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Qualità dell'aria negli ambienti chiusi

2020-11-12 13:10:45

L’inquinamento atmosferico è uno dei principali fattori di rischio per la salute della popolazione mondiale, e l’aria di un appartamento può essere fino a cinque volte più inquinata di quella presente all'esterno.

Qualità dell'aria negli ambienti chiusi


La qualità dell’aria e in particolare quella all’interno degli edifici ha assunto un’importanza ancora più rilevante, specie dopo la fase di quarantena imposta per contenere la pandemia da Covid-19.

I principali problemi legati alla qualità dell'aria indoor sono strettamente correlati alla concentrazione e definizione dei principali composti inquinanti presenti negli ambienti confinati.

Gli inquinanti indoor, che possono agire singolarmente o combinati con altri fattori, determinano una diminuzione del comfort ambientale e un rischio per la salute.

Considerato che gran parte della popolazione trascorre il proprio tempo in ambienti confinati e chiusi, l’esposizione all’inquinamento è dominante rispetto a quello outdoor.

In Europa, e di conseguenza anche in Italia, ci sono già direttive comunitarie trasformate in normative e leggi nazionali che indicano quali sono i valori dei principali contaminanti dispersi nell'aria che possono essere tollerati: per esempio se analizziamo il famoso particolato solido e liquido Pm10, il limite fissato dalla legge italiana (Dlgs 155/2010) è di 50 µg/m3, così come per il Pm2,5 è fissato a 25 µg/m3 esistono limiti anche per tutte le altre sostanze inquinanti e cancerogene gassose e VOC, i composti organici volatili. Partendo dalla riduzione al minimo delle polveri sottili in ambiente, che sono il principale vettore che porta tutte le sostanze patogene per l’uomo nei nostri polmoni, con impianti di ventilazione, ma soprattutto di filtrazione efficaci e certificati secondo le norme, possiamo migliorare notevolmente la qualità dell’aria indoor. Ovviamente va posta anche particolare attenzione alla scelta dei materiali da costruzione e degli arredi, che devono emettere basse o nulle quantità di inquinanti. 

Il ricambio di aria negli ambienti confinati è essenziale, per la salvaguardia della  salute di chi li abita. «In Italia la normativa vigente (UNI 10339) lega il ricambio dell’aria alla funzione cui la stanza è adibita e al numero di persone che la occupano distinguendo, per esempio, tra un’aula scolastica, un ufficio, un teatro ecc. Più in generale, gli studi e le ricerche condotte a riguardo suggeriscono di cambiare tutta l’aria della stanza ogni due ore».

La questione acquista un’ancor maggiore importanza in presenza di edifici, nuovi o ristrutturati, di elevata (A o superiore) classe energetica. «Se infatti gli spifferi permessi dagli infissi di vecchia generazione sono ormai solo un ricordo, è anche vero che il costante ricircolo d’aria che essi garantivano dipende oggi spesso solo dalle corrette abitudini di chi abita la casa. Comportamenti errati si possono facilmente tradurre in quella che va sotto il nome di Sindrome dell’Edificio Malato (Sick Building Syndrome)».

Per evitarne la comparsa è fondamentale ripulire costantemente l’aria, così da diluire la concentrazione di inquinanti, garantire livelli di ossigeno adeguati al metabolismo umano, evitare i fastidi (in primis perdita di concentrazione, sonnolenza e mal di testa) indotti da elevati tassi di anidride carbonica, e abbassare l’umidità relativa per prevenire la formazione di muffe, anch'esse pericolose per la salute delle persone.

Il monitoraggio degli inquinanti presenti nell’aria indoor consiste nella misurazione di agenti e microrganismi aerodispersi potenzialmente dannosi per la salute.

Il monitoraggio indoor si può effettuare mediante dispositivi specifici dotati di sensori in grado di rilevare molteplici tipi di inquinamento e un numero svariato di parametri che possono contribuire a rendere l’aria interna insalubre, come:


  • Particolato PM 2.5 (peli di animali, polvere, polline ecc…);
  • Particolato e PM10
  • Composti organici volatili (come la formaldeide);
  • Anidride Carbonica (CO2);
  • Virus e Batteri
  • Temperatura dell’aria (da cui può dipendere la velocità e l’intensità di molti componenti volatili);
  • Umidità relativa al di sotto del 70%, in modo da non favorire l’inquinamento di natura microbiologica;
  • Gas radon.

I sistemi di purificazione d'aria più avanzati ed affidabili contengono al loro interno una centralina di monitoraggio della qualità dell'aria che oltre ad evidenziare i livelli di guardia dei contaminanti possono parametrare anche il livello di potenza da erogare nella loro azione di sanificazione.