Domenico De Santo

Alla ricerca di risposte

2019-01-26 12:06:23

Una riflessione un po’ più ampia legata al Giorno della Memoria

Il Giorno della Memoria è la ricorrenza istituita per ricordare le vittime dell’olocausto e tutti sappiamo che si parla di numeri talmente alti che si fa fatica ad averne un’idea concreta. Numeri appunto, questo era l’obiettivo degli aguzzini (come li appella la Senatrice Liliana Segre) rendere le persone dei semplici banali numeri. “Numeri” però che di semplice o di banale avevano ben poco sia a livello personale ma anche a livello di impatto in generale.

E qui mi sono sorte alcune domande, ve ne riporto solo due, e la relativa ricerca di risposte. Prima fra tutte, come si sopravviveva nei campi di sterminio? La risposta è, per quanto raccapricciante riferita a un essere umano, rendersi utile. In qualsiasi cosa. Utile per lavorare, utile per rallegrare le SS con musica o prestazioni sessuali. Mi sono imbattuto in un libro che parla appunto di questo, di una figura che accettava un ruolo squallido ma che gli permettesse di non morire. Il Piepel, che è il ruolo di alcuni ragazzini che divenivano oggetto sessuale del capo blocco in cui risiedevano. È un libro forte e crudo ma che lascia il segno, come giusto che sia.

Un’altra domanda che mi è sorta qualche tempo fa è stata: come vivevano gli altri, i non soldati e i non ebrei? Le popolazioni occupate e soggiogate dal braccio Tedesco. Qui la risposta è più articolata. Tra queste persone si trovano degli eroi che hanno fatto quanto in loro potere per salvare quante più persone possibili. Si trovano quelli che sono rimasti a guardare e quelli che hanno contribuito alle atrocità del periodo. In generale comunque anche i civili delle nazioni occupate hanno avuto la loro dose di brutalità da parte del Reich. Tutti quelli che risiedevano nella zona da destinare a ghetto dovevano lasciare le loro case e attività per trasferirsi in altre zone della città e ricominciare da zero nel periodo della guerra, non proprio semplicissimo. Anche per questo ho trovato un bel libro, Il farmacista  del ghetto di Cracovia, scritto da chi ha vissuto questa situazione ma vivendo da non ebreo in un ghetto e non si è limitato a guardare quello che succedeva intorno a se.

Due letture davvero interessanti che consiglio e se ne avete da consigliarmi commentate pure!