli inizino da soli tale cammino, ognuno nel proprio lavoro e nella propria quotidianità. 


Ci sentitiamo pronti per decrescere? siamo disposti a rivedere le nostre vite, reimpostando totalmente le nostre scale di valori? Siamo capaci di dare nuove priorità alle nostre azioni, mettendo al primo posto il benessere della Terra?