Dietro piccole "buone" azioni

La lezione dei capelli

La mente mi diceva: "Sì, non solo piacevoli, ma perché toglierli visto che non sono i tuoi? Toglierli costa fatica e in fin dei conti non hai sporcato tu. Alla fine lasci come hai trovato e anche se li togli nessuno se ne accorgerebbe."

In quel momento ho visto in azione una serie di meccanismi automatici della personalità ed è stato illuminante:

- anche se vedo qualcosa che non va, me ne lavo le mani con l'alibi di non averne alcuna colpa/responsabilità - indifferenza e menefreghismo

- mi costa fatica fare una cosa soprattutto se per gli altri, che cosa ci guadagno?  - penso solo a me, esisto solo io

- la mia fatica aumenta se nessuno vede il mio gesto, ho bisogno di avere una ricompensa immediata: sentirmi bravo e buono - azione interessata "do ut des" e attenzione alla forma più che alla sostanza

Cos'ho fatto?

Ho tolto i capelli e pulito il wc e portato a casa alcuni insegnamenti e propositi:

1- quando vedo qualcosa che per me non va (partendo dalle piccole cose), non giro la testa e mi impegno a fare del mio meglio per lasciarla meglio di come l'ho trovata

2- la fatica mi offre un'indicazione di quanto sia prezioso quel piccolo gesto, più mi costa più sono attaccato a qualcosa (e in fondo al mio piccolo io) e se riesco ad agire faccio un dono in primis a me stesso che riverbera negli altri

3- sposterò l'attenzione dalla fatica al sacrificio, inteso come fare sacro (""sacer + facio"), felice di poter contribuire a rendere le cose/spazio/situazioni meglio di come le ho trovate (che bello trovare un wc pulito :-)

4- quando possibile cercherò di compiere i piccoli gesti in modo disinteressato e senza essere visto liberando me dal bisogno di ottenere un ritorno e liberando gli altri dall'obbligo di riconoscenza 

5- cercherò di fare più attenzione alla sostanza piuttosto che alla forma perseguendo un sano equilibrio tra i 2

Grazie meravigliosi capelli !