Alessandro Prosperini

Innovazione, Business, Fintech, Crypto

Alessandro Prosperini

Innovazione, Business, Fintech, Crypto

Token BRC-20 ed "NFT su Bitcoin". Cosa sono gli Inscriptions e Ordinals? Spreco o una Rivoluzione?

2023-05-22 13:55:31

E' da inizio anno che possiamo dire sia iniziata una Rivoluzione sulla prima e più importante blockchain del panorama Crypto. Le fee si sono alzate notevolmente da inizio anno su BTC ed il motivo è legato all'introduzione di queste nuove possibilità. Per qualcuno è la dimostrazione che Bitcoin è l'unica chain di cui ci sia bisogno, per altri è uno spreco di block-space, che può creare problemi al network. Capiamoci di più perché senza dubbio è una delle cose più interessanti che sono arrivate negli ultimi tempi nel settore.

Mai si sarebbe potuto immaginare fino a poco tempo fa di parlare di NFT e di poter emettere nuovi Token sulla blockchain di Bitcoin.

Finora infatti Bitcoin è sempre stato utilizzato come “Utility Token” per gli scambi, dunque come “Token Fungibile”, cioè quella di Bitcoin è sempre stata una blockchain “pura” destinata solo agli scambi della Coin nativa “BTC” tra un indirizzo di wallet ed un altro, al contrario invece di Ethereum, l’altra blockchain più grande e capitalizzata, usata ogni giorno anche per applicazioni di Finanza Decentralizzata (DeFi), quindi sia per creare DApp, che NTF, che nuovi Token.


Dall’8 marzo 2023 è arrivato un nuovo protocollo su Bitcoin chiamato “BRC-20” (grazie ad uno sviluppatore conosciuto su Twitter con lo pseudonimo di “domo) che permette di poter emettere e trasferire nuovi Token “Fungibili” sulla rete Bitcoin. Ciò arriva dopo che il 21 Gennaio 2023 è stato lanciato il protocollo “Ordinals” da Casey Rodarmor, il quale consente di creare e scambiare anche NFT su Bitcoin. La prima transazione di un NFT su Bitcoin in realtà risale al 14 Dicembre 2022, ma sono esplosi come fenomeno a Febbraio 2023.


Ordinals ha sfruttato le ottimizzazioni e modifiche sulle sezioni e dimensioni dei blocchi introdotte dagli aggiornamenti “SegWit”, del 2017, e “Taproot”, del 2021, con cui in pratica è stata separata la parte "core" del blocco da quella "witness" ("Testimone", "SegWit" infatti sta per "Segregated Witness") ed è stata aumentata nel complesso la dimensione dei blocchi da 1 a 4 MB. Nel caso degli “NFT” vengono trascritte le “Inscription”, ovvero dati come immagini, video, testi.., sui singoli satoshi (sat) nella parte di blocco witness, "esterna" a quella "core". Ad ogni satoshi viene inoltre attribuito un numero univoco chiamato appunto “ordinal”, stabilito secondo una convenzione. I satoshi sappiamo sono le unità minime di un Bitcoin, e che in particolare 1 BTC è suddiviso in 100.000.000 satoshi. 

I dati multimediali ora quindi vengono associati ad un satoshi tramite un “ordinal” creando in pratica un “artefatto digitale”, come li chiama Rodarmor, simile ai classici NFT. Questo però viene archiviato direttamente sulla blockchain di Bitcoin (invece che sugli smart contract). Poiché gli ordinal sono numerati con un sistema univoco, ogni sat è dunque ora sia fungibile, per la “parte criptovaluta”, che non fungibile, perché in qualche modo, avendo introdotto l'ordinamento, li differenzia, alcuni potrebbero essere visti come più o meno rari. Che venga compromessa la fungibilità comunque è estremamente improbabile visto il numero elevatissimo di satoshi che ci sono in totale.

Quando c’è un trasferimento di questo “artefatto digitale” riceviamo l’Inscription associata ad un determinato satoshi. I futuri trasferimenti verranno associati ad altri satoshi, con la regola del First Input First Output, sempre seguendo la convenzione creata con Ordinals.

Il costo di transazione di una Inscription dipende da quanto è grande in termini di MB, cioè da quanto spazio occupa nel blocco. Più spazio occupa più costa iscriverla.

Quindi possiamo dire che nei primi mesi del 2023 c’è stata una Rivoluzione su Bitcoin, che ha subito destato grandissimo interesse ovviamente, perché per la prima volta è stata introdotta sulla prima, più famosa e capitalizzata blockchain, la possibilità di usarla non solo per gli scambi peer-2-peer, ma anche per la DeFi e per gli NFT.


Ricordo che i Token “Fungibili” sono quelli “Sostituibili”, in cui uno vale l’altro. Un BTC è identico ad un altro BTC, anche se in realtà già dal 2012 si era pensato di “colorare” alcuni satoshi per differenziarli dagli altri e le cosiddette “Colored Coins”, che erano in pratica delle “meta coins”, si possono considerare una prima idea di NFT. Come dice il nome stesso gli NFT sono token “Non Fungibili”, ovvero immodificabili, indivisibili, che possono essere oggetti digitali unici (come un’opera d’arte unica o a tiratura limitata stabilita) e/o contenere informazioni che danno dei diritti, o accesso a delle funzioni specifiche ecc.. 

Queste nuove funzioni hanno subito iniziato ad essere utilizzate moltissimo, anche solo per curiosità e per registrare in blockchain di tutto.. da opere d’arte digitali a semplici scritte, meme, emoji, video.., tanto da congestionare la blockchain di Bitcoin e conseguentemente far aumentare molto le fee di transazione o per mintare NFT. In questo momento particolare la rete Bitcoin sta elaborando più jpeg che transazioni p2p. In alcuni casi le fee per mintare certi particolari NFT di grandi dimensioni sono arrivate anche a centinaia di dollari, mentre quelle di transazione, nel caso di quelle più rapide in cui si pagano commissioni più alte per non essere messe molto in coda nella mempool in attesa di essere processate, sono arrivate in media sui 5/6$. Su transazioni di importo elevato possono essere trascurabili ma per transazioni più piccole assolutamente no, e ciò ha destato perplessità. C’è da notare anche come il fenomeno abbia avvicinato anche nuovi utenti, interessati più che altro al caso d’uso NFT, alla criptovaluta Bitcoin.


Negli anni passati, dal momento dell’esplosione della DeFi e del settore degli NFT, abbiamo visto un fenomeno analogo, di pesante e protratta congestione, anche sulla blockchain di Ethereum, tanto da far nascere chain alternative, poiché Ethereum era diventato inutilizzabile per via delle gas fee troppo elevate, e portare alla necessità degli aggiornamenti con layer superiori e di cambiare il meccanismo di consenso da Proof-Of-Work a Proof-Of-Stake. Sappiamo che la presenza delle gas fee è necessaria al sostentamento della rete, poiché costituiscono l’incentivo ai miners a mantenerla attiva, cioè a continuare a svolgere il loro lavoro computazionale, e che sono pagate nel token nativo della blockchain, quindi nel caso degli Ordinals, delle transazioni p2p “normali”, e dei token BRC-20, in BTC. 

Quindi dall’inizio del 2023 nei blocchi della blockchain di Bitcoin, oltre ai dati relativi alle transazioni “classiche”, ci sono anche dati relativi ad NFT ed ai nuovi Token fungibili BRC-20 creati, e questo è stato un cambiamento epocale per Bitcoin.


Di fatto di sostanziale nel funzionamento della rete Bitcoin non cambia nulla, perché si tratta di dati in più che possono essere inseriti nella parte di blocco destinata alle informazioni aggiuntive, mentre quella relativa ai dati delle transazioni standard è rimasta immutata.


Il nome del protocollo “BRC-20” per la creazione di nuovi Token è in analogia con quello dei ben noti “ERC-20” su Ethereum, e sta per Bitcoin Request for Comment. Di simile c’è solo il nome, perché non hanno niente a che fare con lo standard ERC-20. Non usano né sono compatibili con smart contract né con l’Ethereum Virtual Machine, e quindi non possono essere utilizzati nelle DApp (le Applicazioni Decentralizzate). Come anticipato anche gli “NFT su Bitcoin”, “gli Ordinals”, o se preferite gli “Artefatti Digitali”, o “Inscription”, differiscono dagli NFT su Ethereum.


Un classico NFT su Ethereum registra su blockchain solo i metadati dell’opera digitale, mentre il dato vero e proprio è archiviato esternamente, per questioni di spazio, ad esempio in un IPFS. Nei metadati c'è l'url che punta al dato. Gli Ordinals invece sono archiviati completamente on-chain. Questi ultimi sono dunque immutabili, mentre i metadati degli NFT possono essere modificati, ad esempio se si vuole migliorare la qualità di un’immagine. Inoltre, a differenza degli NFT, gli “artefatti digitali” non sono ad esempio predisposti a generare royalty per gli artisti. Quindi per NFT più "funzionali" si può continuare a preferire Ethereum, perché ha tutte le funzionalità di smart contract, con tutte le caratteristiche inscrivibili nei metadati, mentre per quelli da collezionismo si possono addirittura preferire quelli su Bitcoin.


Per quanto riguarda invece l’emissione dei token BRC-20, anche questo protocollo sfrutta le Inscription di Ordinals e, come anticipato, archivia i metadati ad essi relativi direttamente sulla blockchain di Bitcoin. In particolare sono dei testi in formato JSON che forniscono “istruzioni” per la creazione dei token sui singoli satoshi. 

La forma in cui appaiono i token BRC-20 è quella ad esempio del primo emesso (chiamato “ORDI”), visibile in questo tweet.


“p” indica che il token deve essere emesso secondo lo standard dei BRC-20, “op” è l’invocazione dell’inizializzazione o distribuzione del token per questa transazione, “tick” è il ticker del token, “max” è il numero massimo di token che possono essere creati, “lim” è la quantità massima di token che può essere (teoricamente) coniata in una transazione.


Come per i primi “NFT su Bitcoin”, creati più per prova o gioco, o per provare a replicare il successo dei CryptoPunks e dei primi NFT su Ethereum, anche nel caso dei primi token BRC-20, nella maggior parte dei casi si è trattato di meme coin. Ciò però ha contribuito ad innalzare la dimensione media dei blocchi, che è quasi raddoppiata da 1/1,4 MB fino a 2,5MB, e a far aumentare ancora le commissioni di transazione sulla rete. Tra il 29 aprile e il 2 maggio le transazioni BRC-20 hanno addirittura superato le “normali” transazioni BTC.


Le innovazioni che comunque questi aggiornamenti hanno portato sulla blockchain di Bitcoin però non finiscono qua, perché ora lo step successivo potrebbe riguardare smart contractrollup, e ciò amplierà ulteriormente i casi d’uso per Bitcoin. Taproot aveva rimosso il limite di 10000 byte alla dimensione degli smart contract che è possibile creare.

I “rollup” sono una soluzione Layer 2 per lo scaling, ovvero sistemi che agevolano la scalabilità, in cui i dati delle transazioni vengono raggruppati e trasferiti fuori dalla catena principale (chiamata “blockchain Layer 1”) in modo che l'esecuzione delle transazioni venga eseguita off-chain alleggerendone il carico. Gli asset però rimangono conservati on-chain in uno smart contract. In questo modo la blockchain di Bitcoin potrebbe diventare competitiva anche nel campo DeFi

Anche i miners di Bitcoin sono stati ben lieti della novità introdotte, sia per l’aumento delle fee conseguente al maggior traffico sulla rete, sia perché in futuro essi verranno più che altro ricompensati dalle commissioni di transazione, piuttosto che per minare nuovi blocchi, via via che si arriva al numero massimo di BTC che possono essere minati. Il numero massimo di BTC che potrà mai esistere infatti è 21 milioni, circa ogni 10 minuti viene minato un blocco, e si prevede che gli ultimi Bitcoin saranno “estratti” intorno al 2140. Questi upgrade assicurano nuovi casi d’uso per future transazioni, e quindi commissioni per i miners che sono incentivati a mantenere in sicurezza la chain.


La rete però sarà più congestionata ed i blocchi più pesanti in termini di MB, quindi sarà necessario che le soluzioni per la scalabilità siano adeguate. Sono state molte le perplessità sollevate su questo punto.


Se andate su mempool-space e cliccate su uno dei quadrati in alto che rappresentano un blocco vedrete una schematizzazione in cui all’interno di ogni blocco ci sono dei quadrati la cui grandezza corrisponde all’occupazione che ha ogni transazione inclusa all’interno di quel blocco. Alcune di queste contengono un NFT, e lo si nota dal fatto che è rappresentato come un quadrato molto grande che prende molto spazio rispetto agli altri nel blocco. Quando l'NFT, l'Inscription, riempie praticamente tutto il blocco si vede solo un unico quadrato grande e magari qualche quadratino vicino relativo ad altre transazioni "leggere", come ad esempio nel caso del blocco 774628. 

Se l'Inscription è un'immagine si può andare a visualizzare in forma visiva inserendo il numero di transazione in qualche Explorer che supporta Ordinals come: https://ordinals.com/.


Secondo alcuni gli NFT su Bitcoin porteranno solo ad un’inutile congestione della rete, tra l’altro quella con il meccanismo di consenso migliore in termini di sicurezza, ovvero in Proof-Of-Work, che diventerà sempre più lenta.

Sarà sicuramente fondamentale, anche per l’adozione in generale, lo sviluppo della Lightning Network. Inoltre ci sarà bisogno di dischi più grandi in futuro, per contenere copia di tutta la blockchain, di maggior banda per ricevere i nuovi blocchi, le fee potrebbero mantenersi alte, poiché la dimensione del blocco per contenere sia le transazioni “normali” che i dati per NFT ed i token BRC-20 è limitata. Si pone anche il problema della diffusione di contenuti illegali sulla blockchain, visto che c’è anche anonimato potendo creare NFT con qualsiasi tipo di materiale non solo tramite tool o piattaforme, su cui magari può essere richiesto di farsi riconoscere come autori, ma anche in autonomia in anonimato, ecc.. Questi sono problemi che ci sono comunque su qualsiasi blockchain utilizzata a questo scopo.

Secondo altri invece questa è la dimostrazione che Bitcoin è l’unica blockchain di cui c’è bisogno, perché utilizzabile per tutte le applicazioni.

Visto che sono appena arrivati non mancano le accortezze da avere nel caso dei token BRC-20 e degli NFT su Bitcoin. Questi al momento possono essere custoditi solo su wallet appositi (due dei più famosi sono ad Unisat e Ordinals Wallet), ed inoltre in questo momento ci sono pochi marketplace per scambiarli, e che possano quindi fungere da “garanti” tra controparti e verificare gli autori (i due wallet nominati hanno ad esempio i loro Marketplace, e possiamo citare anche gamma.io. Questi siti spesso integrano anche dei tool per semplificare al massimo la creazione di Inscriptions). Gli scambi infatti ora avvengono principalmente in modo diretto tra privati, ed è quindi necessario effettuarli con soggetti affidabili ed essendo consapevoli di quel che si sta facendo.

Rispetto all’aspetto speculativo probabilmente è meglio lasciar perdere, poiché potrebbero rivelarsi per lo più oggetti senza valore o sovra-prezzati cavalcando l’hype del momento. Ricordo che molti NFT su Ethereum pagati a carissimo prezzo hanno visto poi il loro valore precipitare vertiginosamente. Stesso discorso per quanto riguarda i token BRC-20 e le meme coin, che sono da prendere con le pinze perché ancora poco sicuri e testati (tra l’altro questi per come sono strutturati non beneficiano del meccanismo di consenso della rete principale).

Ci sono stati anche vari casi contrari che si sono apprezzati invece in maniera vertiginosa, ma per un motivo specifico (anche alcuni Inscriptions sono stati venduti a centinaia di migliaia di dollari). Quindi è bene sempre fare le proprie ricerche e non comprare indistintamente solo perché è la moda del momento o credendo troppo alla leggera a quello che si sente in giro.

Attenzione anche agli stessi wallet usati per custodirli, perché sono “nuovi” e potrebbero esser preda di hack. Ed infine, come sempre, attenzione ai token creati senza avere nessuna utilità, pump-ati cavalcando l’hype che si viene a creare in certi momenti e poi dump-ati clamorosamente da vari soggetti organizzati o dai creatori che si sono tenuti la maggior parte in attesa di rivenderli tutti insieme quando il prezzo è salito molto, facendolo precipitare in breve tempo e perdere molto a chi li ha tenuti prima del dump, oltre che alle vere e proprie truffe organizzate utilizzando token senza fondamento.


Gli NFT su Bitcoin sono un qualcosa destinato a rimanere? Si svilupperà la DeFi su Bitcoin grazie al protocollo BRC-20? Sono utili veramente? Tutto ciò è scalabile e sostenibile per Bitcoin? Le altre chain devono sentirsi minacciate da queste novità? Quali altri scenari aprono? 

Tutte domande affascinanti a cui avremo risposta continuando a seguire questo “pazzo” settore della blockchain. Io personalmente ritengo che siano le persone che debbano fare un uso responsabile di Bitcoin, non utilizzando queste funzioni per “rendere eterne” in blockchain cose futili sprecando risorse ma per cose che abbiano realmente valore e siano materiale lecito.  

214