Alessandro Rebuscini

"Est modus in rebus".

COS'È IL "MUCHIMI"?

2020-05-27 20:12:22

Andiamo a scoprire cosa significa il termine "muchimi" per un praticante di karate tradizionale di Okinawa.

Prima di praticare il karate tradizionale di Okinawa non avevo mai sentito parlare di "muchimi".


Questo termine viene utilizzato nell’ambito delle arti marziali okinawensi per descrivere due concetti comuni tra loro.


Da una parte abbiamo il concetto di elasticità e flessibilità “muchi” da applicare al modo di generare potenza.


Il praticante di karate o kobudo deve conoscere questo tipo di caratteristiche e cercare di applicarle al proprio uso del corpo. In questo modo quest'ultimo, è in grado di generare molta energia rimanendo rilassato e quindi evitando tutte quelle problematiche derivanti da un eccessivo irrigidimento.


Durante la pratica del karate tradizionale di Okinawa ci si sente spesso ripetere dal maestro o dagli altri praticanti la parola “relax” e questo dimostra quanta importanza ha questo concetto per una pratica corretta e funzionale.

Dall’altra parte troviamo il concetto di “colloso” o “appiccicoso” (muchimi) che va applicato al modo di afferrare, bloccare e tirare l’avversario.


Nel karate tradizionale di Okinawa si predilige una distanza medio-corta e quindi più adatta alla difesa personale e di conseguenza tecniche di bloccaggio, strattoni e spinte sono molto comuni e presenti ovviamente anche nei kata. Il concetto di “mani appiccicose” rappresentato dal termine “muchimi” appunto, viene applicato alle tecniche sopra citate con lo scopo di rimanere attaccati il più possibile all'avversario mantenendo il contatto fisico e ricavandone quindi un vantaggio.

Per entrambi i concetti vi sono esercizi propedeutici praticati appositamente per sviluppare queste caratteristiche indispensabili per un’efficacia marziale.


Il termine “muchimi” usato nell’arte marziale trae origine dalla cucina. Infatti, i “mochi” sono dei dolci tipici fatti con del riso glutinoso che viene modellato a forma circolare ed al cui interno vengono spesso riempiti con del ripieno a base di fagioli rossi oppure di erbe o anche frutta. La caratteristica principale di questo dolcetto risiede proprio nella sua elasticità quasi collosa.


Ricordatevi dunque di praticare karate in maniera rilassata ricercando l’elasticità del corpo e immaginate di avere mani appiccicose in grado di rimanere attaccate all'avversario.

Vi lascio con una frase in Uchinaaguchi ovvero nella lingua tradizionale delle Ryukyu:

“Toddi chikaya nu uchi nu nakan kaiya, muchi nu an”.

“Al centro della difesa e dell’offesa di un maestro di karate c’è il muchimi”.


D'ora in avanti quanto sentirete questa parola pensate al dolce elastico ed appiccicoso e cercate di imitarne le caratteristiche nella vostra pratica.


Se avete bisogno di approfondimenti o dritte non esitate a contattarmi. Commentate o scrivetemi tramite messaggio privato. Sarò felice di potervi essere utile.


Alla prossima...


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by Alessandro Rebuscini