Alessia Lenoci

Founder Junior

Maggio degli alberi - 12. BANYAN TREE (Baniano)

2020-05-12 16:46:26

E' uno degli alberi che più amo. In India adoro ammirarli e sedermici sotto. Una vera magia e una sacralità a cui non si può restare indifferenti.

L’albero più largo del mondo, decisamente da Guinness dei primati, è un banyan, o baniano, noto ai botanici come Ficus benghalensis, parente stretto del fico sacro (Ficus religiosa), ed ovviamente del nostro fico (Ficus carica). 

La caratteristica più appariscente della specie (anche se non esclusiva, poiché tipica di altri taxa del genere Ficus) è la produzione costante e massiccia di radici aeree, che si originano dai rami degli individui adulti. Queste crescono lentamente verso il basso, sfruttando anche l’umidità presente nell’atmosfera, finché giungono al suolo e vi penetrano, diventando, per aspetto e funzione, un vero e proprio fusto. Il significato del nuovo tronco non è tanto quello di formare un albero indipendente, quanto di fungere da sostegno alla crescita e all’espansione in orizzontale della branca che lo ha generato. In questo modo il Banyan si allarga continuamente verso l’esterno, potendo l’area coperta dalla chioma raggiungere dimensioni incredibili: diviene un “albero foresta”, composto da un grande fusto centrale, e da innumerevoli fusti secondari, a guisa di colonne di un tempio, di dimensioni ed età variabili. Le particolari modalità di accrescimento ne fanno una tra le specie con maggiori dimensioni della chioma al mondo. Lo stesso tronco principale appare come un amalgama fatto di costole spiralate, ex radici aeree che vi si sono saldate durante la loro discesa.


A dimostrazione che in Natura tutto è collegato, i semi racchiusi nei frutti germogliano più facilmente se vengono mangiati da mammiferi o uccelli e quindi dispersi nell’ambiente dopo il passaggio nel loro tubo digerente. Un vantaggio per la specie e per la fauna locale. Il banyan è molto diffuso nei suoi luoghi di origine, che sono l'India e il Pakistan.


L’enorme estensione della densa chioma ne fanno luogo di aggregazione umana per eccellenza. Quasi tutti i villaggi dell’India rurale hanno il loro Banyan, alla cui ombra si incontrano le persone per rilassarsi e chiacchierare, oppure per tenere riunioni comunitarie. Lo stesso nome deriva dalla parola banias, che significa mercante in lingua gujarati, ad indicarlo come albero sotto il quale si teneva il mercato. Banyan è comunque il nome dato alla pianta dagli inglesi; in Hindi è designato come Bargad o come Bher, e nelle scritture sacre con il nome sanscrito Nyagrodha. Un altro curioso nome antico è Bahupada (=quello con molti piedi), che rimanda immediatamente alle sue innumerevoli radici. 


Albero la cui sacralità si perde nella notte dei tempi, sancita come è da numerose citazioni presenti già nei Veda, il Banyan simboleggia principalmente Shiva. Nelle mirabili rappresentazioni plastiche che adornano le facciate dei templi induisti del sud dell’India, esso appare frequentemente alle spalle del dio, nella sua manifestazione di Dakshinamurti, ovvero di maestro e dispensatore di ogni tipo di conoscenza, e di distruttore dell’ignoranza.


Nel mare infinito del simbolismo Hindu, il Bargad è anche simbolo di Brahma e di Vishnu, e comunque può essere dedicato a varie altre divinità, come testimoniano le statuine ospitate nei piccoli templi che si trovano quasi sempre alla sua base. Negli alberi che non crescono in prossimità dei templi, risiedono pure varie divinità minori, quali Yakshas (spiriti degli alberi), Kinnaras (creature mezzo uomo e mezzo animale), e Gandharva (musicisti celesti), e nei suoi rami sono ospitati fantasmi e demoni: è usanza popolare di non dormire la notte sotto i Banyan, causa la presenza di tutti questi spiriti.  


Anche per i buddisti il Bargad riveste un’importanza particolare, essendo l’albero sotto cui Buddha sedette per sette giorni, dopo avere raggiunto l’illuminazione, assorbito in una perfetta beatitudine. 


Il taglio di un Banyan è un tabù ancora molto diffuso, in particolare nell’India rurale, tanto che chi per ignoranza ne distrugge uno, deve sacrificare una capra alle divinità della pianta. Colui che pianta un Banyan (ed è usanza sotterrare una moneta d’argento sotto le sue radici), si ricopre invece di meriti spirituali.  

Il Banyan è l'albero nazionale dell'India, un albero e una Terra a cui sono profondamente legata.