Progetto Alice Universal Education School

Scuola & Istruzione

Valentino Giacomin

2021-03-16 13:56:00

Valentino Giacomin, un metodo di vita dal Maestro dei due mondi

Un trevigiano totalmente fuori dagli schemi, Valentino Giacomin, detto Tino. Concreto e professionale, quanto vicino sia a spiritualità occidentali che orientali, cristiane o buddiste che siano, ma sempre alla ricerca di fare bene e fare del bene. Maestro elementare, direttore delle news di Antenna Tre Veneto, fondatore di tre scuole in India, sua seconda patria. Tornato a casa, a Zero Branco, sta presentando in tutt’Italia il suo libro “Manuale di etica universale per insegnanti e genitori” edito (con una prefazione del Dalai Lama) da Terra Nuova.

Valentino Giacomin, una vita fra insegnamento, giornalismo e  spiritualità, che è tutto tranne che lineare… ci aiuti a sintetizzarla?

Nato povero. La sofferenza e il duro lavoro dei miei genitori furono la mia università. Mi insegnarono i valori spirituali e quelli del sacrificio, dell’onestà, della riconoscenza, della solidarietà e della giustizia. Mi insegnarono a stare sempre dalla parte del più debole, senza dimenticare mai la mia origine. Di qui le storie della povera gente raccontate nei miei articoli. La svolta della vita avvenne dopo l’ incontro con il Dalai Lama, quando mi ritirai dalla scuola pubblica.

Fu il Dalai Lama a consigliarmi di andare in India per dedicarmi solo all’educazione. Lo ascoltai e rimasi in quel Paese 23 anni, sperimentando con successo una nuova metodologia educativa, denominata Progetto Alice. Oggi abbiamo 1300 studenti, divisi in tre stati, dalla materna fino all’università. La nostra ricerca ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti sia in India che in Italia, per il nuovo paradigma educativo che proponiamo. A tutti diciamo: “Se noi abbiamo torto, rischiamo di danneggiare alcune migliaia di studenti. Ma se noi abbiamo ragione, le altre istituzioni ne stanno rovinando milioni!”

L’insegnamento per anni in Italia, poi in India, che differenze fra i due paesi e un confronto fra passato e presente….

Non direi che ci sono differenze sostanziali tra i due Paesi. Noi italiani ci sentiamo a casa, in India. Ci sono molte somiglianze: la socievolezza della gente (l’India sembra un grande Sud per la sua meravigliosa capacità di comunicare, l’estroversione, la solidarietà nei villaggi simili a molti nostri paesetti…), la burocrazia asfissiante, le differenze sociali, l’inquinamento, la religiosità… Ma l’India che incontrai molti anni fa è quasi irriconoscibile oggi. Era un Paese ancora pulito, con una propria identità , una forte spiritualità… Ora, come in Italia e nel resto del mondo, l’India si e’ persa nella seduzione del capitalismo occidentale, vittima dei suoi messaggi materialistici, consumistici e avvelenati, ai quali pochi hanno saputo resistere. Ho visto prosciugarsi mille pozzi dei villaggi in pochissimi anni. Quando il pozzo muore, muore il villaggio.

Oriente e occidente, spiritualità e laicità, dal tuo osservatorio illuminato, stiamo tornando, come dice qualcuno, indietro nell’evoluzione, invece che progredire? 

Gli orientali, molto rassegnati (da non fraintendere) parlano di Kali Yuga, che sarebbe l’ultimo di 4 periodi dove l’ombra degli esseri umani, la parte oscura non riconosciuta e integrata della psiche, dominerà il mondo, seminando guerre, stragi e una diffusa ignoranza spirituale. Vi racconto un curioso mito indiano, a questo proposito. Si crede che la degenerazione fosse iniziata con la nascita del Dio Krishna (3102 avanti Cristo). Si crede che continuerà aggravandosi sempre più fino all’anno 428.899 dopo Cristo.


Valentino con l’attore Richard Gere

Rilassiamoci, dunque. Ne vedremo davvero delle… brutte ancora per molti anni. Ma si dice anche che nel mare della degenerazione sia possibile costruire delle isole di resistenza, una specie di arca di Noè dove sopravviveranno gli antichi valori e l’etica. Ecco, noi di Alice stiamo costruendo tante Arche, per sopravvivere al male, per dare speranza ai nostri figli e quelli che verranno, indicando una possibile Via di Salvezza.

Soffermiamoci sul mondo fuori dalla scuola, anche sulla base della tua esperienza giornalistica, come vivi quest’era dove la cultura è filtrata da internet?

Vivo la cyber generation con molta preoccupazione, perchè sono convinto che buona parte dei disturbi dell’apprendimento e anche del comportamento e della personalità siamo in relazione ad una esposizione incontrollata al computer e cellulari. Gli psicologi parlano di “rischio di un naufragio nel cyberspazio”,  di alienazione dal mondo oggettuale, disturbi dissociativi… Internet, sms e mms, videogiochi, social community, modificano la mente con conseguenze drammatiche. La scuola e le famiglie si trovano impreparati. Noi di Alice abbiamo dei protocolli di intervento. Potrebbero funzionare.


Il maestro Tino ad un incontro pubblico

Dopo il ritorno alla tua Treviso, cosa ti fa maggiormente riflettere su come sta cambiando il Veneto?

Mi fa riflettere il vuoto della città. Vuota di vita sociale. Vuota di abitanti. Vuota di vecchi negozi, bar, trattorie. Piena di uffici freddi, senza identità. Non ho più trovato la mia Treviso di piazza dei Signori, del cameriere Neno Abiti. La Treviso a dimensione umana. Mi domando: quale destino? Così è per molti paesi e città del Veneto. Sembra che manchino la vita, la gioia di vivere, la spontaneità, il futuro! Ma è solo una mia impressione, di uno che viene da un posto dove la gente non è mai sola.

Per finire, ora cosa sta preparando Valentino Giacomin, dopo il progetto Alice?

Sto preparando una ricerca sul bullismo, mettendo in relazione questa patologia del comportamento con la sessualità (pornografia e sadismo, soprattutto, e orientamento sessuale non accettato e represso). Poi sto pensando all’addio alle scuole in India, anche se non ho potuto completare la mia sperimentazione per prepararmi ad un altro… viaggio. Puoi immaginare quale.

https://treviso.italiani.it/valentino-giacomin-il-libro-del-maestro-dei-due-mondi/?fbclid=IwAR0mmEBUF4qRA8anQ1Lh28rmNgWPAyziiS5ZSPnNSQCkO-3cXejvKAIaHII