Adimi Dan

Bullismo, Baby gang entra a scuola e costringe insegnante a fare lezione! ORISTANO – È stato un vero e proprio incubo quello vissuto dal professor Nome Difantasia ieri mattina nelle aule del Liceo Scientifico Mariano IV d’Arborea quando una baby gang, composta da 15 ragazzi tra i 12 e i 14 anni, ha fatto irruzione nell’edificio e costretto l’insegnante a tenere una corposa lezione sulla Divina Commedia di Dante Alighieri. Secondo quanto raccontato dallo stesso Difantasia, il gruppo di vandali si sarebbe presentato alla porta dell’aula docenti alle 8 e 25, bussando ripetutamente e urlando: “Ok boomer, adesso ci spieghi per bene il 26° canto dell’Inferno, analizzando la complessa figura di Ulisse in rapporto alla visione religiosa di Dante, che colloca l’eroe omerico – nonostante l’evidente ammirazione espressa dal Sommo Poeta – in uno dei peggiori gironi infernali. Sennò sono guai!”. Nonostante il blocco delle lezioni decretato dal governo a causa del COVID-19, Difantasia – professore di letteratura italiana nello stesso liceo – si era comunque recato al lavoro nell’istituto per svolgere attività extra-didattiche. Con lui era al momento presente solo il collega, il professor Semprio Tizonio, insegnante di matematica, che si trovava a scuola nonostante non avesse incombenze a causa della sua dipendenza patologica dal caffè solubile del distributore automatico. Temendo che il gruppo di scalmanati potesse danneggiare la porta – tra gli oggetti di maggior valore presenti nelle scuole pubbliche italiane – Difantasia è andato ad aprire e si è subito trovato circondato, assieme al collega, dall’orda che, tra minacce e spintoni, lo ha costretto ad andare nell’aula studenti 1a B e sedersi in cattedra. I bulli hanno quindi occupato tutti i primi banchi, intimando al docente di aprire il Giacalone a pagina 384 e costringendolo a illustrare alcuni arditi parallelismi tra la descrizione magniloquente e ironica dell’arrogante città di Firenze, nell’incipit, e il protagonista dello stesso canto, Ulisse. Durante la lezione i bulli hanno anche ripetutamente minacciato l’altro docente, Tizionio, forzato anch’egli a seguirla, maltrattandolo con frasi come: “Al suono della campanella della terza ora tocca tocca a te, cosa credi? Devi come prima cosa spiegarci tutti i riferimenti alla geometria presenti nell’opera dantesca, specialmente la riformulazione del 5° postulato di Euclide”, o: “Adesso passiamo allo studio di funzione, ce le devi insegnare tutte, iperbole inclusa!, Altrimenti…”. A nulla sono valse le proteste dei due professori, che facevano notare come gli argomenti trattati fossero materia del 3° e 4° anno, mentre i teppisti al massimo sarebbero potuti essere in seconda classe: “Ora ci insegnate quanto più possibile, se non volete che passiamo alle mani”, hanno sentenziato i bulli. Dopo 4 ore di lezioni la baby gang ha deciso di liberare i professori, non senza aver loro però raccomandato di presentarsi l’indomani alle 8 e 30 puntuali, per lo svolgimento dei compiti in classe di italiano e matematica: “Dovete farci trovare almeno 3 tracce per il tema e 2 problemi di analisi matematica! E non azzardatevi a raccontare quello che è successo ai vostri figli! Altrimenti vi costringeremo a darci una insufficienza generale e ripetere tutto da capo”. Grazie alla denuncia sporta poco dopo l’episodio da Difantasia, i bulli sono stati tutti individuati e denunciati per “tentativo di apprendimento”. I genitori dei ragazzi si sono detti shockati dall’accaduto, ma invocano clemenza: “Sappiamo che quello che hanno fatto i nostri figli è gravissimo, ma non c’è peggior punizione di quella che una madre può dare. Al mio Carletto una settimana chiuso in camera con la connessione Internet e la Playstation 4 non gliela toglie nessuno, e per cena solo pizza e Coca Cola!”, ha dichiarato uno di loro. L’episodio ha anche scatenato l’immancabile polemica politica, con il leader della Lega Matteo Salvini che attacca il Governo: “Questa maggioranza non è in grado

Adimi Dan

Coronavirus, scoppiano rivolte nelle carceri di Frosinone, Modena e Napoli La paura dei contagi fa salire la tensione allʼinterno delle strutture detentive. Una rivolta, definita "molto violenta", è scoppiata in carcere a Modena. Molti i detenuti coinvolti e i danni alla struttura. Alla base della rivolta la protesta dei detenuti per questioni relative alla protezione per il coronavirus. Tensioni anche nel carcere di Frosinone. Un centinaio di detenuti, impauriti dal rischio di contagi e chiedendo provvedimenti ad hoc, sono usciti dalle sezioni raggiungendo l'area passeggi e salendo sulle mura. I detenuti di Modena sono barricati dentro il carcere. Il personale del penitenziario, una ventina di persone, fra poliziotti e sanitari, sono tutti usciti. Nelle fasi più concitate due agenti sono rimasti lievemente feriti. Davanti al carcere ci sono le forze di polizia schierate. Alcuni detenuti sono barricati dietro la portineria. Sul posto anche il prefetto di Modena Pierluigi Faloni. Non risultano evasioni. Lo stop ai colloqui fa scattare le proteste a Frosinone - A far scattare le violente proteste a Frosinone è stato lo stop ai colloqui imposto dalla direzione carceraria come strumento per evitare possibili infezioni da coronavirus. Un folto gruppo di detenuti ha occupato un padiglione, sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia dello Stato. Protesta detenuti in carcere Poggioreale Napoli - Protesta in corso anche dei detenuti all'interno del carcere di Poggioreale a Napoli. Secondo quanto riferito da fonti sindacali, alcuni detenuti sarebbero saliti sui muri del 'passeggio', in una zona interna al penitenziario. La protesta è divampata per l'annunciata sospensione dei colloqui per contrastare il contagio da coronavirus. Intanto, dinanzi all'istituto vi sono decine di agenti di polizia e carabinieri e vigili del fuoco. Sul posto sono presenti anche alcuni familiari dei detenuti che anche loro protestano contro l'annunciata misu.

Adimi Dan

Coronavirus, epidemiologo: "Tutti dobbiamo stare a casa, non solo i lombardi" ADNKronos "Il messaggio deve essere chiaro: non è che chiudiamo la Lombardia, ma tutti dobbiamo stare a casa, non solo i lombardi, per contrastare la diffusione del nuovo coronavirus. Dobbiamo uscire solo per le attività necessarie e indispensabili. Insomma, le feste si possono rimandare, come pure le cene. Siamo a casa e leggiamo un bel libro". Parola dell'epidemiologo Pierluigi Lopalco, docente di Igiene all'università di Pisa, che all'Adnkronos Salute aggiunge: "Tutte le misure per rallentare il contagio, come quelle del nuovo Dpcm, sono ben accette, ma le misure da sole non bastano: sono davvero cruciali i comportamenti individuali". "Senza un'adeguata comunicazione - insiste - si rischia di ottenere il risultato opposto: lo spostamento in massa delle persone, come si è visto ieri sera a Milano. L'atteggiamento irresponsabile è da biasimare, ma evidenzia la necessità di una forte azione comunicativa: vedere i Navigli pieni al pomeriggio per l'aperitivo e poi la sera delle folle che prendono la valigia e scappano è quasi incredibile. Ma in realtà, di fronte a un evento come l'emergenza Covid-19, si assiste a due reazioni opposte: panico o incoscienza abbinata a sottovalutazione". Due reazioni ugualmente sbagliate, secondo l'epidemiologo. Ma perché nell'ultima pandemia, quella del 2009, la gestione è stata tanto diversa? "Quella pandemia era legata a un ceppo di virus influenzale, l'H1N1, che ha trovato la popolazione mondiale parzialmente immune - spiega Lopalco - Tant'è che all'epoca gli anziani non hanno sofferto molto. Questo coronavirus è nuovo, non c'è una memoria immunitaria. E lo è per tutti".

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