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La storia dell'eremo Santo Spirito a Majella a Roccamorice (Pe)

2020-08-11 07:18:00

La Majella è definita la “montagna sacra” d’Abruzzo per tante ragioni, tra cui l’aver ospitato tanti eremiti che hanno lasciato un segno indelebile nella sua storia e nella sua geografia. Hanno infatti riadattato grotte o costruito veri e propri edifici rupestri per creare i loro eremi.

Uno degli eremi davvero simbolici di questo “percorso spirituale” è sicuramente quello di Santo Spirito a Majella. Esso ha infatti avuto addirittura l’onore di ospitare Celestino V, che ne fu anche il fondatore. 

La particolarità di Santi Spirito a Majella

Incastonata nella roccia, l’Abbazia di Santo Spirito a Maiella rappresenta uno dei luoghi più suggestivi d’Abruzzo. Qui l’architettura entra in simbiosi con la natura e con i valori ascetici che ancora riesce ad evocare nel visitatore.

Noto anche come eremo di Santo Spirito, il luogo sacro venne fondato attorno al 1244 e costituisce il primo insediamento stabile di Celestino sulla Maiella.

Della facciata, segnata da numerosi rifacimenti, di originale resta il portale, probabilmente risalente ai lavori di fine Cinquecento voluti dall’abate Pietro Santucci da Manfredonia.

Nella lunetta rimangono poche tracce di un antico affresco cinquecentesco ormai perduto. Alla scritta incisa nell’architrave porta celi, ossia porta del cielo, ne corrispondeva un’altra dipinta poco sopra:

Al termine di un basso passaggio che fiancheggia il lato sinistro della chiesa, due porticine immettono ai locali della cripta. Divisa in tre piccole stanzette comunicanti, di cui quello centrale è detto “stanza del crocifisso” in quanto tradizione vuole che qui sostasse in preghiera Papa Celestino.