Alessandro Santolamazza

2024-04-20 16:40:11
Chiostro del monastero di Santa Chiara. Napoli
Alessandro Santolamazza

2024-04-18 20:35:39

In memoria di Raffaella Carà

Alessandro Santolamazza

2024-04-14 19:05:17

Venezia, Peggy Guggenheim e il cavaliere di Marino Marini.

Peggy, grande mecenate e collezionista americana, nata a New York nel 1898, morì a Venezia nel 1979, all’età di ottantuno anni, ed è proprio lì – nel suo amato museo a metà strada tra il ponte dell’Accademia e la basilica di Santa Maria della Salute con vista mozzafiato sul Canal Grande – che è sepolta in compagnia dei suoi quattordici cani.

Nel 1949 si stabilì a Venezia, quell’anno acquistò da Marino Marini due dei suoi famosi “Cavalieri” prodotti in poche decine di esemplari, in bronzo o in creta e oggi contesi da collezionisti e musei di tutto il mondo.

Uno dei due finì poi per arredare la famosa “Casa sulla cascata” progettata da Frank Loyd Wright in Pennsylvania per i Kaufmann.

Il bronzo che Peggy tenne per sé, “L’Angelo della Città”, ha una caratteristica singolare.

Il cavaliere nudo a braccia aperte, sembra irrigidito in un orgasmo di gioia.

Peggy aveva posto solo una condizione all'artista: il pene doveva essere smontabile per poter essere tolto in occasione di ospiti suscettibili.

Comunque sia, l’angelo “arrapato” di Marini venne da lei piazzato davanti allo scalone di ingresso di Ca’ Venier dei Leoni, sul Canal Grande, come una sfida ai benpensanti che inorriditi potevano vederlo passando in vaporetto.

Peggy era eccentrica ma rispettava Venezia e i veneziani: ogni volta che passava un funerale, in gondola ovviamente, o che c'erano regate storiche legate al culto cattolico, andava a svitare il pene del "cavaliere".

Ma tutto questo "svita e riavvita" creava curiosità tra i suoi ospiti.

Finché un giorno, fra grandi risate, lei chiese a Marini di fargli un altro pene di bronzo per l’Angelo, perché l’originale era stato rubato.

Da allora l’indispensabile accessorio venne saldato al suo posto.

E lì sta tutt’ora, ormai parte irrinunciabile del patrimonio d’arte di Venezia.

Peggy non si limitava a collezionare opere d’arte: i “suoi” artisti diventavano amici – ne sposò due: Laurence Vail e Max Ernst – e spesso li ospitava in casa sua.

Marini era già famoso in Italia quando conobbe Peggy Guggenheim, probabilmente alla Biennale d’Arte del 1948.

Ma fu proprio in quegli anni che lo scultore venne “scoperto” dai galleristi d’Oltreoceano che lo lanciarono a livello mondiale.

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