Alessia Lenoci

Founder Junior

È a rischio l’uomo, non la Terra.

2020-02-11 09:08:05

Sono forti le parole dell'astronauta italiano Luca Parmitano al rientro dalla missione spaziale dell’Esa Beyond durata 201 giorni.

è stata la fragilità del nostro pianeta il punto più importante sottolineato dal nostro astronauta. Una fragilità che dallo spazio si percepisce vera. L’astronauta dell’Esa ha sottolineato come vista dall’alto del nostro pianeta, dalla Stazione Spaziale Internazionale, «ti rendi conto che quello che hai visto fino questo momento della Terra è solo una piccolissima parte di un sistema vivente» che è a rischio. Ma, ha sottolineato Parmitano, «la vita continua ben oltre i danni che stiamo facendo perché l’universo è predisposto per la vita». A rischio invece «è l’uomo e bisogna agire».

Dallo spazio «si vede la fragilità, la bellezza della natura che si ribella». «Nei 7 mesi in orbita abbiamo assistito a uragani mai visti prima: dalle Bahamas a Portorico». «Abbiamo visto fuochi bruciare nelle foreste Amazzoniche, in Africa, in Australia». «Ho fotografato l’Australia per 4 mesi, un intero continente in rosso» ha commentato l’astronauta. «Questa fragilità così evidente ha l’effetto di farci pensare: qual è l’elemento più fragile? Me lo hanno chiesto anche al summit sul clima all’Onu. Era una domanda che non mi aspettavo: la cosa più fragile siamo noi uomini» è la risposta.

«La vita – ha osservato Luca Parmitano – continuerà ben oltre i danni che stiamo facendo, l’Universo è predisposto per la vita, la vita è perfettamente allineata con i principi della fisica, quindi continuerà ad esserci ma non è detto che in futuro ci sia l’uomo in questo sistema». «Se vogliamo preservare l’uomo è il momento di agire. È un problema che ci riguarda molto, molto da vicino» ha concluso l’astronauta.


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