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Storia delle Navi

2019-10-11 23:33:29

Alberto di Giussano

Dopo la Prima Guerra Mondiale, la potenza degli incrociatori della marina italiana era piuttosto deplorevole.
Il nucleo era formato da tre incrociatori leggeri (esploratori) di classe Quarto e Nino Bixio armati con un’artiglieria da 120 mm, da due incrociatori austro-ungarici armati con batterie principali da 100 mm, e da tre incrociatori tedeschi con batterie principali da 152 mm ricevuti come spoglie di guerra. Queste ricompense di guerra erano pesantemente logorate a causa della guerra ed erano in un pessimo stato tecnico. Per questo motivo, quando la Francia (il principale avversario dell’Italia nel Mediterraneo) impostò tre moderni incrociatori leggeri di classe Duguay-Trouin tra il 1922 e il 1923 e iniziò la costruzione di 12 contre-torpillieur di classe Jaguar, l’Italia dovette rispondere in maniera adeguata. Pertanto, nel 1928 fu ordinata la costruzione di quattro esploratori moderni di grosse dimensioni, successivamente riclassificati come incrociatori leggeri. Tutte le navi presero il nome da famosi condottieri italiani del medioevo, motivo per cui la classe stessa fu denominata Condottieri. Queste navi, commissionate nel 1931-32, erano praticamente prive di corazzatura: la loro stupefacente velocità massima di 37 nodi sarebbe stata la loro migliore difesa. Il loro potente armamento, composto da quattro installazioni binate armate con cannoni da 152 mm, gli avrebbero permesso di contrastare facilmente gli incrociatori e i cacciatorpediniere francesi. Tutti e quattro gli incrociatori furono distrutti durante la Seconda Guerra Mondiale.

 

Il 29 marzo 1928 fu impostato il primo della serie al cantiere navale Ansaldo di Genova: l’Alberto di Giussano. Fu varato il 27 aprile 1930 e commissionato il 5 febbraio 1931. Prima della Seconda Guerra Mondiale servì nel Mediterraneo, dove partecipò alla battaglia di Punta Stilo, per poi essere assegnato a missioni di piazzamento delle mine e scorta di convogli. Tra l’11 e il 13 dicembre del 1941, si trovava insieme alla sua nave sorella Alberico da Barbiano per trasportare un carico di carburante in Nord Africa. Durante la notte del 13 dicembre furono intercettati da alcuni cacciatorpediniere britannici: infuriò una breve seppur feroce battaglia, in cui entrambi gli incrociatori furono affondati dal fuoco dell’artiglieria e dai siluri.

Raimondo Montecuccoli

Dopo aver costruito quattro incrociatori di classe Giussano, la Regia Marina ordinò altre due navi dal design leggermente migliorato con capacità in mare superiori (classe Condottieri B o Cadorna). Nonostante ciò, la loro corazza rimase comunque inadeguata, e qualsiasi possibile scontro contro gli ultimi incrociatori pesanti francesi sarebbe risultato in un esito oltremodo pessimo. Ecco perché il programma del 1930-1931 permise la costruzione di due incrociatori leggeri con corazzatura sensibilmente rinforzata, mantenendo comunque la stessa velocità massima. Ciò portò ad un aumento del dislocamento e delle dimensioni delle nuove navi. Il peso della loro corazza era più che raddoppiato: da 575 a 1350 tonnellate. Due incrociatori della nuova classe Condottieri C furono impostati nel 1931-1933 ai cantieri di Genova e Trieste, per poi essere commissionati nel 1935.

 

Il Raimondo Montecuccoli fu impostato ai cantieri Ansaldo di Genova il 1º ottobre 1931, varato il 2 agosto 1934 e messo in servizio il 30 giugno 1935. Nel periodo interbellico, la nave partecipò alla guerra civile spagnola come nave-stazione e fece da scorta ai corpi di spedizione italiani. Tra il 1937 e il 1938, questo incrociatore partecipò a un viaggio verso l’Estremo Oriente e l’oceano Pacifico. All’inizio della Seconda Guerra Mondiale, il Montecuccoli fu coinvolto nella Battaglia di Punta Stilo, compiendo incarichi da posamine e di scorta. Il 15 giugno 1942, la nave prese parte alla Battaglia dell’isola di Pantelleria. L’incrociatore passò la maggior parte della fine del 1942 e dell’anno successivo nelle basi navali italiane, per la carenza di carburante e la supremazia aerea degli Alleati. Dopo la capitolazione dell’Italia nel settembre del 1943, il Montecuccoli, insieme alla flotta intera, fece rotta verso Malta affrontando assalti continui da parte dell’aviazione tedesca. Fino alla fine della guerra, l’incrociatore fu impiegato come trasporto veloce. Dopo la guerra, la nave rimase nella Regia Marina e, tra il 1950 e il 1964, fu impiegata per gli addestramenti. Il 31 maggio 1964, il Raimondo Montecuccoli fu radiato dal servizio e infine venduto per essere smantellato nel 1972.

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