Valeria G

Da dove derivano l'Italiano, il Francese e lo Spagnolo?

2019-06-25 09:32:17

Scopriamo l'evoluzione dal latino all'Italiano, Francese e Spagnolo

Le lingue romanze


Oggi parliamo di uno degli argomenti a me più cari: le lingue.


Queste sono ormai indispensabili per viaggiare, conoscere il mondo e le culture. Esistono migliaia di persone definite con il nome "poliglotta", questa parola deriva dal Greco "poly" ossia proprio "poli-" e dalla parola "glotta" ovvero "lingua". Ci si riferisce a qualcuno come poliglotta quando quest'ultimo parla un gran numero di lingue straniere.


Ma tutte queste lingue da dove derivano?



Possiamo prendere come esempio il nostro Italiano. Si tratta di una lingua Romanza oppure Romantica. Senza lasciarci trarre in inganno dall'aggettivo romantico, possiamo osservare che entrambe le parole sono composte dalla radice che ricorre a Roma, quindi i Romani antichi.


Infatti tutte le lingue  come l'Italiano, lo Spagnolo, il Francese, il Catalano, il Romeno e così via, sono definite "Neolatine" o per l'appunto Romantiche o Romanze poiché derivano proprio dal latino antico e tra di loro hanno molte somiglianze.



Ecco una piccola dimostrazione: prendiamo per esempio la parola ponte, questa in Spagnolo è tradotta come "puente" mentre in Portoghese rimane proprio identica a "ponte", in francese si traduce invece come "pont" e in Romeno "pod". Questi sostantivi si assomigliano molto tra di loro siccome derivano dal latino "pons -tis" (terza declinazione) e hanno subito una leggera variazione nel corso del tempo.


Questa variazione va ricondotta all'incirca il 14 d.C., al tempo di Ottaviano Augusto. Con egli l'Impero Romano raggiunse una notevole espansione, arrivando a conquistare territori dove i Romani ancora non avevano messo piede. 


Proprio in queste terre risiedevano popolazioni che parlavano proprie lingue ma che, entrando in contatto con il latino, si sentirono costrette (non per scelta dei Romani, ci terrei a sottolineare) a imparare questa lingua per essere in grado di comunicare con i coloni Romani.


Nacque così una situazione di diglossia, ovvero uno stato di coesistenza di due lingue. Con il tempo queste due si sovrapposero, dando nascita ai volgari, simili a dei dialetti, diversi dal latino classico parlato in Italia; essi erano gli "antenati" delle lingue odierne come del francese, allora chiamato Lingua Francisca, oppure del tedesco, la Lingua Teutisca (di cui sono presenti testimonianze nei Giuramenti di Strasburgo dell'842).


In Italia il latino cercò invece di persistere ma presto venne sostituito dai diversi volgari (da cui nacquero proprio i nostri dialetti regionali) e solo l'élite e la Chiesa continuarono a utilizzare ancora il latino arcaico.



In alto potete osservare una delle più preziose testimonianze della trasformazione della nostra lingua.


Si tratta dell'Appendix Probi, un elenco di parole scritte in appendice ad un libro da un maestro dell'Antica Roma. In questa lista vennero riportati gli errori di scrittura e pronuncia degli studenti in quegli anni.


Come potrete notare nella colonna a destra molte delle parole scritte incorrettamente dagli allievi in realtà somigliano molto a come noi oggi scriviamo le medesime parole.


Ormai la ragione è chiara: le lingue si stavano fondendo e semplificando e nascevano così le fondamenta delle lingue parlate al giorno d'oggi.




 


Appendix probi originale


Spero che come primo articolo sia stata abbastanza esauriente, lasciate pure commenti e consigli se credete che qualcosa non funzioni.



-Valeria