Vito Pasquale Salluzzo

Buona domenica con FRANCESCO GABBANI

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Vito Pasquale Salluzzo

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Vito Pasquale Salluzzo

Il falso miele cinese invade l’Italia ma nessuno dice niente! Il miele cinese non è vero miele: è ricavato dallo sciroppo di riso o zucchero, oppure è trattato industrialmente, una pratica vietata dalla legge in Europa. Il falso miele cinese invade l’Italia: l’allarme Unaapi Le regole Ue sul miele Come si produce il falso miele? Il miele cinese non è vero miele: è ricavato dallo sciroppo di riso o zucchero, oppure è trattato industrialmente, una pratica vietata dalla legge in Europa. Dal 2010 a oggi, la domanda netta globale di miele è cresciuta, in media, di circa 20mila tonnellate l’anno. La popolazione mondiale crescente, ma anche le preferenze dei consumatori, sempre più interessati ad alimenti naturali e sani, hanno determinato il successo del nettare delle api. Peccato che prodotti sul mercato, come il miele cinese, ne stiano distruggendo la genuinità. Secondo quanto afferma Giuseppe Cefalo, presidente di Unaapi (Unione associazioni apicoltori italiani), i produttori cinesi “barano” sulla merce contraffatta. In sostanza, il miele proveniente da lì non avrebbe proprio nulla del vero “miele”. Ecco perché Cefalo ha indirizzato una lettera al neo ministro dell’agricoltura Gian Marco Centinaio, richiedendo un intervento urgente in materia. Come accennato, la domanda di miele sul mercato è in forte crescita. A fronte di questo incremento, però, non può sempre seguire una produzione adeguata. Questo per svariate ragioni, ma soprattutto perché il miele è un prodotto delle api che richiede pazienza, tempo. Non si crea in laboratorio. Come spiega Cefalo, infatti, in tutte le aree geografiche, spesso “si registrano ricorrenti flessioni [nella produzione di miele] dovute alle avversità che affliggono l’apicoltura mondiale”. Tra queste, il presidente Unaapi cita l’incremento delle monocolture, la riduzione del numero di api dovuta ai pesticidi, il cambiamento climatico, la diffusione di nuove parassitosi. L’unico paese che non sembra risentire di crisi è proprio la Cina. Qui infatti la produzione aumenta costantemente e in maniera stabile. Un fatto confermato dai numeri: le importazioni in Ue sono cresciute di 10.284 tonnellate l’anno, con il miele cinese come principale prodotto in entrata. A prezzi di importazione così bassi che diventano “una prima e chiara indicazione di mancanza di qualità e motiva più che fondati sospetti”, spiega il presidente Uaapi. Come può avvenire questo “miracolo”? È evidente che qualcosa non va. Non è un caso, spiega ancora Cefalo, che nel database USA Pharmacopeia’s Food Fraud (2018), il miele sia indicato come il terzo alimento al mondo oggetto di adulterazione. Fanno peggio solo latte e olio d’oliva. La prima indagine sul settore effettuata dalla Commissione europea – che risale al 2015 – ha inoltre dimostrato “un’importante percentuale di frodi e adulterazioni nei mieli commercializzati nella Ue”. Come si produce il falso miele? La denuncia dell’Uaapi fa eco a diverse altre dichiarazioni emerse negli scorsi anni con riferimento al miele cinese e non solo. Diego Pagani, presidente di Conapi (Consorzio nazionale apicolo), ha per esempio già nel 2016 denunciato il fatto che il gigante cinese producesse il proprio “miele” in fabbrica e non in alveare: «Ormai – spiegava a Il Salvagente – in Cina il miele neanche lo raccolgono, lo fabbricano direttamente e una frode del genere è anche difficile da smascherare». Pare che un altro metodo di contraffazione preveda addirittura il ricorso allo sciroppo di riso o di zucchero. A cui verrebbe aggiunto un po’ di polline e diversi aromi. In questo modo il “miele” diventa un prodotto da laboratorio.E il miele cinese di questo tipo sarebbe anche molto difficile da individuare: «La contraffazione a base di sciroppo di riso è difficile da scoprire perché gli zuccheri contenuti sono talmente simili a quelli naturali del miele che anche con le analisi è complicato smascherarla».

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