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Parco dell'Argentara
Questo piccolo parco in provincia di Varese è veramente un piccolo paradiso, un laghetto con gli aironi, dei vecchi mulini , un torrente e tanti alberi. Un luogo perfetto per volare con un piccolo Cinewhoop. Volo ad impatto zero senza causare danni a flora e fauna. Tecnologia e natura ....insieme!
Il Parco dell’Argentera è situato nel comune di Cadegliano Viconago e deve il suo nome alla ricchezza minerale (galena argentifera, manganese e silicio) della zona, già nota in epoca romana.
E’ un luogo magico, da scoprire in tutte le stagioni, ideale per una passeggiata nel verde o per un giro in bicicletta lungo la pista ciclabile che attraversa il bosco.
Ci sono due modi per raggiungere il Parco:
Per raggiungere l’ingresso del parco in auto, si percorre la SS 233 che da Lavena Ponte Tresa sale a Marchirolo; dopo il bivio per Cadegliano Viconago troverete le indicazione del parco. In bicicletta invece si percorre la ciclabile Ghirla – Ponte Tresa, che unisce Marchirolo a Lavena Ponte Tresa, seguendo il tracciato dell’antica ferrovia.
Cadegliano Viconago arrivò a disporre, tra ‘700 e ‘800, di ben diciotto mulini, dislocati lungo i numerosi corsi d’acqua del paese e utilizzati per la macinazione di castagne, cereali, semi di girasole e noci. Il Parco nasconde nella penombra quattro di questi antichi mulini che, non più funzionanti, all’inizio del ‘900 vennero abbelliti con interessanti decorazioni a graffito e ad affresco di ispirazione cavalleresca.
Tutto questo fu possibile grazie ad una famiglia borghese che acquistò l’area su cui oggi sorge il Parco, trasformandola a poco a poco in ciò che vediamo oggi. Venne arricchita da piante autoctone e di importazione e furono costruiti vialetti lungo i quali godere del silenzio e della magia del bosco; fu perfino creato un piccolo laghetto alimentato dalle acque del torrente Dovrana.
Quando poi fu attivata la ferrovia Varese – Ponte Tresa, venne innalzato un ponte per permettere il passaggio del treno sopra il torrente. Ancora oggi questa costruzione rappresenta un notevole modello di ingegneria civile.
Nel 1997 l’area su cui sorge il Parco fu acquistata dall’ex Comunità della Valganna e Valmarchirolo, che ha provveduto al recupero dell’area attraverso lavori di miglioria forestale e delle acque. Gli antichi vialetti sono stati ripuliti, messi in sicurezza ed arricchiti con panche e tavoli per i visitatori.