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Founder Junior

Lo sport come arma in più nel combattere la battaglia contro il cancro

2020-07-08 15:25:22

Svolgere attività fisica serve prima cosa per mantenersi in forma ed evitare di imbattersi in quelle condizioni come il sovrappeso ed il diabete che possono aumentare il rischio di ammalarsi;

ma svolgere uno sport è utile anche se ci si è ammalati di cancro, durante e dopo le terapie se le condizioni fisiche lo permettono infatti la giusta dose di attività fisica può migliorare in maniera significativa i sintomi e la qualità della vita dei pazienti oncologici  due gruppi di ricercatori francesi che, nel corso dell'ultimo congresso della Società europea di oncologia medica (Esmo) hanno presentato i dati più recenti a sostegno dei benefici dello sport nelle donne colpite da un tumore al seno ed anche coloro che sono a maggior rischio sostengono ciò.Pare quindi confermata l'efficacia dell'attività fisica «controllata» nelle donne con un tumore al seno dato che attenua la stanchezza ed i sintomi in più migliora l'aderenza alle cure.

Non è la prima volta che si illustrano i benefici dell'attività fisica nei pazienti oncologici«L'attività fisica praticata a partire dalla fase in cui ci si sottopone alla chemioterapia riduce il rischio di recidiva e di mortalità, con un'efficacia paragonabile a quella legata all'azione dei farmaci», afferma il Prof.Michelino De Laurentiis, direttore della divisione di oncologia medica senologica dell'Istituto Nazionale dei Tumori Fondazione Pascale di Napoli. 

Il movimento  nel caso di un paziente oncologico  deve seguire un percorso tarato sulle proprie capacità, è quanto hanno fatto i ricercatori d'Oltrealpe coinvolgendo in uno studio 114 pazienti (donne con tumore al seno, in un caso la malattia era già metastatica) messe al lavoro seguite da personal trainer con una conoscenza specifica delle malattie oncologiche. «Abbiamo notato che i pazienti traggono i maggiori benefici se si allenano due o tre volte a settimana per almeno un'ora: sia durante il periodo delle terapie sia nei successivi sei mesi», afferma il Prof.Thierry Bouillet, oncologo all'American Hospital di Parigi e coordinatore della ricerca. Ne è risultato che in queste condizioni «protette», con allenamenti incentrati su una serie di esercizi aerobici e sul potenziamento della forza muscolare, le pazienti hanno tollerato meglio i sintomi della malattia, la fatica generata dalle cure oncologiche e sono state soggette ridursi dellamassa muscolareriducendo cosi’ la massa grassa. 

Cari amici e membri della community di Cam.TV vediamo quindi che l’attività fisica non è indispensabile solo per stare in salute ma rappresenta anche un’importante strumento per combattere il cancro, tanto che  gli esperti del Sistema sanitario britannico sostenevano che svolgere del movimento può essere altrettanto efficace di un farmaco per il cancro e le malattie cardiovascolari, ma non sempre ciò viene preso sul serio dai pazienti. Eppure un'attività fisica regolare può allungare la vita anche di quattro anni dato che lo sport agisce sui sistemi metabolici dell'organismo e oggi vi sono diverse dimostrazioni scientifiche del fatto che la pratica sportiva fa bene alla salute. Ciò è quanto emerge anche dai risultati degli studi epidemiologici, i quali almeno per alcuni tipi di tumore, mostrano un forte legame tra il cancro e la mancanza di esercizio fisico. La speranza è che, col tempo, accada quel che è già è accaduto col cibo ossia maggiore consapevolezza su quello che mangiamo. Conosciamo le proprietà benefiche di molti alimenti e cerchiamo di educare i più giovani a una sana alimentazione. Per il movimento e lo sport sarebbe auspicabile che accadesse la stessa cosa: riuscire a diventare pieni conoscitori in tutto ciò che ci aiuta a prevenire le malattie più gravi.

I ricercatori hanno capito in che modo l'attività fisica agisce su alcuni meccanismi essenziali dell'organismo, come il metabolismo energetico e ormonale, l'infiammazione ed il sistema immunitario e questo risulta essere un importante conquista.

Svolgere del movimento aiuta a restare in forma, a mantenere giovane l'apparato muscolo-scheletrico e circolatorio e a perdere peso. Su ciò parlano gli studi scientifici ma anche l'esperienza personale. Non solo lo sport ed il movimento hanno però altre virtù nascoste che oggi i ricercatori sono in grado di studiare nel dettaglio e di spiegare i loro effetti preventivi nei confronti delle malattie cardiovascolari e del cancro.

E’ bene pertanto distinguere tra due tipi di attività fisica: quella aerobica, la quale  si attiva dopo circa 3-4 minuti di sforzo intenso e si stabilizza dopo i 20 ed in cui il tessuto muscolare utilizza ossigeno per sintetizzare l'ATP, la molecola che fornisce energia al processo; e quella anaerobica, in cui la sintesi di ATP avviene in assenza di ossigeno, con l'esercizio anaerobico i muscoli si allenano e si rinforzano, ma non c'è accelerazione del battito cardiaco, risultando quindi meno efficace in termini di prevenzione delle patologie, in particolare di quelle cardiovascolari.

Invece l'attività aerobica svolta regolarmente aiuta a ridurre l'indice di massa corporea e quindi, in modo indiretto, a prevenire i tumori legati al sovrappeso e all'obesità; l'aumento del flusso di sangue ossigena i tessuti, facilitando anche l'arrivo di sostanze antinfiammatorie (l'infiammazione, specialmente se cronica favorisce la comparsa di mutazioni nelle cellule e di conseguenza la trasformazione del tessuto sano in tumorale) e l'eliminazione delle sostanze tossiche accumulate. Questo processo avviene anche nel polmone, che è un organo riccamente vascolarizzato la cui funzione è proprio l'ossigenazione del sangue e l'eliminazione delle sostanze di scarto.

Non solo il movimento accelera il transito intestinale e più è lungo il tempo in cui le sostanze di scarto dell'alimentazione rimangono in contatto con le mucose di stomaco e intestino e più alto risulta essere il rischio che eventuali composti tossici o mutageni danneggino le cellule mentre l'accelerazione del tempo di transito del cibo nell'apparato gastroenterico è considerata una delle principali ragioni per cui il movimento previene il cancro del colon.

E’ stato riscontrato che una pratica sportiva svolta costantemente e moderatamente intensa riduce la concentrazione di alcuni ormoni (trai quali gli estrogeni) a cui sono sensibili alcuni tumori come quelli dell'utero, del seno e della prostata. Inoltre lo sport aumenta la sensibilità dei tessuti all'insulina e ne diminuisce il rilascio nel sangue, favorendo l'utilizzo immediato degli zuccheri,  l'insulina, pur essendo un ormone essenziale per l'organismo, se troppo elevata nel circolo sanguigno stimola in modo eccessivo l'infiammazione facilitando la crescita dei tumori. È proprio per questo che, quando si parla di prevenzione con l'alimentazione, si suggerisce sempre il consumo di alimenti a basso indice glicemico, quindi quelli che aumentano lentamente il livello di insulina nel sangue.

Altro fattore importante è che  l'attività fisica stimola il sistema immunitario, regolando il numero e l'attività di alcune cellule essenziali, fra cui i macrofagi e i linfociti natural killer, implicati nel cancro.

Seppure non è semplice dimostrare che un certo stile di vita apporta veramente dei benefici tangibili in termini di prevenzione delle malattie, dato che i fattori confondenti possono essere molti e l'esercizio non fa eccezione, diversi studi epidemiologici sono riusciti a fornire una prova della sua utilità nei confronti di specifici tumori, e vediamoli.

I maggiori studi riguardano gli effetti dell'attività fisica sul cancro del colonsi dispone infatti di più di 50 studi specifici di buona qualità i quali dimostrano una riduzione del rischio di ammalarsi, proporzionale all'intensità, durata o frequenza della pratica sportiva ed alcuni studi stimano che le persone attive hanno un rischio di sviluppare questo tipo di tumore inferiore del 30-40 per cento rispetto alle persone sedentarie e che i benefici massimi si ottengono con 30-60 minuti di attività fisica intensa al giorno, , come può essere una corsa ad andatura sostenuta ma anche un impegno minore apporterebbe benefici in proporzione, purché sia un'attività continuativa e non spezzata nell'arco della giornata. L'effetto protettivo è dimostrato con certezza per il colon, un po' meno per il cancro del retto, il  muoversi riduce la massa corporea (e l'obesità è un importante fattore di rischio per questo tumore), ma anche il tempo di contatto tra le sostanze di scarto e la parete intestinale, riducendo quindi gli effetti tossici e infiammatori. 

Per quanto riguarda il cancro al seno si dispone di oltre 60 studi svolti in tutto il Mondo e i risultati sono piuttosto chiari: un'attività fisica frequente e intensa riduce anche il rischio di sviluppare questo tumore. Alcuni studi hanno permesso di verificare cosa accade alle donne che dopo la menopausa, nel momento di maggior rischio di ammalarsi, iniziano ad allenarsi, dimostrando che anche in questo caso vi è un beneficio in termini di riduzione del rischio se confrontato con quello delle donne sedentarie; una mezz'ora di attività intensa giornaliera, come può essere mezz'ora di corsa, sembra essere sufficiente per attivare i meccanismi protettivi tra i quali la riduzione del peso, degli ormoni circolanti (nelle donne prima della menopausa) e del fattore di crescita insulino simile (IGF-1), migliorando inoltre l'attività del sistema immunitario.  

Mentre gli studi riguardanti ilcancro dell'endometrio, sebbene meno numerosi, dimostrano anch'essi una riduzione di questo tumore del 20-40% in proporzione all'intensità e frequenza dell'attività  fisica. Risulta essere importante che i benefici sono presenti in tutte le età e che i meccanismi protettivi principali dipendono dalla riduzione del peso e dalla conseguente diminuzione degli ormoni femminili in circolo.

Alcune ricerche si sarebbero concentrate sul cancro del polmone per le quali sembra che l'attività sportiva è capace di  ridurre del 20% per cento circa il rischio di ammalarsi, ma non è in grado di contrastare gli effetti negativi del fumo, specialmente nelle donne.

Infine numerosi studi hanno avuto come oggetto il cancro della prostata i quali  non sono però riusciti a dimostrare una riduzione significativa del rischio, benché i ricercatori ipotizzino che gli effetti positivi ci possano essere, in quanto si tratta di un cancro sensibile agli ormoni, che vengono ridotti dalla pratica sportiva.

Sono necessarie ulteriori ricerche per confermarlo, seppure uno studio del 2005 ha dimostrato un rallentamento della progressione della malattia in uomini che, pur malati, praticano un'attività sportiva regolare.



Fonti : Fondazione Umberto Veronesi  Web Page

          AIRC Web Page

Immagine tratta da(by) Fondo Assistenza e Benessere S.M.S  Web Page