Cristiana Lenoci

Blogger, redattrice web

Cristiana Lenoci

Blogger, redattrice web

Il potere di un filo di lana: come restare giovani lavorando a maglia

2020-12-13 16:32:02



Quella della maglia è un’arte straordinaria, fatta di una storia lunga quanto quella dell’umanità. Basti pensare che i nostri progenitori, per costruire le reti da pesca, hanno utilizzato una forma rudimentale di lavoro a maglia. In pratica, procedevano legando un filo con l’ago.

Lavorare a maglia è una metafora della vita. Le brave magliaie sono sagge, hanno il coraggio di tornare indietro e ricominciare. Si sono sempre date da fare, anche perché educate ad essere perennemente produttive. Normalmente lavorano meno per se stesse e più per gli altri. Sono altruiste, sferruzzano per parenti, amici, associazioni benefiche e per altre buone cause.


Non dimentichiamo che, in passato, l’hanno fatto per giorni, settimane, mesi, anni, senza interruzioni, quando dovevano mandare indumenti caldi per i loro cari partiti in guerra.


La lavorazione a maglia è frutto di millenni di sperimentazione, di risultati tramandati di generazione in generazione, non solo attraverso le lezioni sul come fare, ma anche con le storie narrate durante le ore passate a sferruzzare.


Sull’arte di fare a maglia Loretta Napoleoni, economista e saggista, ha scritto un libro intitolato “Sul filo di lana” (ed. Mondadori). L’autrice intreccia la storia incredibile della lavorazione a maglia con altre di vita, compresa la sua. Ci ricorda che possiamo sbagliare ma anche rimediare sferruzzando. Questa tecnica permette di trovare soluzioni a 360 gradi, come è successo nell’arco di millenni.


Oggi la lavorazione a maglia può essere considerata a tutti gli effetti una fonte di guarigione dal male di vivere.


Secondo i neuroscienziati, le aree del cervello stimolate dal lavoro a maglia sono quelle dedicate ad attività come attenzione e pianificazione (lobo frontale), elaborazione delle informazioni sensoriali e visive (lobo parietale), conservazione di ricordi (lobo occipitale), coordinamento della precisione e della sincronizzazione dei movimenti (cervelletto).


La sinergia di tutte queste aree insieme stimola i neuroni, e mantiene veloci ed efficienti le loro interazioni. L’autrice spiega infatti che “fare la maglia è qualcosa di più di un’attività rilassante, è un vero e proprio esercizio per il cervello”, in grado di mantenerlo giovane e rallentare il processo di invecchiamento.


Il “knitting” (fare a maglia in inglese) in Italia sembrerebbe un hobby tradizionale praticato fin dall’infanzia, ma al tempo stesso alcuni recenti sondaggi hanno messo in evidenza che le più giovani imparano in età adulta. In gran parte sono autodidatti, e imparano da tutorial e video su Youtube. (www.weareknitters.it).


Il 90% delle donne italiane sferruzza in solitudine, il luogo preferito per lavorare a maglia è la casa. C’è però un 15% che dichiara di fare a maglia quando è in pausa caffè al bar. Il 73% afferma che la soddisfazione personale è il piacere più grande dopo la realizzazione di un capo.