Alberti Ferrari Lorenzo

Founder Senior

10 Euro per provare le scarpe, ma la cliente scappa. Strane operazioni marketing si diffondono

2019-09-04 07:53:13

Una particolare iniziativa di "marketing" adottata da un negozio di calzature nel modenese per combattere il comportamento di tanti clienti, che dopo aver fruito della prova delle scarpe ha poi acquistato sul Web

L'impatto dell'e-commerce sulle attività locali fa spesso nascere dei veri e propri paradossi del marketing  

Una segnalazione di Federconsumatori evidenzia l'ultima trovata di un negoziante per cercare di arginare la concorrenza che il web sta facendo alle attività fisiche.

"Vuoi provare le scarpe? Allora paghi 10€"


L'esasperato tentativo del negoziante di Mirandola nel modenese, di arginare il fenomeno dei furbetti che provano le scarpe nel suo negozio, ma poi effettuano il loro acquisto sul web per risparmiare, non passa inosservato e l'indignazione che ne segue da parte dei clienti ne è la riprova.

La proposta del commerciante risulta sicuramente di forte impatto e forse avrebbe potuto essere confezionata in modo migliore, ma è giusto rivolgere il nostro disappunto al negoziante esasperato?

Desidero soffermarmi sul fenomeno, che ormai diamo per scontato, dell'entrare in un negozio, godere dei vantaggi del poter vedere il prodotto desiderato, poter provare il capo di abbigliamento e al contempo comprarlo grazie al nostro smartphone su un ecommerce e vedercelo recapitato a casa il giorno seguente risparmiando anche qualche spicciolo.

L'estendersi di questo fenomeno, ormai entrato a far parte della quotidianità di molti e in netto aumento, porterà a conseguenze drammatiche, soprattutto per le piccole realtà. 

Si, perché devi sapere che sono già diversi anni che le grandi catene di distribuzione si stanno preparando ad un cambiamento radicale del mercato trasformando i propri store in showroom dedicati alla user experience per poi far effettuare l'acquisto direttamente sul proprio ecommerce.

Le piccole realtà però sono al momento ancora quasi tutte offline o se hanno una presenza web si limita ad una pagina Facebook per organizzare qualche promozione, ma con scarsi contenuti e poco performante.

Inoltre dopo gli ultimi aggiornamenti degli algoritmi del social blu le pagine fan hanno perso quasi completamente le visualizzazioni organiche imponendo a chi desidera che i propri post siano visti a pagare delle sponsorizzazioni.

L'uso, spesso poco consapevole, delle ADS porta solitamente a 2 risultati certi:

1 - una spesa per la promozione
2 - la visualizzazione dei nostri annunci a un pubblico spesso non in target

Quali soluzioni per le attività locali e i piccoli negozi?  

Le abitudini di tutti noi sono cambiate rapidamente e cambieranno molto anche nei prossimi mesi. Una recentissima ricerca evidenzia che già più del 50% delle ricerche online non conduce a successivi click.

Ti starai chiedendo cosa centra col pagare la prova delle scarpe o con la crisi delle piccole attività locali.

Centra molto, perché allo stesso modo del cliente che prova le scarpe e poi acquista altrove su google stiamo iniziando ad assumere lo stesso comportamento e la maggior parte delle ricerche viene, per così dire, abbandonata senza condurre ad altre operazioni.

Il nostro modo di comportarci sta mutando, e cambierà molto di più nei prossimi anni.

La causa di queste nuove abitudini deriva dalla tecnologia che è sempre più permeata nella nostra quotidianità. Se 10 anni fa il nostro telefonino era uno strumento nelle nostre mani, oggi è una vera e propria estensione di noi e col diffondersi dei controlli vocali, degli assistenti virtuali e delle AI la fusione sarà completa.

Questi mutamenti porteranno ad un cambiamento radicale del mondo che ci circonda e se pensi che ci vorranno decenni penso tu sia in errore.

Per restare in gioco è indispensabile adeguarsi alle nuove regole e anche le piccole realtà dovranno adeguarsi alle nuove abitudini dei clienti, cercando di offrire un servizio di valore in contrapposizione al risparmio dato dal freddo servizio del web.

Così come il servizio in store dovrà rivelarsi di valore anche la comunicazione digitale dovrà esprimere i valori del negoziante, offrendo all'utente oltre alle informazioni ricercate un calore umano che fino ad oggi aveva riservato solo ai clienti fisici, magari permettendo anche l'acquisto del prodotto o servizio visionato o il contatto diretto con un esperto che possa ascoltare la sua necessità.

Fonte Ansa

by Lorenzo Alberti Ferrari