Founder Junior
Il senso di colpa
"Il senso di colpa nasce come meccanismo di difesa rispetto a vissuti traumatici relativi ai primi anni di vita."
I simboli culturali della colpa sono effetto, e non causa, di un senso di colpa già presente
"Il bambino non può mettere in discussione la madre e il padre, ai quali è legato per ragioni di sopravvivenza; per questo motivo avrà la tendenza a imputare a delle proprie mancanze qualunque situazione disarmonica sperimentata nella relazione.
L'origine del senso di colpa è dunque da ricercarsi all'interno della storia familiare e personale di ciascuno; ecco perché nessuno di noi può sentirsi in colpa a causa della Chiesa o della religione o della cultura dominante: perché le nostre dinamiche emotive profonde sono state plasmate dal rapporto con nostra madre e nostro padre, in un'epoca in cui eravamo troppo poco cresciuti per comprendere concetti teologici come il "peccato originale".
Inoltre, un concetto non può mai produrre di per se stesso il senso di colpa, poiché questo è una realtà emotiva, che si plasma attraverso la qualità delle nostre relazioni, non attraverso l'apprendimento di un concetto. Sarà invece l'adulto, che già cova il senso di colpa nel proprio intimo, a prendere poi in prestito concetti e simboli culturali, per dare forma al proprio vissuto emotivo.
Ciò che invece è vero, è che le figure simboliche della cultura di appartenenza sono espressione dell'inconscio collettivo, nel quale tutti siamo immersi. È perciò un fatto, che la coscienza collettiva dell'occidente sia intrisa dell'informazione archetipica della colpa.
Il senso di colpa, contenuto nell'inconscio collettivo, ha quindi plasmato l'interpretazione del messaggio cristiano, trasformandolo in un messaggio colpevolizzante. Non ci sentiamo in colpa perché questo è ciò che il cristianesimo ci ha suggerito, ma abbiamo creato un cristianesimo della colpa per dare forma a qualcosa che era già presente in noi.
A riprova di ciò, possiamo osservare come la cultura contemporanea, assolutamente atea e anti-cristiana, sia tuttavia ancora in tutto e per tutto una cultura del senso di colpa; basti pensare a istanze del mondo politico e culturale quali la rimozione dei simboli religiosi per non offendere le altre tradizioni, o la cancellazione dei denominativi "padre" e "madre", per non turbare le persone omosessuali; o l'incessante enfatizzazione retorica delle "colpe dell'occidente"; negare e contraffare l'espressione autentica di ciò che si è, ritenendo che altri potrebbero esserne offesi, è una modalità caratteristica del senso di colpa.
Anche se fossimo cresciuti in una famiglia in cui, ad esempio, nostra madre ci terrorizzava con allusioni ai castighi ultraterreni indicati nella Bibbia, ciò vorrebbe solo dire che nostra madre stava esprimendo il senso di colpa presente in lei, attraverso i simboli della sua cultura; i simboli della colpa sono effetto, e non causa, di un senso di colpa già presente. Ciò che ci ha terrorizzato, è stato il terrore trasmessoci da nostra madre, ossia la dinamica relazionale, non i discorsi teologici con cui tale emozione veniva espressa."
Guarire dal senso di colpa
"Per guarire dal senso di colpa è quindi necessario cessare di proiettarlo nei contesti collettivi della cultura e delle istituzioni e tornare a riferirlo ai vissuti emotivi e relazionali da cui è sorto.
Nessuno di noi è afflitto dalla colpa a causa del Cattolicesimo, o del neoliberismo, o della politica. Questi contesti possono soltanto manipolarci, rafforzando e facendo leva su di un senso di colpa già esistente. Ecco perché per divenire cittadini liberi, attivi e provvisti di senso critico, dobbiamo guarire i nostri vissuti infantili.
Rievocando le parole di Gesù: "Riscopri il fanciullo sano e innocente che dimora nel tuo cuore, e abiterai su questa terra come un Re, nel Regno che Dio ti ha preparato.""
Alessandro Baccaglini