Gli obiettivi dell’Agenda 2030 si dividono in macro-temi: si propone di sconfiggere la fame e la povertà, realizzare fonti di energia pulita e accessibile, contrastare il cambiamento climatico e la desertificazione. Inoltre tra gli scopi del piano d’azione vi è anche quello di ridurre le diseguaglianze e ottenere la parità di genere, fornire un’educazione equa ed inclusiva, assicurare salute e benessere a chiunque, garantendo modelli sostenibili di produzione e di consumo, e rendendo il mondo un luogo in generale più sicuro.
Ma come si vincono queste sfide ambiziose? Attuando programmi differenziati, coordinati da una regia comune: ciascun Paese è chiamato a sviluppare una Strategia azionale che l’ONU valuta annualmente, registrandone lo stato di avanzamento e aprendo, ogni quattro anni, un tavolo di confronto in presenza dei Capi di Stato e di Governo.
Anche l’Italia si è dotata di un organo ad hoc: la Cabina di regia Benessere Italia della Presidenza del Consiglio. Quest’ultima ha il compito di “coordinare, monitorare, misurare e migliorare le politiche di tutti i Ministeri nel segno del benessere dei cittadini”.
Se il cammino del nostro Paese verso lo sviluppo sostenibile è ancora lungo- secondo i dati Istat del Rapporto 2020 siamo trentesimi su 166 Paesi totali- il quadro è complessivamente positivo, con miglioramenti registrati rispetto allo scorso anno per il 48,1% degli indicatori.
L’emergenza sanitaria ha impattato sulla crescita, lesionando il già fragile equilibrio fra salute, ambiente, benessere e prosperità, ma ha anche evidenziato l’urgenza di raggiungere questi traguardi. “Tutto ciò che faremo durante e dopo questa crisi- ha dichiarato Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite- deve essere incentrato sulla costruzione di economie e società più eque, inclusive e sostenibili. Per essere più resilienti dinanzi a pandemie, cambiamenti climatici e nuove sfide globali”.