Cristiana Lenoci

Blogger, redattrice web

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Oliva Bella di Cerignola: origini e storia della regina degli aperitivi

2019-10-22 13:56:22

Sarà capitato anche a voi di entrare in un locale e di chiedere un aperitivo per ingannare quel languorino allo stomaco che arriva a metà giornata. Se avete la fortuna di trovarvi in Puglia sarà più facile imbattervi in un aperitivo che, tra le gustose alternative, presenti una ciotola di olive.

Se queste olive vi colpiscono per le dimensioni notevoli, potrebbe trattarsi  delle olive Bella di Cerignola Dop, una qualità autoctona unica che ha conquistato le tavole di tutto il mondo per il suo sapore inconfondibile. Pare che in America, e in particolare in California, l’oliva pugliese da tavola per eccellenza sia molto ricercata e apprezzata.


Polposa, verde o nera che sia, l’oliva Bella di Cerignola, chiamata anche “Bella della Daunia” a causa della sua provenienza, è appunto coltivata nell’agro di Cerignola, una cittadina della provincia di Foggia. Questo tipo di oliva, che non è adatta per ricavarne olio, si raccoglie manualmente nel mese di Ottobre. In genere si utilizzano teli e si adottano alcune precauzioni per evitare il più possibile che le olive si scheggino o si rompano durante la raccolta.


Origini e Storia


Quando è cominciata la coltivazione dell’oliva Bella di Cerignola in Puglia? Non vi sono informazioni certe al riguardo. C’è chi fa risalire le origini di questa tipologia di oliva ai Romani (che coltivavano le Orchites), oppure alla Spagna, nel 1400. Questa tesi potrebbe essere la più plausibile, dato che un tipo di oliva con tali caratteristiche in passato veniva anche denominata “oliva di Spagna”. Il riferimento alla Spagna, però, secondo alcuni, potrebbe derivare dalla modalità di coltivazione seguito dagli agricoltori del posto, appunto il “metodo spagnolo o sivigliano”.


Caratteristiche della Bella di Cerignola


Ciò che colpisce a prima vista di questa oliva è la sua dimensione: può arrivare a pesare anche 30 grammi! Poiché la polpa costituisce l’85% del frutto, immaginate quanto sia piacevole morderla. Altra caratteristica che ben si lega alla polposità è che questa oliva è croccante al punto giusto. L’oliva Bella di Cerignola ha ottenuto la Denominazione di Origine Protetta (DOP) nel 2000, con la dicitura “La bella della Daunia”. Vengono messi in evidenza i territori di produzione dell’oliva, e cioè: Cerignola, Stornara, Stornarella e Orta Nova in provincia di Foggia e i comuni di San Ferdinando di Puglia e Trinitapoli in provincia di Barletta Andria-Trani.

Nel 2002, allo scopo di tutelare e promuovere questo prodotto sia in Italia che fuori dai confini nazionali, è stato istituito il Consorzio di tutela oliva da mensa Dop La Bella della Daunia- cultivar Bella di Cerignola.


Oliva Bella di Cerignola Nera: trattamento e utilizzo


Questa oliva coltivata in Puglia è disponibile sia nella variante originaria verde che nera. Per ricavare l’oliva di colore nero si tratta il frutto con la soda per eliminare il gusto eccessivamente amaro, poi si lava con acqua e infine si conserva in vasi di terracotta o di vetro, aggiungendovi la giusta quantità di sale. Mentre l’oliva verde è ottima se servita con aperitivi, quella nera trova impiego anche in cucina. La polpa dell’oliva nera può essere utilizzata per condire sughetti a base di pomodorino e basilico. Per esaltare il sapore dell’oliva sia verde che nera non dimenticate di servirle a tavola accompagnate da un ottimo vino, meglio se bianco e consistente.


Curiosità


Nella città in cui è coltivata, Cerignola, si contano sulle dita di una mano i bar o i locali che servono questa specialità negli aperitivi. Il motivo addotto dai gestori e proprietari è che “costa troppo”. Peccato che gli Americani siano disposti a pagarla anche di più per gustarla e che Cinesi e Giapponesi siano impazziti quando l’hanno assaggiata per la prima volta. Che dire, forse non sempre si riesce ad apprezzare (e valorizzare) quello che si ha e che, in questo caso, arriva dalla terra.