Valentina Parissi

Naturopata

C'E' QUALCOSA CHE NON VA IN QUESTA SOCIETA'

2019-07-02 13:02:06

Ieri mi trovavo al circolo parrocchiale del mio paese. C'erano un sacco di ragazzini dai 10 ai 13 anni, molti dei quali a giocare a calcio. Un ragazzino, ad un certo punto, inizia ad inveire contro un altro, bestemmiando e urlando, manifestando tutta la sua rabbia. Io osservo incuriosita.

GIOVANNI E' INCAZZATO CON MARIO

Non capivo il perchè di questa improvvisa esplosione e restavo ad osservare cercando di capire cosa stava succedendo. 


Giovanni, nome di fantasia del ragazzo arrabbiato, ha una bella corporatura e capelli biondi rasati ai lati. Si muoveva in modo agitato ed era diventato tutto rosso in viso. 

Continuava ad agitarsi contro Mario ( altro nome di fantasia) puntando i suoi occhi e  il suo dito  dritti su Mario. 


Sembrava tutto molto chiaro, Giovanni, il bestemmiatore, pieno di rabbia  infuriava contro l'avversario , sicuramente per un pallone non passato o forse un gol mancato. 


Ad un certo punto ascolto meglio le sue parole, che aumentavano di volume man mano che Giovanni  manifestava tutta la sua arrabbiatura. E sento: 

- " Figlio di puttana a me non me lo dici, ora mi sono sono rotto il cazzo che tu ogni volta mi dici queste cose, Dio qui e Madonna di là"  ( Mi astengo nel riportare le bestemmie dette e ripetute) 


Giovanni continua con tutta la forza che ha e racconta di quante gliene ha dette anche in passato.


E continua -" Mi sono rotto il cazzo, hai capito? Ed ogni volta mi mandi affanculo ( arricchito dal gesto col braccio che conosciamo tutti molto bene) e che mi dici brutto finocchio, ora mi hai proprio rotto il ca.... "( evito di ripetere le parolacce tanto avrete capito) e così via mentre il viso arrossato era rigato dalle lacrime dalla rabbia.

Mario, molto furbamente non reagiva, e continuava a dire che non era vero. Rimaneva indifferente negando. 


L'atteggiamento di Mario portava Giovanni a continuare a vomitare tutto il suo dolore di fronte all'offesa alla Madre ripetendo che figlio di puttana non glielo doveva dire.


Ho provato compassione per Giovanni, avrei voluto aiutarlo, abbracciarlo, calmarlo.

OSSERVO ED ASCOLTO MOLTO BENE E FACCIO LA MIA CONSIDERAZIONE

Giovanni mi stava piacendo un sacco. 

Certo, stava sbagliando i modi, le parole, i gesti, ma aveva RAGIONE. 

Ho ammirato il coraggio che ha avuto per difendere se stesso, ha urlato di fronte a tutto il paese che la sua tolleranza era esaurita. 

I suoi amici si muovevano con lui, come banchi di pesci, andando avanti ed indietro  sostenendo la versione di Giovanni.


Continuava a ripetere: 

-" ma ti sembra il modo,  dirmi figlio di puttana, che è bello dare del figlio di puttana,. A me non me lo dici hai capito???" 


Si stavano animando troppo gli animi, perchè Mario negava con un savoir faire da analizzare,  alimentando la passione di Giovanni che in quel momento avrebbe solo voluto picchiarlo.. 

Intervengo incamminandomi in mezzo al campo  per aiutarli a comunicare in altro modo, quando all'improvviso compare una Donna alla mia sinistra, mi sorpassa, si gira versa di me, spostandomi col braccio alla sua destra e dice: 

-" Non ti preoccupare, ci penso io, sono la Madre" 


Ah bene dico io,! 

Non sapevo ancora di quale ragazzo fosse Madre. 

ERA MEGLIO SE NON INTERVENIVA PROPRIO

La Madre: -" ma ti pare il modo di bestemmiare così? Cosa è successo?" 


Giovanni risponde : " Lui mi ha detto figlio di puttana" 


La Madre si accerta chiedendolo a Mario, che conferma la sua versione di innocenza e ritorna a parlare con Giovanni, che ancora continua ad essere arrabbiato. 


La Madre:" Eh però anche te, ti sembra giusto "smoccolare" in questo modo, calmati"


Giovanni si infuria ancora  di più e stavolta contro la Madre, che ho capito, solo dopo, che era la mamma di Mario e non la sua. 

Cerca di motivare le sue ragioni in tutti i modi sostenuto dal coro degli amici che continuavano a confermare la versione di Giovanni. 


Aspettavo attonita. Se solo fosse intervenuto un adulto ad ascoltare questi ragazzi, invece di andare a cercare  il colpevole,  la situazione si era già placata. 


Giovanni, non sentendosi ascoltato, ma incolpato nonostante la sua ragione,  minaccia di picchiare Mario anche di fronte a sua madre 

TUTTO E' MALE QUEL CHE FINISCE MALE

La finale  è che la Donna, invece di ascoltare i ragazzi, comprendere cosa veramente fosse successo, riconoscere di fronte a Giovanni che Mario aveva sbagliato e cercare di calmare gli animi, si è messa a litigare come una ragazzina con Giovanni ed il gruppo degli amici, che cercavano di farle notare che era chiaro che lei, ancora una volta ( quindi ho capito che lei era solita intervenire a favore del figlio anche se aveva torto) stava difendendo chi aveva commesso l'errore. 


HO RIFLETTUTO TUTTA LA NOTTE 

Questo accaduto mi ha fatto riflettere tanto, non sono un'insegnante, ne un' educatrice, e non frequento ragazzi di quell'età, ma leggo molto di bullismo e mi fa male dentro, perché una soluzione c'è, ma continuiamo a portare avanti le cose che non dimostrano risultati risolutivi. 


Mi sarebbe piaciuto tantissimo vedere un adulto che fosse stato in grado di ascoltare veramente quei ragazzi, senza accusare o difendere qualcuno. Solo considerarli per farli parlare e raccontare i fatti secondo la loro prospettiva. 

Nella mia immaginazione ho visto un bel cerchio dove un  passaggio di palla avrebbe dato la parola ad ogni singolo adolescente. 

Li avrei fatti confrontare chiarendo loro che le offese hanno una vibrazione e che quella vibrazione arriva al cuore e crea tanto dolore. Avrei fatto loro delle domande che li portassero a ragionare e comprendere che gli atteggiamenti e le parole lasciano delle ferite che nessuno si merita. 


Grazie a chi mi ha letto fino in fondo,  e chiedo scusa per aver ripetuto il linguaggio scurrile dei ragazzi. Non sono solita a dire e a scrivere parolacce, ma dovevo rendere bene ciò che avevo sentito.  


Mi piacerebbe tanto sapere una vostra opinione. 



VI INVITO A LEGGERE QUESTO ARTICOLO

BULLIZZA UNA PIANTA, L'ESPERIMENTO. QUELLA INSULTATA APPASSISCE