Scegliere, scelta: etimologia e origine della parola

In ogni scelta, pertanto, è sempre insita una rinuncia, ma scegliere è anche un atto di coraggio, significa abbandonare qualcosa in favore di qualcos’altro. L’uomo che si astiene dallo scegliere spreca la sua esistenza nella miope sfera della sicurezza, distruggendo il senso più profondo della vita.
Nella Divina Commedia, Dante colloca gli ignavi nell’antinferno. Gli ignavi non avendo mai effettuato una scelta nella loro vita, hanno sprecato la loro occasione per capire chi sono. Chi non prende posizione, chi non si assume la responsabilità delle proprie decisioni, diventa vittima della propria codardia e subisce passivamente le scelte prese da altri.
Per il filosofo Kierkegaard l’uomo diventa ciò che è come conseguenza delle sue scelte, ma l’atto di scegliere provoca allo stesso tempo una profonda angoscia, perché in ogni scelta compiuta vi è sempre un prezzo da pagare.
L’uomo si dibatte tra termini opposti (aut-aut/o-o), sospeso su un baratro di infiniti forse e di infinite possibilità; non può prevedere a priori l’esito delle sue scelte e anche quando ottiene ciò che vuole, rimpiange ciò che ha sacrificato e perso.