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Falò di San Antonio, Piazza della Motta, Varese 2019
Una tradizione che gli abitanti di Varese amano particolarmente anche grazie ai Monelli della Motta.
Vecchio e Nuovo
Il falò che annualmente viene organizzato in piazza della Motta in occasione della ricorrenza di San Antonio è un evento molto sentito dalla cittadinanza.
Personalmente, essendo cresciuto a poche centinaia di metri dalla piazza dove viene accatastata la pira, ho parecchi ricordi legati a questa manifestazione.
Solo dieci anni fa ricordo che questa manifestazione era ricca di espositori di artigianato etnico, numismatica, vinili, abbigliamento e ogni tanto si trovava il tradizionale venditore di frittelle o caldarroste. Certamente immancabili i furgoni ricolmi di caramelle di ogni genere.
Quest'anno invece ho avuto la netta impressione che siano sopravvissuti solo i produttori di dolciumi e cibarie varie. Non ho notato le solita fitta distesa di commercianti itineranti.
Non saprei dire a cosa sia dovuto, ma voglio segnalare la più grossa novità che ha portato in città questa manifestazione. Infatti l'organizzazione comunale ha, per ragioni di sicurezza, creato un circuito di transito per i pedoni a senso unico.
Questa decisione, che certamente ha delle ragioni fondate, ha però creato a me per primo una sensazione spiacevole di separazione. La festa del salotto varesino, occasione per incontrare e augurare il buon anno a tutti coloro che non sono nella nostra cerchia di conoscenze piu stretta, è stata spezzata in due dalle transenne. Questo credo abbia impedito a molti di avvicinarsi fisicamente al falò, nelle fiamme del quale è tradizione bruciare un fogliettino contenente i desideri per il nuovo anno, ma soprattutto ha reso impossibile incrociare i conoscenti andando tutti nella stessa direzione.
Nonostante queste piccole pecche organizzative sono tornato all'infanzia al primo morso del panino con la salamella preparato dai Monelli della Motta. Un panino semplice, ma ricco di tradizione, capace di riportarmi ad ogni morso indietro negli anni mentre mi scaldo al calore del falò che non perde mai il suo fascino primordiale.
Grazie Monelli e al prossimo anno.