Cristiana Lenoci

Blogger, redattrice web

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Paolo, infermiere pugliese nella zona più rossa d’Italia: “Qui a Milano spirito di sacrificio e coesione”

2020-03-11 13:49:16

In questi giorni di piena emergenza Coronavirus in Italia si parla spesso dei medici e di tutto il personale sanitario che opera all’interno degli ospedali. Uomini e donne che, con grande abnegazione e adattamento, cercano di fare il meglio che possono con quello che hanno a disposizione.

Di certo, in Lombardia e nelle altre regioni del Nord più colpite dal contagio, la situazione è molto tesa e anche confusa.


Paolo Spagna, infermiere pugliese che lavora da ormai trent’anni a Milano, ci racconta la sua esperienza in questo momento così delicato per il nostro Paese.

C’è ancora una comprensibile confusione. Non esiste un simile precedente, e di conseguenza manca un protocollo preciso. Si lavora giorno per giorno per migliorare, c’è spirito di sacrificio da parte di tutti e grande coesione, a tutti i livelli. Ora si stanno rimandando gli interventi programmati, e pertanto differibili, per accogliere gli acuti infettati dal Coronavirus all’interno delle strutture sanitarie. Per fortuna da Codogno arriva una bella notizia: siamo, a quanto pare, a quota zero ammalati. Avanti così!”, dichiara.


Paolo ha lasciato la sua città di origine, Cerignola (Fg) a vent’anni circa. Milano, la città in cui lavora, lo ha ormai adottato da tempo. Oggi, in questo periodo di emergenza sanitaria, la sua competenza professionale e il suo spirito di adattamento sono decisamente messi alla prova. Da pugliese doc, Paolo non si tira indietro e con i suoi colleghi lavora in ospedale per assicurare ai pazienti tutte le cure necessarie in questo momento. “E’ necessario non perdere mai il sorriso e la gentilezza nei confronti dei pazienti e anche dei colleghi. L’unione, in questi casi, è davvero la nostra forza”, aggiunge Paolo.


Stanchezza, confusione, incertezza per il futuro. Se questi sono i sentimenti più comuni tra le persone comuni, immaginate quello che passa nella testa di chi lavora otto ore al giorno e forse più a stretto contatto con questo maledetto virus.

I questi giorni concitati e difficili, di dati e numeri sul contagio, Paolo (come tutti i pugliesi rimasti in Lombardia lontani dalla loro famiglia) pensa spesso alla Puglia. 


Bisogna contenere il più possibile il contagio, i numeri in Puglia sono ancora accettabili. Spero che i pugliesi capiscano che il momento è davvero difficile, e che dobbiamo sentirci membri di una comunità, e non ragionare da individui singoli.” La nostra comunicazione si interrompe, Paolo deve andare al lavoro e come ogni giorno si prepara ad andare in trincea, per combattere un nemico che incute paura, ma che prima o poi verrà battuto. Grazie a lui e a tutti i medici, infermieri e personale sanitario di tutta Italia.

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