Cristiana Lenoci

Blogger, redattrice web

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Vie Erbose: il libro che guida all’utilizzo delle erbe spontanee pugliesi

2020-06-22 13:14:28

Vi è un “uso popolare” delle piante che, in alcune regioni del Sud Italia come la Puglia, si tramanda da secoli, di generazione in generazione. Vi sono tanti modi di parlare di questo argomento, e tutti sicuramente interessanti (e non solo per il “cultori” della materia).

Ma il libro “Vie Erbose”, che vi presentiamo con piacere in questo articolo, privilegia un punto di vista sperimentale, appunto “sul campo”. L’indagine sull’utilizzo delle erbe spontanee pugliesi a scopo alimentare viene compiuta seguendo i raccoglitori nel loro quotidiano “andar per erbe”: in questo modo è più facile cogliere nei dettagli i vari momenti che vanno dalla ricerca fino alla preparazione culinaria.


Erbe spontanee: Puglia e dieta mediterranea


Le erbe selvatiche in Puglia svolgono tutt’oggi un ruolo fondamentale e contribuiscono a caratterizzare “il costume alimentare” di questo territorio. La presenza di alcuni ingredienti e materie prime come l’olio extravergine di oliva e verdure varie) favorisce, in questa regione, la diffusione dei principi fondamentali della dieta mediterranea. Sono tante le ricerche che mettono in luce la funzione benefica delle erbe selvatiche all’interno di questo regime alimentare ritenuto uno dei più salutari nell’ottica della prevenzione di malattie come il tumore. In particolare la ricerca etnobotanica, da cui trae ispirazione il libro “Vie Erbose”, mira proprio a rivalutare l’importanza delle erbe selvatiche per un’alimentazione variegata e ricca di principi nutritivi.


Come appunto si legge nella prefazione del libro: “Tale radicamento con il cibo vegetale (erbe sostanzialmente), e soprattutto in questa sua estensione culturale di “verdume”, che in Puglia si afferma una ricca e diversificata orticoltura che la contraddistingue particolarmente oggi: 100 mila ettari di terra pugliese è investita a “erbe” coltivate ponendo questa regione al primo posto per la produzione di asparagi, rape, finocchi, lattughe, carciofi, sedano, ravanelli, bietole, cicorie; verdure che hanno molto a che fare con quelle selvatiche, poiché diverse di queste sono riconosciute come progenitrici delle forme coltivate”.


Gli obiettivi della Ricerca Etnobotanica


Citando ancora la prefazione del libro: “Un aspetto di grande interesse è che le erbe selvatiche raccontano storie umane e forse in questo risiede il fascino della ricerca etnobotanica.  In   Puglia,  particolarmente,  contraddistinguono  il   paesaggio  umano  specifiche figure (terrazzani, cicurari, vampasciulari, funjére) che sanno riconoscere le piante e soprattutto raccoglierle. Ne abbiamo conosciuti tanti, autentici personaggi, per la prima volta fieri di presentarsi, farsi conoscere, raccontarsi, in fondo per la prima volta si sono sentiti protagonisti. 


In Puglia così si può cercare e trovare la fitoalimurgia che si fa storia, antropologia: uomini e donne che costruiscono la propria esistenza sulla raccolta di prodotti spontanei, tra i quali occuperanno un posto d’onore le erbe selvatiche commestibili, in uno scenario di macchie, acquitrini, pascoli, pietraie e boschi. 


Dal Gargano al Salento, in ogni comunità rurale, è possibile trovarne qualcuno che ancora raccoglie e soprattutto vende le  sue  erbe”.


Vie Erbose”, scritto da Nello Biscotti e Daniele Bonsanto, realizzato con la collaborazione di Carlo Manicone, Marcello Salvatori Elda Hotel-Foresta Umbra e il contributo di Coldiretti Foggia, parte dal passato per documentare il presente e gettare le basi per un futuro in cui le erbe selvatiche trovino lo spazio che meritano in un’ottica “green” dell’alimentazione, dove “mangiare selvatico” e “mangiare spontaneo” significhi appunto “mangiare buono e genuino”.


Ordinare una copia di questo libro è un modo per sostenere la ricerca che continua e favorire la pubblicazione di questo libro e la divulgazione dei suoi contenuti (Patrimonio Fitoalimurgico della Puglia).

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