Alessia Lenoci

Founder Junior

Amazzonia, ucciso un altro leader indigeno: proteggeva la foresta

2019-11-03 10:57:14

I mercenari dei gruppi agrari hanno assassinato Paul Paulino Guajajara che guidava uno dei gruppi dei "Guardiani della foresta" nello stato di Maranhão.

E’ l’ultima vittima di una strage continua, sistematica, preordinata e quasi sempre impunita. Si chiamava Paulo Paulino Guajajara ed era un leader indigeno di Araribóia, nella regione di Bom Jesus das Selvas, stato di Maranhão, nord del Brasile. Da due mesi era diventato uno dei tanti “Guardiani della foresta” che le comunità indigene hanno creato per pattugliare le foreste dell’Amazzonia e fare il lavoro che lo Stato centrale non fa. 

La guerra per il controllo delle terre è una costante in molti paesi in cui si affaccia l’Amazzonia e altre importanti foreste. C’è in ballo un business che vale miliardi di dollari. Non solo terra da usare per le coltivazioni intensive, per abbattere alberi e ricavare legno da esportare. C’è il narcotraffico, ci sono le estorsioni, i pizzi, le tasse illegali per il diritto di passaggio.
Due giorni fa in Colombia, nella Cauca, regione del sud ovest dove soprusi, omicidi e violenze sono quotidiani, perché strategica per le bande di narcos e della guerriglia, sono stati uccisi 5 indigeni che facevano parte di una commissione governativa incaricata di svolgere dei rilievi, anche con l’aiuto di droni, per la costruzione di strade altre infrastrutture.

 Anche questi erano tutti indigeni locali. I corpi mostravano i segni di torture. Uno è stato decapitato. La strage, secondo la comunità indigena locale, è opera di un “Gao”, Gruppi armati residuali organizzati, in particolare della colonna “Dagoberto Ramos”, transfughi della guerriglia che non hanno aderito all’accordo di pace del 2016. La zona, nella comunità indigena di Corinto, è nota per essere un corridoio importante per la produzione di coca e marijuana e come transito per il loro trasporto verso il Centro America e poi negli Usa. Altri due leader indigeni locali erano stati fatti fuori due giorni prima, il 29 ottobre.
(da Repubblica.it)


Questa gente paga con la vita una battaglia è che per la difesa della Terra e della sopravvivenza della vita del genere umano e di tutte le altre specie. Sono eroi silenzosi del nostro tempo a cui va la mia più profonda gratitudine.