Yvonne Dotti

Stress e cervello: qual è il meccanismo psicologico e neurologico?

2019-05-10 12:32:55

Spalle contratte, morsa allo stomaco, respiro corto, senso di urgenza, scomoda sensazione di dover continuamente risolvere qualcosa, è un vortice di pensieri rapidi e tumultuosi che non ti lasciano tregua… conosci anche tu queste sensazioni, vero?Lo stress è oggi il più fedele compagno di vita

della maggior parte di noi… ci siamo talmente abituati a questa duratura relazione che talvolta nemmeno ci accorgiamo della sua presenza e su quanto influisca sul nostro benessere psico-fisico

Ma cos’è lo stress? Quali aree cerebrali sono coinvolte nei circuiti dello stress? Perchè avviene?Proviamo a conoscere da vicino questo scomodo compagno…Cos’è lo stress

Lo stress, secondo la definizione di Hans Selye – medico e ricercatore austriaco che per primo, negli anni Cinquanta, ha introdotto l’uso di questo termine – è una risposta fisiologica generalizzata e non-specifica con cui l’organismo cerca di adattarsi alle pressioni a cui è soggetto.
Iniziamo dunque a riconoscere che lo stress, di per sé, è una risposta adattiva che tutti noi mettiamo in atto a fronte di pressioni, sollecitazioni, pericoli, ed è un mezzo con cui riusciamo a mantenere la nostra efficienza, e a volte a preservare la vita stessa.
E’ quindi un aspetto naturale dell’esistenza, e pertanto inevitabile.
Il problema sorge nel momento in cui, in alcune circostanze, tale risposta diventa disadattiva, generando situazioni di malessere psico-fisico.
Ma vediamo meglio in cosa consiste questa reazione.

La reazione di lotta o fuga

Quando ci troviamo di fronte a una situazione che ci appare come una minaccia fisica o psicologica per il nostro essere, mettiamo automaticamente in moto una reazione di allarme volta alla sopravvivenza, definita come reazione di lotta o fuga: quando ci si trova di fronte ad un nemico o a un pericolo, tutte le energie vengono mobilitate per aggredire o darsela a gambe.
Se mi accorgo che la mia casa sta andando a fuoco, automaticamente, senza che debba pensarci, il mio cervello mette in atto tutta una serie di cambiamenti fisiologici che permettono l’attivazione del corpo, con lo scopo di preservare la sopravvivenza. Sicuramente la priorità non sarebbe terminare questo articolo.
In modo analogo, anche in situazioni che percepiamo soggettivamente come una potenziale minaccia su un piano più psicologico, come ad esempio dover affrontare un esame importante, si innesca una risposta fisiologica simile, che porta all’attivazione psichica e somatica.
Vediamo anche a livello cerebrale cosa accade.

Il pericolo viene rilevato da quella parte del cervello chiamata sistema limbico, o cervello emotivo, e, in particolare, è compito dell‘amigdala – un’area del cervello limbico che gestisce le emozioni – avvisarci di un pericolo incombente.
Le informazioni sensoriali del mondo esterno arrivano agli organi sensoriali (occhi, naso, orecchie, pelle), e poi convergono nel talamo, regione che ha la funzione di mettere insieme questi input in un’esperienza integrata, dandogli un senso.
Da qui le sensazioni vengono trasmesse in due direzioni:
– la via breve, estremamente rapida, è verso il basso, dove si trova l’amigdala;
– la via più “lunga” è verso i lobi frontali.

La funzione dell’amigdala è quella di individuare, in modo rapido e automatico, se l’informazione in entrata sia rilevante o meno per la nostra sopravvivenza.
Poiché l’amigdala elabora le informazioni più velocemente rispetto ai lobi frontali, decide se le informazioni in arrivo sono una minaccia prima ancora che possiamo essere consapevoli del pericolo stesso.
Se l’amigdala riconosce una minaccia, invia un messaggio istantaneo all’ipotalamo e al tronco encefalico, che secernono i cosidetti “ormoni dello stress”: cortisolo, adrenalina e noradrenalina.
E indovinate un po’ che fanno questi ormoni?
Innescano le risposte fisiologiche di attivazione che permettono di combattere o fuggire: il cuore accelera, per fornire più sangue al cervello e ai muscoli; la respirazione diventa rapida, per procurare più ossigeno; la sudorazione aumenta rinfrescando il corpo; i muscoli si tendono, preparandosi ad un’azione rapida; le percezioni sensoriali divengono acuite e la mente più vigile; contemporaneamente la digestione rallenta… in fondo, se sto per essere aggredito da una tigre, digerire in quel momento non è la priorità.

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