Alessandro Rebuscini

"Est modus in rebus".

CHE COS'È LO "SHIME"?

2020-06-04 19:47:40

Continuiamo il nostro viaggio nel mondo del karate tradizionale di Okinawa con la sua specifica terminologia. In questo articolo vi presento un termine che spesso viene confuso con un altro molto conosciuto. Il termine che interessa a noi è "shime".

Come accennavo poco sopra il termine di cui capiremo il significato continuando la lettura è possibile confonderlo con un altro che la credo tutti i karateka del mondo conoscono, ovvero "kime". 


Per capire la differenza tra i due termini, voglio prima spiegare il termine più conosciuto ed utilizzato.


Il termine "kime" che è poco utilizzato ad Okinawa è invece molto utilizzato nel resto del Giappone e in tutto il mondo. Questo termine nella cultura dove è nato sta ad indicare una contrazione di tutto il corpo nel momento in cui deve culminare l'energia di un colpo che va indirizzata, tutta, verso la direzione del bersaglio. Per ottenere questo oltre al corpo bisogna metterci anche lo spirito il "ki" in giapponese o "chi" in cinese. 


Ad Okinawa come dicevo prima la parola "kime" viene poco utilizzata ed al suo posto si utilizza un'altro termine che indica una cosa simile ma comunque diversa


Il termine "shime" rappresenta anch'esso una contrazione, ma di una specifica parte del corpo ovvero la chiusura dei muscoli giusti nel momento giusto.


Per testare la corretta chiusura muscolare con il giusto tempismo infatti è pratica comune, ad Okinawa, eseguire una verifica dello "shime" andando a colpire nei punti corretti l'allievo che esegue un kata. 


Il maestro che esegue questo test quindi, non si limita a colpire l'allievo a caso o per vedere se prova o meno dolore, ma ha ben presente grazie alla sua esperienza quali sono i punti specifici da controllare. Colpendo questi punti verifica ad esempio se una posizione è stabile, oppure se un arto è sostenuto da un muscolo ben preciso.


Ecco perché questa pratica non può essere eseguita da chiunque, ma solo da persone competenti.


Usando le parole del mio Maestro voglio quindi precisare che nonostante tra i due termini vi siano indubbiamente dei punti in comune, non sono però la stessa cosa.


"Una Fiat Panda ed una Ferrari Enzo, sono entrambe delle automobili però una è un'utilitaria mentre l'altra è una macchina sportiva. Sono entrambe macchine ma hanno scopi ed utilità diverse".



Per concludere voglio ritornare al discorso del "ki" in quanto un'altra differenza sostanziale tra "shime" e "kime" sta nel fatto che nella seconda è incluso l'aspetto legato al concetto di energia vitale, mentre nel primo questo aspetto non rientra nei punti fondamentali presi in considerazione.


Da questo momento avete un ulteriore concetto che può e dovrebbe, entrare a far parte del vocabolario del praticante di karate. Ovviamente è essenziale avere un maestro che sia in grado di far comprendere, allenare e testare lo "shime" però è comunque buona cosa sapere che esiste anche questo termine e quali differenze ci sono tra esso ed altri termini che rappresentano concetti simili. 


Se vi capiterà di vedere dimostrazioni in cui un maestro colpisce in determinati punti un allievo durante l'esecuzione di un kata, ricordatevi che, se eseguita correttamente quella pratica serve a testare lo "shime".


P.S.

Nello specifico questa pratica viene eseguita quasi esclusivamente con due kata:


-il kata Sanchin, tipico degli stili Goju-ryu e Uechi-ryu;

-il ka Naihanchi o (Tekki) tipico dello stile Shorin-ryu e Matsubayashi-ryu.


P.P.S.

Gli stili sopra citati sono i quattro stili tradizionali di Okinawa, per quanto riguarda gli stili principali che si sono sviluppati nel Giappone continentale troviamo:


-Goju-ryu, Uechi-ryu e Shito-ryu (Sanchin);

-Shotokan-ryu, Wado-ryu e Shito-ryu (Tekki o Naihanchi).


Se vi interessano approfondimenti o delucidazioni non esitate a contattarmi. Commentate e vi risponderò.


Alla prossima...


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by Alessandro Rebuscini