Blogger, redattrice web
Per il dopo Virus serve più stile di vita da Sud
Per il dopo virus serve più stile di vita da Sud. Cosa ci è più mancato finora? Una bella riflessione apre questa giornata, e voglio condividerla con voi #Camers.
- Gli abbracci. Gli abbracci del Sud sono da schiacciamento di vertebre e cassa toracica, non di quelli che si strofina la mano sulla spalla e sono più falsi della Vuitton di un senegalese.
- Il contatto. E quello meridionale lo è nel senso vero della parola (con-tatto), cioè ripristino del tatto. Un bisogno fisico più che un rito, un nutrimento. Con baci sulle guance annessi, altro che la stretta di mano a moncherino. Contatto, altro che le file indiane anche per comprarsi il pane.
- L'umanità. E quelle del Sud sono <vite di cortesia>. Vite da esportazione di umanità. Sud dove c'è sempre un cugino, o un amico del cugino che risolve un problema senza chiedere nulla in cambio se non affetto.
- La convivialità. Convivialità che al Sud è un <narrarsi senza fine>, altro che stare sempre di testa su WhatsApp.
- Toglierci i guanti, negazione del sentirsi a pelle. Profilattico del sentimento.
- Le piazze rumorose e traboccanti di incontri. Non dovremo esagerare come prima, ma le piazze del Sud sono piazze di città che sono <il luogo naturale dell'abitare umano>. Non solo per la produzione e il commercio, ma anche, <più umilmente, per favorire i riti e le passioni sociali>. Città dove albergano anche la gioia e il piacere, il saper vivere e il vivere bene, non solo il profitto.
- La lentezza. Ubriachi come siamo stati di velocità, mentre lo psichiatra americano Srini pillay ha scritto <Il potere del cazzeggio> in cinque mosse.
- Quando tutto sarà finito, ci vorrà più Sud come luogo della <vita autentica>.
Vengano verso le nostre <camere con vista> per farlo scappare a gambe levate questo virus, perché qui al Sud non è aria per lui.