Cristiana Lenoci

Blogger, redattrice web

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PhEST 2020 a Monopoli (Ba): il tema della mostra internazionale di fotografia è “Terra”

2020-10-21 16:42:13

Sono questi gli ultimi giorni per poter visitare la quinta edizione del PhEST a Monopoli, il festival internazionale di fotografia che gode ormai di fama enorme ed è grande motivo di orgoglio per la nostra regione. La chiusura è prevista per il primo novembre, quindi bisogna affrettarsi!

Il tema di quest'anno è "Terra", intesa come il pianeta che abitiamo, ma anche come il terreno dal quale nasce ciò che ci nutre e sul quale ogni giorno posiamo i nostri passi.

Le immagini della fotografa Roselena Ramistella, autrice del progetto speciale della mostra, offrono un prezioso punto di vista sul mondo antico e quello moderno. I ritratti delle persone che vivono veramente la terra, lavorando con essa e con i suoi animali, danno importanza alla sua vera essenza. Le immagini sembrano fermare il tempo, rallentano l'esecuzione delle mansioni che ogni persona esegue quotidianamente, fanno capire che ogni cosa richiede tempo per maturare e che nulla è immediato.

Il progetto di Luca Locatelli illustra invece l'industrializzazione dell'agricoltura, il lato moderno della coltivazione, caratterizzato dalla produzione di massa e dal perfezionamento in laboratorio. Sono impressionanti i campi chiusi nelle serre, ambienti silenziosi ed asettici, illuminati e colorati da luci artificiali anche di notte, creati per massimizzare la produzione e contrastare il fenomeno di carenza di cibo su scala mondiale.

Sono numerosi gli altri artisti coinvolti e sono più di venti i temi affrontati; alcuni altri esempi sono il tema del cambiamento del clima e dello scioglimento dei ghiacciai affrontato da Dillon Marsh, Igor Gvozdovskyy, Ciril Jazbec e Simon Norfolk, la tematica della mutazione di enormi cicli naturali come quello che riguarda il fiume Colorado negli Stati Uniti e nel Messico esposto da John Trotter, o ancora il progetto affrontato dal premiato Jacob Balzani Lööv sul comune di Ustica, che fa ragionare sull'impatto che possono avere i media su un territorio.

 L'emergenza Covid ha reso ancora più interessante la mostra perchè è stata allestita quasi interamente all'aperto, nelle piazze della città, sul lungomare ed in parte persino nell'acqua del mare.

Il PhEST nasce diversi anni fa con l'esigenza di esprimere le tante identità che caratterizzano il "mare che si trova in mezzo alle terre". L'obiettivo, com'è stato scritto dagli organizzatori, non è quello di ricucire lo spazio tra le terre che circondano il mare, ma è quello di riconoscere il nostro mare come l'origine di ciò che ci distingue e ci rende unici, cioè ciò che definisce la nostra identità. Non c'è nulla di più vero, infondo è proprio la diversità che crea identità, ed è ciò che genera il valore di un essere umano.

E' immensa la forza manifestata da un festival simile, perchè è in grado di riunire e poi di comunicare, sollecitando le coscienze. La mostra va' assaporata, va analizzata con calma se si vuole apprezzare ogni sua sfaccettatura, per confrontarsi con gli artisti e ragionare sentendosi chiamati in prima persona a fare qualcosa. Si potrà riconoscere che è meraviglioso il potere dell'arte!