Cristiana Lenoci

Blogger, redattrice web

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Cerignola, coppia in quarantena fiduciaria per Covid: “Lo stigma sociale ci ha messo ko”

2020-08-05 14:48:01

C’è un risvolto di cui poco si parla quando si affronta l’argomento Covid: quello dello stigma sociale che colpisce chi, suo malgrado, si trova a dover affrontare un periodo di quarantena (fiduciaria) per esigenze di maggiore sicurezza ed incolumità verso se stessi e gli altri.

E’ il caso di una coppia di Cerignola, sposata con tre figli, che da ormai quindici giorni ha deciso di mettersi in quarantena non perché si siano manifestati i sintomi del virus, ma perché- avendo ricostruito la “mappa” dei contagi- ha riscontrato una sia pur minima possibilità di essere entrata in contatto con qualcuno degli ammalati.


Il problema è che, intorno a loro e ai familiari, si è creata una curiosità a dir poco morbosa, da parte di persone (anche semplici conoscenti) che, anche indirettamente, li raggiungono per informarsi sulle condizioni di salute, manifestando in modo chiaro l’intenzione di tenerli a distanza anche in futuro, nonostante l’esito negativo dei tamponi effettuati.


C’è chi, in barba ad ogni esigenza di riservatezza, riferisce poi ad altri informazioni poco precise o attendibili, alimentando il timore e, in alcuni casi, il panico da contagio.


“E’ una spirale di diffidenza e al tempo stesso di intromissione nella vita privata che ad un certo punto diventa difficile da gestire e tollerare”- riferiscono i due coniugi.


“Fare il tampone e sentirsi sottoposti ad una continua pressione di tipo personale e professionale non è il massimo per nessuno. Per fortuna tutto si sta risolvendo”, ci dice lui, che per mettersi in quarantena ha dovuto anche lasciare il lavoro (dopo mesi di fermo per lockdown).


Anche se il tampone ha rivelato la non presenza del virus, resta comunque l’amaro in bocca: amici, familiari e conoscenti continueranno per un po’ ad evitarli, cercando di non incrociarli sulla loro strada. Incuranti di un piccolo, “insignificante” dettaglio: non sono “untori”, né tantomeno malati.


La storia di questa coppia cerignolana è emblematica di una situazione che ci riguarda tutti. Aldilà delle notizie “ufficiali” che ci arrivano quotidianamente e che ci aggiornano dei dati dei contagi, ognuno di noi dovrebbe conoscere e approfondire l’argomento, per evitare di sconfinare nel negazionismo assoluto o, in alternativa, nel panico incontrollato da contagio.