Alessia Lenoci

Founder Junior

Noi non difendiamo la Natura, noi siamo la Natura che difende sé stessa.

2020-02-04 14:43:40

L’Amazzonia è la più grande foresta pluviale del mondo. Ma è anche la dimora ancestrale di 1 milione di indigeni.

Sono divisi in circa 400 tribù, ognuna con la sua lingua, la sua cultura, il suo territorio.


Molte sono in contatto con il mondo esterno da più di 500 anni. Altre invece, le tribù “incontattate”, non hanno mai avuto rapporti con le società che li circondano.


Queste tribù, che spesso includono gruppi isolati, tendono a vivere nel folto della foresta, lontano dai fiumi. In alcuni casi coltivano qualche vegetale ma si sostengono principalmente con la caccia e la raccolta.


Oggi, praticamente tutti gli Indiani amazzonici hanno accesso all’assistenza sanitaria ed educativa “occidentale”. Quando i progetti sono controllati e gestiti dagli Indiani stessi, sono efficaci.


Qual è il problema?

Quasi tutti i problemi degli Indiani amazzonici derivano dalla terra e dalle sue risorse, di cui molti “stranieri” vogliono impadronirsi a ogni costo. In passato, oggetti del desiderio erano l’oro, la gomma (chiamata anche “oro bianco”) e il legno – tutti molto abbondanti in Amazzonia. Oggi, le minacce più gravi sono legate al boom del petrolio (“l’oro nero”), alle prospezioni di gas nell’Amazzonia orientale, al taglio illegale della foresta e alla rapida espansione dell’allevamento e delle imprese agricole.


Terra = Vita

Quando le loro terre vengono rispettate, generalmente, le tribù prosperano. Tuttavia, mentre in Brasile gli Indiani non hanno alcun diritto alla proprietà collettiva delle loro terre, in altri paesi, come in Perù e in Colombia, questi diritti sono riconosciuti da decenni ma vengono regolarmente calpestati da aziende e governi conniventi.


Oggi, cinque secoli dopo l’arrivo dei primi europei in Amazzonia, moltissimi Indiani continuano a morire per mano degli invasori e interi popoli devono affrontare ogni giorno la minaccia dell’annientamento.