Cristiana Lenoci

Blogger, redattrice web

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Bandiera Blu: ecco quali sono le new entry pugliesi

2020-06-26 14:15:15

Quest’anno le vacanze saranno tutte “made in Italy”, e la maggior parte dei vacanzieri ha messo in cima alla lista delle preferenze il mare. Ma dove andare? Per orientarsi nella scelta basta seguire le Bandiere Blu!

Nonostante il Covid-19, infatti, anche quest’anno è tornato l’immancabile appuntamento con i riconoscimenti assegnati dall’Ong danese FeeFoundation for Environmental Education, ai comuni costieri e agli approdi turistici con le acque più belle e pulite.


Le “Bandiere Blu”, appunto. Per aggiudicarsela, però, non basta il mare: serve infatti un sistema di servizi a 360° riassunto in 32 criteri che la giuria nazionale valuta in modo sempre più dettagliato. Quest’anno sono 195 i Comuni italiani che hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento, con ben 12 nuovi ingressi.


Nei 195 comuni a cui sono state riconosciute le Bandiere Blu le spiagge in totale sono 407, poco più che un paio per località. Dunque i turisti devono fare attenzione: recarsi in un comune riconosciuto con la “Bandiera Blu” e fare il bagno nelle acque che hanno portato al riconoscimento non potrebbe essere così scontato e implicito.

Il consiglio, quindi, è di consultare sempre le mappe sul sito ufficiale, per capire quali siano i tratti effettivamente selezionati e che rispondono ai diversi requisiti. Si tratta comunque, dicono dall’associazione, del 10% delle spiagge premiate su scala mondiale.


Per quanto riguarda la Puglia, questa regione guadagna due bandiere in più (le Isole Tremiti e Melendugno), arrivando così a quota quindici.

Il presidente di Fee Italia, Claudio Mazza, dichiara che il trend di quest’anno continua ad essere positivo, in quanto si confermano soprattutto i salti importanti delle regioni meridionali.

New entry in Puglia: Isole Tremiti e Melendugno

Altre due località pugliesi entrano nel novero di quelle che possono fregiarsi dell’insigne riconoscimento di “Bandiera Blu”: le Isole Tremiti e Melendugno (provincia di Lecce).


L’arcipelago delle Tremiti, secondo la leggenda, è stato generato dai massi gettati in mare dall’eroe greco Diomede. Scrigno di biodiversità, per la ricchezza e varietà dei fondali marini è tutelato come un’area marina protetta dallo Stato. Tuttavia, le bellezze naturalistiche non esauriscono le attrattive di queste isole. Sede di colonie penali sin dall’epoca romana (qui fu esiliata Giulia, la nipote dell’imperatore Augusto), le isole mostrano segni e testimonianze di presenza umana antichissima, addirittura risalente al Neolitico.


Grazie anche alla posizione di ponte tra la Puglia e le coste balcaniche, le isole Tremiti furono occupate durante il periodo di massima espansione dell’impero Romano, come dimostrano i resti di una villa di età imperiale e alcuni relitti di navi affondate.


E’ però a partire dall’anno Mille che si registra un’occupazione umana più stabile grazie alla fondazione sulla rocca di San Nicola dell’abbazia di Santa Maria, tra i più potenti centri benedettini della Capitanata. Saccheggiata dai pirati dalmati nel 1334, la struttura tornò a rinascere grazie all’opera dei Canonici Lateranensi inviati da Papa Gregorio XII nel 1412.


Con i Lateranensi il complesso si arricchì di un nuovo chiostro dalle forme rinascimentali e la rocca fu cinta di ulteriori fortificazioni. La massiccia muraglia difensiva, rafforzata dai numerosi torrioni che cingono l’isola, rimase a protezione della comunità monastica fino alla soppressione dell’abbazia, che avvenne per opera di Ferdinando IV di Borbone, nel 1783.


Se l’isola di San Nicola è nota soprattutto per la presenza della fortezza e dell’abbazia, le altre isole sono sicuramente altrettanto belle da visitare, anche se più selvagge. Notevoli, in particolare, sono le pinete che circondano l’isola di San Domino, tra le quali si aprono cale incantevoli le cui acque cristalline richiamano ogni anno migliaia di turisti. Appunto, un mare meritevole della Bandiera Blu.


Oltre San Domino, anche la brulla Capraia e lo “scoglio” del Cretaccio offrono la possibilità di effettuare numerose escursioni subacquee. Distante e inavvicinabile è invece la Pianosa, inserita nella “zona A” della riserva marina, e per questo tutelata a giusta ragione come riserva integrale.

Melendugno è un piccolo paese ubicato nel Salento, a metà strada tra Lecce e Otranto. Le origini di questa località risalgono al IX secolo circa. Il nome “Melendugno” rievoca il miele: lo stemma civico infatti riporta un pino circondato da uno sciame di api. Melendugno è circondata da splendide spiagge, scogliere a picco sul mare, baie solitarie. A Melendugno fanno capo le frazioni di Torre dell’Orso, San Foca, Roca Vecchia, Borgagne e Torre Sant’Andrea.


La tradizione popolare ha affibbiato agli abitanti di questo paese salentino il soprannome di “musi moddrhi” espressione dialettale per “musi molli”, cioè gente senza carattere, troppo pacifica ed incapace di venire alle mani.