Cristiana Lenoci

Blogger, redattrice web

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Ecologia Affettiva e Biofilia: Contemplare la Natura per Rinascere

2020-08-08 13:32:46

Guardare un fiore, un ruscello che scorre, lasciarsi sfiorare dall’orizzonte del mare. La Terra è nostra Madre, e il suo abbraccio materno ci fa stare bene. Per questo l’ecologia non è solo una scienza ambientale, ma anche una scienza “affettiva”.

Ecologia affettiva e biofilia sono due concetti chiave delle nuove frontiere che studiano i benefici che il contatto con la natura suscita in ogni essere umano. Immersi in un paesaggio stiamo sicuramente meglio: si riduce lo stress e aumenta la nostra capacità di attenzione e concentrazione. Il bisogno di stare in Natura è scritto nei nostri geni. Nella natura ci sentiamo bene sia fisicamente che psicologicamente, è un fatto biologico che non dipende dalla nostra ideologia, ossia dall’essere o meno ecologisti.


Che cos’è l’Ecologia Affettiva


Quando si parla di ecologia affettiva ci si riferisce ad una branca dell’ecologia che si occupa delle relazioni emotive ed affettive che stabiliamo con il mondo naturale. La Biofilia, invece, che in greco significa “Amore per la Vita”, indica la nostra predisposizione a lasciarci affascinare dalla Natura e la capacità di entrare in relazione intima con lei.


La Biofilia è presente in tutti gli esseri umani, ma si esprime con i codici ambientali e culturali della propria comunità. Ma il legame con la Natura ha anche un risvolto psicologico, che riguarda il rapporto con l’ambiente sviluppato nel corso della vita da un singolo individuo, e in questo caso di può parlare di un vero e proprio sentimento d’amore.


Il nostro rapporto con la Natura è prevalentemente fisico: per prima cosa, quindi, è importante sentire il corpo vivo, e la Natura lo permette al meglio. I benefici cognitivi ed emotivi del contatto con la Natura sono molteplici. I primi derivano dal fatto che per comprendere ciò che accade, ciò che ci viene detto, ciò che leggiamo, usiamo l’attenzione “diretta”, ossia la concentrazione. 


Tuttavia, l’attenzione diretta non può essere sostenuta troppo a lungo, perché si esaurisce. Ed allora sentiamo la fatica mentale. In questo caso dobbiamo allora “staccare la spina”, permettere all’attenzione diretta di rigenerarsi. 


I tempi di rigenerazione variano a seconda dell’ambiente in cui ci troviamo. In Natura questo tempo è più breve di qualsiasi ambiente artificiale, anche del più confortevole e raffinato. Ciò significa che immergerci nella Natura ci rende anche più efficienti dal punto di vista cognitivo. 


Non c’è nulla di cui stupirsi: la Natura ci ha programmati così, è lei che ci aiuta a rigenerarci.