Cristiana Lenoci

Blogger, redattrice web

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Lo swapping: nato negli Usa, il baratto di abiti impazza anche in Italia

2022-05-07 13:48:34

Rinnovare il guardaroba e disfarsi di ciò che non si usa più richiede alternative validi ed efficaci. Lo swapping è senz’altro una di queste. Dal verbo inglese “to swap” (che significa “barattare”), è una nuova tendenza nata in America, che consiste nello scambiarsi indumenti e accessori, magari già usati ma ancora perfetti oppure mai indossati, anche attraverso apposite applicazioni.

Le app dell’usato facilitano incontri e cambi, ottimizzando i tempi e donando nuova vita ai beni di cui intendiamo disfarci. In tal modo possiamo ottenere risparmi sensibili su voci come l’abbigliamento. 

Il fashion swapping è nato qualche anno fa a New York. In ambienti privati, alcune personalità dello spettacolo e del jet set si incontravano a feste esclusive per scambiarsi indumenti e accessori vintage. Più di recente, invece, la pratica di barattare gli indumenti si è diffusa in alcuni negozi e sul web, ed anche nel nostro Paese. In alcune città come Milano e Roma lo swapping è una tendenza assai in voga, che tende a coinvolgere sempre più persone.

Oggi questa “moda americana” è diventata pubblica e risponde alla logica della condivisione, dello “sharing”, che investe anche altri settori, ad esempio quello della mobilità. L’esigenza è la medesima: procurarsi ciò che occorre senza sprecare e rispettando l’ambiente.


Le donne protagoniste dello swapping


Chi sono gli “swapper”, ossia le persone che si scambiano indumenti? In base ai dati sull’argomento, pare che la maggior parte sono di sesso femminile, con età compresa tra i 25 e i 55 anni. Si tratta per lo più di casalinghe, studentesse, libere professioniste e, in genere, donne che amano lo shopping ma vogliono praticarlo senza sprechi, e di persone che desiderano avere un guardaroba nuovo senza impattare sull’ambiente.

Il riciclo nella moda è infatti un atteggiamento tipico di persone che hanno a cuore anche la salute e la salvaguardia del Pianeta. Di recente lo swapping sta allargandosi per età, comprendendo anche giovanissimi di 18-20 anni.


Il settore dello scambio in generale, e quindi anche nell’abbigliamento, è in crescita, soprattutto dopo la prima ondata di Covid-19. Stando ad alcune ricerche, nel 2020 il 54% degli italiani ha venduto o scambiato qualcosa.


Lo swapping permette di eliminare quello che non si apprezza facendo felice qualcun altro, nello scovare i capi più adatti, nel rinnovare il look a prezzi contenuti.


Come funziona lo swapping


Solitamente lo scambio di indumenti e accessori avviene durante gli “swap party”, luoghi dove ci si incontra, ci si conosce, si beve qualcosa insieme e ci si scambia oggetti dello stesso valore. In genere lo scambio di indumenti e accessori è affidato ad una figura competente e affidabile, che si accerti della buona fede e onestà delle partecipanti.


Si tratta della “swap manager”, esperta di moda o solo appassionata di tendenze e costi. A lei sono affidati l’organizzazione dell’incontro, la verifica della serietà delle swapper e la qualità dei capi coinvolti nello scambio. Gli inviti sono divulgati attraverso i canali social o l’utilizzo di una mailing list.


Ogni capo sarà contrassegnato con un cartellino che reca il prezzo, oppure un punteggio (ad esempio da 1 a 10). La regola viene stabilita in anticipo dalla swap manager, prima dell’inizio del party. In questo modo sarà più agevole scambiare un oggetto con un altro di pari valore.


Per evitare spiacevoli sorprese è sempre consigliabile reperire in Rete le informazioni e recensioni che riguardano un sito o una proposta di swapping.

Cristiana Lenoci per news-italia.net